Perché anche il poker va considerato uno sport a tutti gli effetti

Perché anche il poker va considerato uno sport a tutti gli effetti

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Quando si parla di poker, si pensa che la fortuna sia tutto. Molti lo definiscono come un gioco in cui a dettar legge sia il caso, che ancora più del mazziere gestisce la mano di apertura di ogni pokerista e le carte voltate sul board, decretando così la combinazione migliore. Vale la pena, però, considerare la cosa sotto un punto di vista diverso, più competitivo, fisico e sottilmente psicologico: se si interpreta il poker come un duello a più giocatori, in cui a giocare sono le menti dei pokeristi, ecco che il poker sembra molto più vicino a uno sport, piuttosto che a un gioco d’azzardo dei più classici.

Le informazioni nel poker

Intendere il poker come una questione di carte di apertura e carte del board è una premessa come tante, valida fino a un certo punto. Invece, si potrebbe ragionare sulle carte considerandole come delle informazioni necessarie a definire una partita. Per entrare in questa nuova ottica, magari mentre si sta giocando sui nuovi casino senza deposito e ci si sta allenando alle logiche del poker, bisogna valutare che di tutte le informazioni che si intrecciano in una partita di poker, ogni singolo pokerista ne conosce soltanto poche.

Un esempio molto banale, ma estremamente efficace, può essere fatto mettendo a confronto una partita di Texas Hold’em a una di scacchi. Il gioco degli scacchi è di fatto un gioco a informazione completa, perché ognuno dei due scacchisti in competizione ha a disposizione tutti i pezzi e sa perfettamente quanti ne sono rimasti in mano all’avversario: la sfida vera nasce nel comprendere come usare al meglio i propri pezzi, considerando che i giocatori iniziano ad armi pari.

Il poker, invece, è un gioco a informazione incompleta: guardando a una partita di Texas Hold’em, ogni pokerista conosce soltanto le due carte della propria mano d’apertura, cui si sommano pian piano quelle uscite sul board. Ma nessuno dei giocatori ha modo di vedere le carte altrui: la vera sfida si gioca su un piano più psicologico, secondo cui mente e corpo sono chiamati a collaborare per garantire la performance migliore con le poche informazioni che si possiedono.

Il poker è uno sport

Riconosciuta la premessa di un coinvolgimento totale delle abilità del giocatore, a riconoscere il poker sport mentale è intervenuta la stessa IMSA, l’Associazione Internazionale degli Sport Mentali. Da questo riconoscimento sono derivate a cascata conseguenze positive, a livello legislativo per il mondo videoludico e a livello organizzativo per l’International Poker Federation, che ha potuto organizzare il primo torneo mondiale di poker.

È evidente: un simile cambio di visione era nell’aria, soprattutto se si considera la forte componente strategica che da sempre caratterizza il gioco del poker e le sue varianti. Controllo, disciplina e concentrazione sono soltanto alcuni degli elementi che necessariamente bisogna saper padroneggiare per potersi definire giocatori professionisti, e questo assunto vale sia per le partite giocate individualmente, sia per i tornei giocati a squadre.

Allenarsi per giocare a poker

Il gioco del poker è uno sport che richiede molto allenamento, soprattutto se si vuole giocare a livello professionale. Non è da meno rispetto ad altre discipline sportive, in cui è necessario tutelare la propria strategia di gioco, studiando la tattica avversaria, vanificandola. Mantenere la propria posizione e dissimulare la propria combinazione è fondamentale, così come lo è saper cogliere i segnali trasmessi da alleati e avversari, al fine di migliorare la propria performance di gioco.

Completano il quadro una buona padronanza della matematica e del calcolo delle probabilità, così come una buona preparazione fisica, necessaria soprattutto nei tornei in presenza, in cui mantenere la posizione implica anche restare al proprio posto per diverso tempo, senza dar segni di cedimento.

Questi non sono risultati che si ottengono nel giro di poche partite di prova, ma vanno affinate con un rigido allenamento, da effettuare sia online, in cui il gioco del poker richiede un livello di concentrazione diverso, data la velocità delle competizioni digitali, sia offline, dopo attento studio di mimiche e tic, espressioni, atteggiamenti e strategie ricorrenti degli avversari seduti al tavolo verde.

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