Immigrazione, la ricetta Pizzarotti nelle mani di Papa Francesco

Immigrazione, la ricetta Pizzarotti nelle mani di Papa Francesco

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Il sindaco Federico Pizzaroti stamane ha incontrato Papa Francesco insieme a una delegazione di 100 sindaci dell’ANCI, guidati dal presidente e sindaco di Bari, Antonio Decaro. I temi della solidarietà e dell’accoglienza dei migranti sono stati al centro dell’udienza. Il Santo Padre ha ascoltato i tre interventi in programma dei vice presidenti dell’Anci Roberto Pella e del sindaco di Parma Federico Pizzarotti e di padre Fabio Baggio, sottosegretario della speciale sezione “profughi e migranti” del Dicastero vaticano per il sevizio dello sviluppo umano integrale.

Oggi parlare alle nostre comunità di integrazione, immigrazione e sicurezza non è per nulla semplice, perché ad ogni passo verso la verità si rischia di sconfinare nel populismo di chi urla più forte – ha detto fra l’altro Federico Pizzarotti -. E il populismo è il verbo di chi non sa ascoltare. Parlare di un’Italia solidale, coesa e organizzata nel tempo della “Confusione globale” è un compito difficile. Ma dobbiamo provarci, affrontando il tema come siamo soliti fare noi sindaci: con pragmatismo e con una visione di prospettiva“.

Pizzarotti ha però parlato dell’immigrazione come un “fenomeno strutturale che richiede riforme strutturali” perché proseguirà negli anni “ma forse addirittura di decenni“. Quindi servono “progetti strutturali in sinergia con l’Europa e le nazioni africane interessate“.

Il sindaco di Parma ha poi continuato chiedendo di scindere “una volta per tutte il tema immigrazione dal tema sicurezza, o perderemo la sfida su entrambi i fronti. Vinceremo le forme di razzismo che crescono nelle nostre periferie se saremo capaci di spiegare che l’immigrazione è un fatto storico ahimè ineludibile, mentre la sicurezza trascende ogni momento storico. La sicurezza è sempre. È un diritto: non è un problema di colore della pelle o di provenienza geografica, ma di leggi e di un sistema, sotto gli occhi di tutti, che non sanno più essere efficaci: il sistema legislativo è rimasto quello di un’epoca superata e noi sindaci non siamo materialmente in grado di sopperire alle sue falle“.

Infine, l’integrazione. “Integrazione – ha sottolineato Pizzarotti – significa non lasciare alla deriva chi arriva nel nostro Paese. Stolta è quell’istituzione che se ne lava le mani, condannando l’immigrato a essere facile preda della criminalità organizzata o della microcriminalità. Le nostre città stanno già soffrendo abbastanza il fenomeno dell’illegalità diffusa. Serve dunque un sistema omogeneo per tutte le città e per l’Italia”.

Alle 12, poi, il presidente Anci Antonio Decaro e il delegato Anci all’immigrazione Matteo Biffoni, sindaco di Prato, hanno concluso sottolineando quando sia stato importante condividere con il Santo Padre un tema così delicato e le sfide che ogni giorno i sindaci sono chiamati ad affrontare.

Il Santo Padre ha ringraziato i sindaci consapevole che il loro mandato sul tema delle migrazioni porta a sforzi importanti, li ha invitati a frequentare gli ultimi, le periferie per conoscere “le vite” e riacquistare energia per continuare a lavorare. “Sono felice che molti di voi hanno messo in atto azioni che sono diventate di esempio – il saluto rivolto ai sindaci da Papa Francesco – vi auguro di potervi sentire sostenuti dalla gente per la quale spendete il vostro tempo. Voi dovete avere la virtù della prudenza ma anche la virtu del coraggio, unita alla virtù della tenerezza per avvicinarsi ai deboli”.

La cerimonia si è chiusa con la stretta di mano del Papa a  tutti i sindaci presenti e con la consegna di alcuni doni simbolici a Papa Francesco, frutto delle attività di alcuni centri Sprar.

2 COMMENTI

  1. Il discorso del sindaco di Parma Federico Pizzarotti davanti a papa Francesco fa capire tante cose sul perchè Parma si trovi in queste condizioni. Fa rabbrividire leggere di un sindaco che dice che servono più immobili per richiedenti asilo o che nega ci sia un’emergenza immigrazione o che sicurezza e immigrazione siano due temi da trattare separatamente. Se queste sono le premesse, davvero i parmigiani hanno di che preoccuparsi per i prossimi 5 anni. Se Pizzarotti, invece di stare chiuso in ufficio, vivesse la città, si renderebbe conto da solo che quanto ha detto al Pontefice è un mero esercizio retorico che niente ha a che fare con il mondo reale. Con un sindaco che la pensa in questa maniera, il prefetto e il Governo hanno gioco facile a assegnare a Parma un numero sempre maggiore di richiedenti asilo e a penalizzare sempre più Parma in fatto di sicurezza. Se per primo il sindaco ritiene non ci siano problemi, per quale motivo il Ministero dovrebbe assegnare agenti e risorse a Parma
    Leggendo le sue parole davvero si capisce molto della situazione attuale della nostra città.

    Francesca Gambarini
    Capogruppo Forza Italia
    Consiglio comunale di Fidenza

  2. Dopo il discorso del sindaco Federico Pizzarotti davanti a papa Francesco mi aspetto che si passi ai fatti altrimenti sono solo canzonette recitava Bennato negli anni 80. Bisogna riqualificare i servizi volti all’accoglienza degli immigrati, dotandosi di mediatori culturali immigrati nella nostra città che abbiano realizzato percorsi di integrazione di eccellenza, sia professionali che di vita e che sappiano svolgere funzione di indirizzo e di accompagnamento per le etnie presenti sul nostro territorio e di facilitazione nei rapporti con l’Amministrazione. Potenziare, quindi,l’attività di mediazione interculturale che giocherà anche il ruolo di un eventuale Osservatorio comunale per l’integrazione dei nuovi cittadini; realizzare anche, a livello comunale, un Albo dei mediatori interculturali per la pubblica amministrazione, le imprese, le scuole; promuovere “un momento condiviso di accoglienza ed integrazione” per cui quando l’immigrato richiede la residenza abbia un colloquio formativo sui suoi diritti e doveri e sulla conoscenza dei meccanismi di funzionamento dei vari servizi locali della pubblica amministrazione; istituire una anagrafe delle professionalità presenti nella popolazione degli immigrati sul territorio comunale; sviluppare la mediazione interculturale economica.

    Marco Alfredo Arcidiacono