Detenuti a spasso di notte nel carcere di Parma. Sappe proclama stato...

Detenuti a spasso di notte nel carcere di Parma. Sappe proclama stato di agitazione

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Carenza d’organico, turismo sanitario e persino detenuti a spasso per il carcere nelle ore notturne. Torna a salire la tensione nel penitenziario di via Burla, dove il Sappe regionale – sindacato autonomo della Polizia penitenziaria che rappresenta oltre 200 dei 304 agenti in servizio – ha dichiarato lo stato di agitazione del personale ed annunciato ulteriori iniziative di lotta se non si troveranno rapidamente soluzioni adeguate. Non solo: il Sappe si è anche rivolto al giudice del lavoro con una denuncia per condotta antisindacale nei confronti dell’attuale dirigenza del carcere di Parma.

Con il ritrovato sovraffollamento detentivo di 600 detenuti su una capienza di non oltre 480 e con una presenza effettiva di poliziotti penitenziari di 304 unità e con una carenza di organico di 100, le condizioni di lavoro del reparto di Polizia Penitenziaria stanno diventando veramente insostenibili – tuona in una nota il vicesegretario regionale del Sappe, Errico Maiorisi -. La differenza sostanziale dei dati riportati si concretizza nell’aumento dello stress psicofisico del personale, nella deroga dei diritti sanciti negli accordi sindacali pattizi, in riposi e congedi ordinari non fruiti, in molte ore lavoro straordinario e indennità di missione eseguito e molte volte non retribuito, in accorpamenti di più posti di servizio, in uno stato permanente di malessere e in un abbassamento costante e rischioso dei livelli minimi di sicurezza“.

Nel mirino finisce adesso quella che viene chiamata “vigilanza dinamica dei reparti detentivi“, provvedimento “che ha portato alla totale apertura delle camere di pernottamento a discapito del personale di Polizia che ancora presta servizio senza nessun tipo di protezione fisica, negli stessi ambienti dove sostano anche 50 detenuti a spasso per i corridoi della sezione e dove eventuali aggressioni saranno totalmente addebitabili all’attuale dirigenza penitenziaria”.

Maiorisi lamenta inoltre che “il turismo sanitario con le continue visite urgenti e programmate da effettuare per la popolazione detentiva, molta della quale in precarie condizioni fisiche, sta portando ulteriori problematiche al personale del reparto scorte e piantonamenti anch’esso interessato da una carenza di personale”.

Per questi motivi, il Sappe – che parla apertamente di “gestione fallimentare degli istituti penitenziari di Parma” – ha deciso di rivolgersi al giudice del lavoro, contestando con una denuncia la condotta antisindacale nei confronti degli agenti in servizio.

Il carcere di Parma sta incominciando lentamente a scoppiare per il crescente sovraffollamento che con l’avvicinarsi dell’estate aggraverà ulteriormente la situazione“, sottolinea ancora il vicesegretario regionale del Sappe, e chiede “pertanto un’integrazione dell’organico di almeno 50 unità, per fronteggiare adeguatamente le molteplici esigenze e incombenze che gli appartenenti al Corpo pur devono assolvere, il potenziamento dell’Area Educativa e Sanitaria e il sostegno di tutte le istituzioni a vario titolo, da quella regionale passando per quella provinciale e locale, con una popolazione detenuta che comunque continuerà a crescere, anche con l’apertura a breve del nuovo reparto detentivo attualmente in costruzione di almeno 200 posti. L’inizio delle procedure burocratiche per l’ampliamento del reparto detentivo ospedaliero. Inoltre si richiede una definitiva assegnazione in pianta stabile di un direttore penitenziario a cui fare riferimento per avviare un percorso condiviso per migliorare le condizioni di lavoro e di benessere del personale tutto”.

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