Comune di Parma acquista Lenz Teatro. E a ottobre il “Paradiso” è...

Comune di Parma acquista Lenz Teatro. E a ottobre il “Paradiso” è al Ponte Nord

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Lenz Teatro è stato ufficialmente acquisito dal Comune di Parma, già socio sostenitore insieme all’Università. Un’esperienza trentennale di produzione culturale nazionale e internazionale ma sempre rivolta in primo luogo alla città diventa, quindi, anche come spazio fisico urbano, di proprietà pubblica.

Lenz è una realtà – ha detto l’assessore alla Cultura Michele Guerrache rappresenta la vocazione dei teatri di riappropriarsi dei luoghi della città. Così un posto “scandaloso” come il Ponte Nord viene interpretato sotto una nuova luce e consegnato alla città con una nuova chiave di lettura: investire nella cultura significa non solo progettare uno spettacolo, ma un’idea di città”.

L’acquisizione di Lenz teatro da parte del Comune – ha detto l’assessore ai Lavori pubblici e Urbanistica Michele Alinoviè un importante traguardo in cui l’Amministrazione Comunale ha profondamente creduto, che garantisce la continuità e la presenza fisica del Teatro nella sua attuale sede, presidio culturale nel quartiere San Leonardo: una zona con potenzialità straordinarie e uniche nella città nella quale il Lenz si pone come vero motore di rigenerazione urbana, un luogo in grado di creare e promuovere contenuti”.

L’immobile acquistato dalla società Scedep nel 1930, è stato costruito nel 1893 dall’azienda Tosi & Rizzoli, l’industria di conserve alimentare piemontese, che era arrivata a Parma nel 1892 – ricorda Francesco Pititto di Lenz Teatro -. Nel 1904 subentrò la Società Parmigiana di Prodotti Alimentari e nel 1930 la Scedep vi installava una linea di produzione di barattoli in banda stagnata. L’azienda ha continuato a svilupparsi fino agli anni Cinquanta e ben 110 operai lavoravano nello stabilimento, poi ha ridotto progressivamente la produzione, fino al 1976 data in cui ha cessato definitivamente l’attività. Successivamente solo abbandono, degrado, perdita di ogni funzione sociale, economica e urbana durata ventidue anni. Nel 1988 Lenz Rifrazioni, allora associazione culturale, decideva di procedere al recupero dello spazio in funzione di produzione culturale e artistica optando per uno spostamento dal centro alla periferia. Diversi artisti di fama internazionale e nazionale hanno presentato le loro opere a Lenz Teatro, intervallate da una continua attività di produzione artistica e formazione culturale”.

In seguito ad un grave incendio che ha reso inagibile lo spazio per circa due anni, Lenz Teatro è stato riaperto al pubblico nel settembre 2001 – aggiunge Maria Federica Maestri -. Dal lavoro al lavoro, dalla produzione industriale alla produzione culturale: oggi la città si riappropria di un pezzo della propria memoria storica».

Lenz Teatro ha conservato l’identità industriale degli spazi di produzione, le coperture ad esempio sono con capriate originali tipo Polonceau e tiranti in ferro. La superficie dei locali è di circa 1000 metri quadrati in cui si trovano tra l’altro due sale teatrali, zona uffici, due camerini, laboratorio scenotecnico, costumeria, stanza trucco.

Soddisfazione è stata espressa anche da Roberto Delsignore, presidente Fondazione Monte di Parma. Mentre Anna Maria Meo, direttore generale del Teatro Regio di Parma ha ricordato che la collaborazione fra le due istituzioni teatrali “ha creato importanti vicinanze e commistioni tra le due realtà, apparentemente così lontane, creando un legame tra i due mondi. L’operazione di acquisizione del Lenz da parte del Comune è ancor più significativa se pensiamo a quanti spazi culturali in altre città si sono trasformati in “altro” in questi ultimi periodi”.

Lo spettacolo Paradiso che sarà allestito negli spazi del Ponte Nord – ha aggiunto Simone Verde, direttore Complesso Monumentale della Pilotta – è un ottimo esempio di come la programmazione culturale in spazi urbani possa restituire alla città quegli stessi luoghi, riaprendoli alla comunità e rendendoli vivi”.

Lenz Fondazione prosegue, infatti, la nuova produzione d’autunno con la collaborazione del Teatro Regio di Parma, di Paradiso. Un Pezzo Sacro (11-22 ottobre), dai Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi, creato su commissione del Festival Verdi in prima assoluta. Lo spettacolo, seconda parte di un grande progetto biennale dedicato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, sarà allestito al Ponte Nord di Parma. In scena oltre sessanta artisti, performer di Lenz Fondazione e coriste dell’Associazione Cori Parmensi dirette da Gabriella Corsaro.

Il vero incontro tra Verdi e Dante – sottolinea Francesco Pititto, responsabile di drammaturgia e imagoturgia – avviene con le Laudi alla Vergine Maria, dall’ultimo canto del Paradiso, incluse nei Quattro Pezzi Sacri del 1898. È una composizione di carattere sacro per coro di soprani e contralti, voci femminili senza accompagnamento: la santa orazione di San Bernardo vi è intonata con pura trasparenza sonora, con l’essenzialità della polifonia classica. Un Verdi che guarda alla polifonia antica che, come scrive Massimo Mila, con i Quattro Pezzi Sacri assicura ‘la continuità storica della Cantata dai tempi di Bach a quelli di Stravinskij: senza di loro il filo della tradizione si sarebbe spezzato’“.

Conclude Maria Federica Maestri, che del Paradiso cura installazione site-specific, elementi plastici, costumi e regia: “L’installazione riempie lo spazio di involucri-sarcofagi molli sacchi mortuari collocati a terra, all’interno dei quali forme pesanti emettono suoni e movimenti fino a presentarsi progressivamente con forme umane. L’opera scenica realizzata per il Paradiso si innesta sulle figurazioni sacre di Piero della Francesca per farsi pienamente contemporanea secondo la lezione delle ‘pitture’ immaginifiche di Jannis Kounellis. L’innalzamento dal basso all’alto progredisce di pari passo con l’intonazione, prima singola e poi corale, delle Laudi. Altre figure femminili, attrici storiche di Lenz e dei diversi laboratori sensibili, accompagnano la moltitudine verso il piano superiore, attraversando scale e percorsi testuali, visuali, di luce fino a raggiungere la condizione del distacco definitivo, della sparizione dei corpi, di cui rimangono soltanto scie materiche oscillanti“.

 

 

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