27-28 Gennaio – Così Parma e Busseto ricordano Giuseppe Verdi

27-28 Gennaio – Così Parma e Busseto ricordano Giuseppe Verdi

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Parma ricorda Giuseppe Verdi e si raccoglie presso il busto del Maestro nel foyer del Teatro Regio, sabato 27 gennaio alle 11.30, per commemorare l’anniversario della sua morte, avvenuta a Milano il 27 gennaio 1901. Alla cerimonia, cui tutta la città è invitata a partecipare, prenderanno parte i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e delle istituzioni musicali e culturali cittadine. La cerimonia si concluderà sulle note del “Va’, pensiero”, interpretato dal Coro del Teatro Regio di Parma e dalla Corale Giuseppe Verdi di Parma diretti da Andrea Chinaglia.

Ma a ricordare Giuseppe Verdi a 117 anni dalla scomparsa è anche la sua Busseto con “Verdi e la Pietas”, l’originale concerto/spettacolo prodotto da Fucina Italia che introduce il programma di “Verdi l’italiano, feste musicali a Busseto 2018”, la rassegna realizzata dal Comune di Busseto in collaborazione con il Teatro Regio di Parma e sostenuta da Fondazione Cariparma. L’appuntamento è per domenica 28 gennaio a Parma, nella splendida cornice della basilica della Steccata.

Un concerto affidato alla voce di Francesca Martini, soprano e a quella altrettanto emozionante del flauto e dell’ocarina di Emiliano Bernagozzi tratterà, con le parole di Dino Rizzo a fare da guida, il rapporto del Maestro Verdi con il Sacro. Sarà Giancarlo Contini, sindaco di Busseto, a presentare a margine del concerto il programma di “Verdi l’italiano, feste musicali a Busseto 2018”, un programma che abbraccia le recite primaverili de La traviata nello scrigno sonoro di Busseto e l’atteso appuntamento con il Concorso Internazionale “Voci Verdiane” Città di Busseto giunto alla 56ª edizione.

Quel Giuseppe Verdi che in una famosa lettera all’editore Ricordi si definiva “un po’ateo”, è lo stesso la cui passione etica, con una particolare connotazione religiosa, appare continua in tutta la sua produzione. Verdi, il quasi ateo, è capace di toccare tutte le note della religiosità; e non solo in un’opera “biblica” come il Nabucco, ma anche in tutte quelle situazioni intricate e perfino nerissime, sparse in molti luoghi delle sue opere e certamente nelle preghiere che ascolteremo tratte da La forza del destino (La vergine degli angeli), Lombardi alla prima crociata (Salve maria) e Otello (Ave Maria). E cosa è il Requiem (Agnus Dei) se non un grande appello all’eterno Padre, come dice Benedetto XVI? La compassione e la speranza di cui avvolge anche quasi tutti i suoi personaggi negativi e la particolare efficacia nel rendere espressioni di preghiera con un atteggiamento schietto, popolare, perfino brusco,rendono ancora una voltaVerdi, il più italiano degli italiani.

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