L’alba de “Il Terzo Giorno” a Palazzo del Governatore

L’alba de “Il Terzo Giorno” a Palazzo del Governatore

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A Parma è già “Il Terzo Giorno”. La mostra che mette al centro la sostenibilità è allestita al Palazzo del Governatore e potrà essere visitata a partire da domani, venerdì 20 aprile, fino al prossimo 1 luglio. Curata da Didi Bozzini e promossa dal Comune di Parma nell’ambito di una serie di eventi che daranno alla città l’occasione di riflettere sui temi dell’ambiente, della sostenibilità e del rapporto uomo-natura, la mostra è stata inaugurata nel pomeriggio davanti al pubblico delle grandi occasioni.

“Il Terzo Giorno” è anche la prima in Italia ad avere un approccio ‘for benefit’: il 50% degli incassi della biglietteria saranno restituiti al Comune di Parma che finanzierà il “Km Verde”, progetto di sostenibilità ambientale di cui da tempo si parla.

La mostra Il Terzo Giorno – sottolineano il sindaco Federico Pizzarotti e l’assessore alla Cultura Michele Guerrarappresenta il primo importante evento espositivo da quando Parma è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura per l’anno 2020. Non si tratta soltanto di una mostra che porta in città alcuni dei più importanti artisti della nostra contemporaneità a parlarci del rapporto tra arte e natura, si tratta di un discorso più ampio sul nostro futuro, sul nostro rapporto con l’ambiente che è diventato un tema ineludibile per tutte le società occidentali. Il Terzo Giorno vuole essere questo: una mostra bella da vedere, ma soprattutto bella da pensare. Un discorso che deve continuare in città per molti mesi anche quando la mostra starà girando altrove”.

“Il Terzo Giorno” è un racconto per immagini del mondo, in cui l’arte rappresenta una porta privilegiata di accesso alla conoscenza e al godimento della Natura. Non una dichiarazione di militanza ecologista ma un viaggio attraverso le peripezie di un pianeta estenuato. Un racconto che conduce lo spettatore dalla Creazione (intesa come apparizione del mondo) alla Distruzione (o quantomeno al rischio delle sua distruzione) fatto di analogie e non di logica, di visioni e non di concetti, di meraviglia e non di speculazione.

Un percorso nel quale l’arte è proposta come la strada maestra che lo spirito segue per attraversare la natura e penetrarne il prezioso mistero, poiché l’uomo è l’unico animale capace di vedere in essa un’opera d’arte e quindi di creare forme che ne siano il riflesso.
Si tratta di un viaggio catartico attraverso i lavori di artisti contemporanei che inizia con Il Terzo Giorno della Genesi, segnato dall’apparizione della vita (Genesi 1,3), attraversa la creazione, la distruzione e il nichilismo, fino a un ritorno alla natura.

Ben 40 gli artisti in mostra con 115 opere: Marina Abramović, Jane Alexander, Giovanni Anselmo, Nobuyoshi Araki, Roger Ballen, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Alighiero Boetti, Jonas Burgert, Jake & Dinos Chapman, Mat Collishaw, Marc Couturier, Jimmie Durham, Jan Fabre, Hamish Fulton, Mario Giacom elli, Piero Gilardi, Leon Golub, HeHe (Helen Evans – Heiko Hansen), Anna Ippolito e Marzio Zorio,John Isaacs, Francesco Jodice, Bodys Isek Kingelez, Dorothea Lange, Richard Long,  Andrea Marescalchi, Ryan Mendoza, Mario Merz, Nils-Udo, Eric Poitevin, Simone Racheli, Sebastião Salgado, Salvo, Serse, Tracey Snelling, Mircea Suciu, Gavin Turk, Sandra Vasquéz De la Horra, Koen Vanmechelen e Gilberto Zorio.

La mostra è una narrazione potente ed evocativa tra le 115 opere esposte (immagini fotografiche, installazioni e dipinti), e includerà tre installazioni site specific all’ingresso e all’uscita del Palazzo. Una nell’androne a firma di Marc Couturier e due, sulle piazze Garibaldi e della Steccata, ad opera di una coppia di giovanissimi artisti, Anna Ippolito e Marzio Zorio.

Nelle sale del primo piano del palazzo fra le opere dedicate alla Creazione, spiccano alcune mai esposte al pubblico, come il menabò originale, le lettere dei vari Istituti Geografici e il primo dattiloscritto del famoso libro di Alighiero Boetti e la moglie Annemarie Sauzeau in cui venivano classificati i mille fiumi più lunghi del mondo, oppure viste raramente come le 4 fotografie di Mario Giacomelli della serie “Il motivo suggerito dal taglio dell’albero”.

Nelle sale del secondo piano dedicate alla Distruzione, fra le particolarità le opere dell’artista congolese Bodys Isek Kingelez, di cui il Moma di New York ospita da maggio una retrospettiva, la prima che il museo americano dedica ad un africano nero, oppure le foto di Dorothea Lange scattate nel 1931 con lavoratori messicani che lasciano gli Stati Uniti perché non c’è più lavoro, che potrebbero essere state scattate ieri.

La mostra sarà animata da convegni, iniziative e proposte collaterali. Nella notte del 26 maggio, tutta Parma si accenderà per La Notte del Terzo Giorno: un suggestivo evento diffuso che avrà inizio con una visita notturna delle sale della mostra e proseguirà con concerti, video mapping, proiezioni e performance. Tema trainante sarà la luna piena, nella sua accezione simbolica di mistero e scoperta.

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