Massimo Bax (Fare! con Tosi): ecco come garantire la sicurezza a Parma

Massimo Bax (Fare! con Tosi): ecco come garantire la sicurezza a Parma

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Gli ultimi episodi di criminalità nel quartiere Pablo, dove i commercianti sono fortemente spaventati e preoccupati, ripropongono con allarme il tema della sicurezza che non deve essere ancora sottovalutata e minimizzata e non può essere demandata ai cittadini, se non in maniera molto marginale, con controlli della gente che cambiano nome secondo le stagioni (si è passati dalle ronde a variopinte altre definizioni). Le Istituzioni che operano sul territorio insieme alla Polizia Municipale dovrebbero quantomeno rivedere l’impiego delle forze in campo con uno sforzo comune rivolto al bene dei cittadini; nel contempo rivedere le norme, come la Legge n.121 del 1981 sulla riforma della Polizia di Stato, che prevedeva per esempio le sale operative comuni tra le forze dell’ordine per un migliore e più efficace coordinamento a cui potrebbe partecipare anche un elemento della polizia municipale (la polizia locale non ha nemmeno un proprio numero d’emergenza come le altre forze dell’ordine).
I quartieri dovrebbero essere presidiati a piedi, anche con pattuglie miste, poliziotto-vigile urbano, carabiniere-vigile urbano come sperimentato in città vicine (vedi Piacenza), questo, tra l’altro, darebbe anche una bella immagine di finalità comuni per quanto attiene la sicurezza dei cittadini. L’esercito andrebbe bene per presidiare gli obbiettivi sensibili come l’Efsa e i posti fissi ma per il controllo dinamico del territorio sarebbe impreparato e creerebbe problemi alle forze dell’ordine che dovrebbero affiancarlo (l’esercito si mandava una volta nelle colonie dell’impero e speriamo che quei tempi non tornino più). Sarebbe necessario dare maggiore professionalità alla polizia municipale anche alla luce dei compiti demandategli in relazione all’approvazione del nuovo regolamento della polizia municipale approvato con delibera comunale n.70 del 29/9/2015. Basta camminare a piedi per la città per sentire cosa dice veramente il cittadino, non solo nei periodi elettorali e non solo sui social, per rendersi conto come le persone comuni valutino il problema sicurezza in città. Il tabaccaio di via Mazzini (aggredito dalle cosiddette baby bang), i commercianti esasperati e i baristi  del centro intervistati dalla Gazzetta, affermano che le telecamere e il propugnare il loro aumento servono a poco a livello di prevenzione (perché vengono messe facilmente fuori uso e comunque servono dopo che i fatti criminosi o illeciti sono accaduti come da ultimo nel quartiere Pablo).
Occorrerebbe in massima parte la prevenzione con controlli assidui e accompagnamenti negli uffici di polizia e chi è irregolare andrebbe rispedito al Paese d’origine perché l’accoglienza è cosa giusta, è un fatto di umanità, ma non deve diventare “un’invasione” e motivo di business per gente senza scrupoli. Nella prevenzione efficace è già insita la repressione, quest’ulima deve diventare l’estrema ratio dove la prima non è arrivata. Altro esempio di prevenzione sarebbe il controllo degli affitti in nero (che non vengono effettuati) e che rappresenterebbe una grossa opportunità per verificare le presenze di irregolari che delinquono.
Anche sul problema dello spaccio di droga (la cui liberalizzazione sarebbe più un danno che una soluzione del problema in quanto le mafie che controllano i traffici e si spartiscono il territorio con le organizzazioni criminali dell’est e  del nord Africa farebbero concorrenza allo Stato  abbassando ancora di più i prezzi delle dosi) occorrerebbe agire su due fronti: da una parte un’attenta azione investigativa per smantellare le organizzazioni che operano sul territorio unitamente ad un’azione forte di allontanamento dei pusher che occupano varie zone della città, e dall’altro agendo nel sociale tutelando i valori della famiglia e l’attenzione verso i ragazzi adolescenti coinvolgendo fortemente la scuola anche partendo dalle elementari per spigare ai ragazzi i danni che le droghe provocano. Spiace vedere che si aprono continuamente centri commerciali a scapito di centri di aggregazione giovanile come strutture sportive o centri ricreativi per anziani e a questo proposito servirebbe più collaborazione tra le istituzioni centrali e periferiche per incentivare tali iniziative.
Anche la prostituzione su strada è arrivata quasi in centro città (vedi barriera Repubblica) e molti  si soffermano a guardare  esempi americani, tedeschi e spagnoli , per dimostrare come funzionino bene certe città mentre non si accorgono che  a due passi da Parma esiste un modello di città, Verona,  che funziona in modo molto efficace. Il Sindaco della stessa città, Flavio Tosi, è stato uno dei primi ad emanare ordinanze anti prostituzione che prevedono multe nei confronti dei clienti che arrivano fino a 500 euro (in attesa di una nuova legge che risale al 1958 inadeguata ai tempi). Crediamo sia giusto pensare prima ad una ‘emergenza sicurezza ripulendo la città da personaggi senza scrupoli e poi pensare alla sua bellezza, e non viceversa, perché comunque la criminalità non scompare d’incanto o mettendo fiori nelle fioriere del centro…
La concretezza, l’impegno e lo sforzo di tutti, in primis da parte di chi per legge ha il dovere di proteggere  i cittadini potrebbe essere una risposta alla criminalità. I cittadini hanno diritto alla sicurezza (che è un diritto di tutti), anche se solo adesso sembra interessare anche chi l’ha sempre sottovalutata e ora la cavalca con amenità varie. –
Massimo Bax
Fare! con Tosi Parma

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