La Coop. Sirio e la Fondazione Tommasini propongono un riconoscimento all’uomo e al politico parmigiano Mario Tommasini. Di lui parleranno Bruno Rossi, Vincenzo Tradardi con la performance di Gene Gnocchi.
Nel luglio 1928 nei borghi di Parma non si avventurava nemmeno il medico, “un bravo uomo, conosceva tutti – scrive Bruno Rossi nel libro Eretico per amore – ma non mostrava entusiasmo per i gradini delle case. Vi si avventurava solo per casi gravi. Di solito la visita era, per così dire, orale. Lui in mezzo alla strada, i parenti dell’ammalato alla finestra”. Mario Tommasini in quei borghi c’è nato e da lì deve aver assorbito quell’aria di ribellione che ha contraddistinto ogni suo gesto.
A distanza di dieci anni dalla sua scomparsa la Coop. Sirio e la Fondazione Tommasini vorrebbero ricordarlo con una strada, meglio una piazza, carica di panchine e di gente, ancora meglio un parco dove nonni e bambini si ritrovano a giocare. Un segno tangibile lasciato dal suo passaggio che ha inciso così profondamente questa città.
L’occasione è data dall’incontro “Nel nome di Mario” che si terrà giovedì 9 giugno alle ore 17 presso i Missionari Saveriani di viale San Martino, 8, a Parma, quando gli amici Bruno Rossi e Vincenzo Tradardi ricorderanno i pericolosi anni vissuti insieme a Mario Tommasini con il prezioso contributo dell’attrice Franca Tragni che farà rivivere quei momenti leggendo brani tratti dal libro. Con la partecipazione straordinaria di Gene Gnocchi in una libera interpretazione di lettere inedite scritte a Tommasini dai “mattacchioni” dell’allora manicomio di Colorno e dai detenuti di quello che era il carcere di San Francesco.
MARIO TOMMASINI è nato nel luglio 1928 nei borghi di Parma dove sei anni prima erano state alzate le barricate contro il nascente fascismo. Partigiano nei Gap sarebbe stato anche temerario scudo a fascisti già messi al muro per essere fucilati. Assessore provinciale con delega all’ospedale psichiatrico, scoprì l’orrore del vecchio manicomio e intuì, prima di conoscere Basaglia, quella natura di “istituzione totale” che andava infranta, più che modificata. Ricoverati, chiusi da decenni come colpevoli della loro malattia, vennero portati a una vita nuova con l’invenzione di fattorie e cooperative. Poi a Parma scese Basaglia che volle Tommasini (con la sola licenza elementare) con sé alla Sorbona e in numerose università francesi e spagnole.
Con il continuatore dell’opera di Basaglia, Franco Rotelli, avrebbe poi realizzato rivoluzionarie iniziative in Grecia, in Brasile e nella Repubblica Dominicana. A Parma svuotò il brefotrofio. Le sue realizzazioni per immettere disabili fisici e psichici nel lavoro furono adottate dalla Comunità Europea. Intervenne con identità creativa operosità solidale sulle carceri. E dal Progetto Cittadella (manutenzione del parco da parte dei detenuti) nacque Sirio. Negli ultimi anni lavorava a un progetto per “liberare gli anziani dagli ospizi”: appartamenti dove gli anziani avrebbero potuto vivere nei loro quartieri, tra le cose e le persone della loro vita. Mario Tommasini è morto il 18 aprile 2006.