Troppi femminicidi, ma perché non parlate dei tanti maschicidi e violenze sugli...

Troppi femminicidi, ma perché non parlate dei tanti maschicidi e violenze sugli uomini?

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Noto, ormai con poco stupore, che anche il vostro giornale sta dando seguito al sensazionalismo mediatico del presunto grande male degli ultimi anni: la violenza sulle donne e i femminicidi.

Sono certo e convinto che sia una delle più brutte piaghe che abbia preso la nostra società, piaga però sempre più veicolata come tale all’interno dell’opinione pubblica, che ciclicamente necessita di essere distratta da problemi nazionali per essere dirottata emotivamente in questioni che “umanamente” possano coinvolgere di più.

Da essere umano condanno tutto ciò che è violenza. Perdonate al tempo stesso il crescente dubbio, in me come in tanti italiani, circa l’utilizzo pretestuoso di certe tematiche.

Però vi è un’ALTRA GRANDE VERITA’, la cui onda emotiva non viene cavalcata da voi dei mass media, poiché priva di appeal. La violenza che sempre più uomini subiscono dalle proprie mogli, compagni, partner. Una violenza raramente fisica ma ancor più devastante, quella psicologica fatta a migliaia di vite devastate in uomini che credevano nel valore sacro dell’amore e della famiglia e che sempre più si vedono annientati nella propria dignità di maschi, mariti, padri. Tutto questo a causa del completo rovesciamento dei ruoli e soprattutto della follia collettiva di almeno due generazioni, quelle delle attuali donne 40enni e 50enni, che hanno innaturalmente abbandonato il proprio ruolo in ambito familiare e votarsi senza più freni inibitori verso una completa libertà sociale e sessuale che le porta a distruggere ciò che era stato costruito col proprio compagno. Donne che provocano la distruzione di famiglie e traumi incalcolabili negli animi dei propri figli, che ne pagheranno per decine di anni le conseguenze.

E questo, soprattutto nella ex tranquilla provincia (nel mio caso quella emiliana), nelle cittadine, dove ormai la socialità si è ridotta ad ore trascorse tra adulti (e adulteri) davanti a bar in preda ai fumi dell’alcool, della voglia di approcciare con libertà eventuali uomini “disponibili sul mercato”, anche nella cerchia di amicizie. Donne che riscoprono in maniera esasperata il piacere per il proprio corpo e che si dedicano ad attività che rasentano la prostituzione virtuale (oltre che a quella fisica). E stranamente a questo rituale, a cui quasi sempre il marito non prende parte, vede partecipare la parte “vip” del paesello di turno, tutte persone vicini ai dirigenti politici locali, “vip” che tutti i giorni e ad ogni ora sono lì barcollanti, davanti a minori, a loro volta palesemente lasciati in un crescente disagio. Vip nei cui confronti, stranamente le autorità locali di pubblica sicurezza non si degnano mai di effettuare alcool test: tutti sanno ma costoro non si possono toccare. Il segreto di pulcinella.

Donne che poi scoperte e verso le quali mariti o compagni palesemente devastati, a cui è crollato un universo addosso, si ritrovano a denunciarne pubblicamente le nefandezze, talvolta usando mezzi impropri. Mariti che vengono denigrati e che, a seguito di una semplice e pretestuosa denuncia di maltrattamenti ben “confezionata” dalla propria (ormai) ex moglie o compagna, appunto sull’onda mediatica di quanto viene proposto da tv e giornali, con il supporto di una Giustizia non più garantista ma forcaiola, ovvero “manettara a prescindere”, si ritrovano senza ragione alcuna in un tunnel di misure cautelari, sequestri di beni, allontanamenti forzati da figli, interventi di tribunali vari, interrogatori con assistenti sociali.

La donna si lamenta, i carabinieri scrivono, il tribunale esegue immediatamente! E la presunzione di innocenza del marito o compagno? Beh lascio a voi intendere dove sia finita….

E con i M5S si andrà ancor peggio: anche loro forcaioli e giustizialisti a prescindere. E purtroppo di giudici garantisti ne restano ben pochi. Taluni hanno anche “smesso di tacere” per denunciare lo stato in cui versa la Giustizia Italiana: tra essi ricordo il magistrato Piero Tony, che nonostante fosse l’Accusa nel famoso processo al Mostro di Firenze (Pacciani), per il solo dovere di una Giustizia basata su fatti e prove concrete, e non su sensazioni personali o sensazionalismo mediatico, decise di scagionarlo.

In periodo di Social, mi viene in mente di coniare (se non già coniato da altri) un hashtag significativo: #maipiùenzotortora. E di Enzo Tortora, ovvero innocenti condannati ingiustamente, o anche soltanto messi alla gogna, nello specifico dei casi come il mio di guerre coniugali unilaterali, ne sto vedendo tanti, troppi.

La parte lesa che è costretta a rincorrere verità e giustizia! Che brutto paese che siamo diventati! E vi posso garantire che, purtroppo in questa mia personale, allucinante e triste esperienza, appena all’inizio e che mi porterà ad un lungo cammino verso la Verità (che è una!), sto incontrando sempre più testimonianze concrete di uomini, mariti, padri che come il sottoscritto credevano fermamente nel senso di fedeltà della compagna, che cercavano di allontanare dalle cattive compagnie, preservando anche il bene dei figli, ma che dalle stesse sono stati ripagati con menzogna, inganno e voglia di distruggerli, allo scopo di annientarli definitivamente. Un odio senza precedenti.

La donna ferita sa come difendersi, l’uomo ferito si sente perso ed il primo pensiero spesso è che la propria vita non abbia più senso: questa è la più grande conseguenza di quanto una donna possa provocare in un uomo. L’ho provato sulla mia pelle: due secondi in cui la mente si è spenta, la vita sembrava finita. Per fortuna la Fede che alberga in me è riuscita a darmi una forza e a farmi pensare solo a raggiungere uno scopo: che la Giustizia Divina possa finalmente sovrastare la parzialità di quella umana. E se aggiungiamo che quella italiana ha tempi biblici, allora comprenderete come le mie preghiere quotidiane siano fatte di richieste al Signore di enorme forza e pazienza. Come tanti altri padri, ormai non più mariti, lo scopo è soltanto quello di riabbracciare i propri figli e riprendere con loro un cammino che era già pregno di solo amore.

Vi prego di rivedere con attenzione un articolo del 2016, pubblicato da IlGiornale.it, in cui si parla di statistiche basate su ricerche ed indagini dell’Università di Siena, che indicano numeri allarmanti di quello che forse un giorno sarà chiamato MASCHICIDIO.

Vi ringrazio dell’attenzione.

Antonio Carpentieri

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