Le alterazioni metaboliche che si manifestano in diverse forme tumorali, sono sempre più studiate al fine di raggiungere una possibile terapia.
Uno studio – pubblicato sulla prestigiosa rivista della Società Americana di Ematologia Blood – e condotto dall’Università degli Studi di Parma e diretto dal prof. Nicola Giuliani del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, sembra averlo dimostrato.
Primi autori del lavoro sono la dott.ssa Marina Bolzoni e la dott.ssa Martina Chiu, giovani assegniste dell’Università degli Studi di Parma, e il dott. Fabrizio Accardi, specializzando in Malattie del Sangue.
In collaborazione con il gruppo di ricerca del prof. Ovidio Bussolati dell’Unità di Patologia Generale del Dipartimento di Scienze Biomediche, Biotecnologiche e Traslazionali – S.Bi.Bi.T. ed i professori Franco Aversa, Direttore dell’U.O. di Ematologia e CTMO dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Gaetano Donofrio, del Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie, e Valeria Dall’Asta dello S.Bi.Bi.T. , lo studio: “dimostra per la prima volta che le cellule di MM non riescono a produrre Gln ma dipendono esclusivamente dalla sua disponibilità a livello extracellulare, esibendo le tipiche caratteristiche di un tumoreglutamine-addicted”.