Hi Here, parla parmigiano l’App che aiuterà i migranti. Ricercatori italiani a...

Hi Here, parla parmigiano l’App che aiuterà i migranti. Ricercatori italiani a caccia di fondi

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Martina ManaraParla anche parmigiano una nuova App per lo smartphone che promette di aiutare i migranti a stabilire legami con la comunità che li ospita. L’applicazione assiste i rifugiati attraverso una piattaforma che permette loro di comunicare e di supportarsi reciprocamente, esprimere le proprie opinioni, ottenere informazioni legislative e sui servizi locali di accoglienza. Si chiama “Hi Here” (visita la pagina) e dal prossimo 16 maggio sarà testata in anteprima a Parma, Trento e Foggia.  Il lancio ufficiale è previsto per il 30 giugno.

Ma per rispettare la tabella di marcia, il gruppo di giovani laureati che ha lanciato l’idea ha bisogno di fondi per finanziare il progetto nato alla London School of Ecomics. Dal 26 marzo sulla piattaforma internet Indiegogo prenderà il via la campagna per la raccolta fondi.

Ideatrice del progetto è una ricercatrice parmigiana, Martina Manara (nella foto a sinistra), che ha fondato Hi Here in seguito a uno studio sui sistemi italiani di ricezione dei rifugiati (Cara e Sprar), condotto nelle regioni del Sud durante l’estate 2015. Ricerca che ha permesso a Martina – con la supervisione di Nancy Holman – di conseguire il Master Msc in Pianificazione regionale e urbana proprio alla London School of Ecomics, dopo gli studi in architettura e filosofia in Svizzera. Martina Manara – attualmente assistente di ricerca presso GPA a Londra – è anche cofondatrice di mmp lab, uno studio con un approccio innovativo all’architettura, intesa come ricerca, design e azione. Cofondatrice del progetto, Caterina Pedò (nella foto a destra), di Trento, anche lei laureata in architettura. La mantovana Gloria Carabona, laureata sia in Lingue e Culture del Mediterraneo sia in Cooperazione, sviluppo e diritti umani, è invece l’esperta del fundraiser.

Il progetto Hi Here

Hi Here, nel progetto presentato a Londra dal team di giovani laureati italiani, vuole utilizzare la semplicità dello smartphone per dare una risposta concreta, a portata di mano, sugli aspetti più critici dell’accoglienza. Dalla dispersione tra i Paesi europei di migranti provenienti dalla stessa etnia alla mancata conoscenza dei servizi di accoglienza e dei diritti d’asilo, dalle opportunità di integrazione spesso assenti alla impossibilità di far sentire la propria voce tanto ai connazionali quanto alle comunità di accoglienza.

HI-HERE-informare

Ma i migranti acquistano sempre uno smartphone con il quale, sfruttando connessioni wi-fi gratuite, accedono ai social per rintracciare parenti e raccogliere informazioni. Proprio per semplificare queste operazioni nasce Hi Here, una App per telefonini compatibile con i sistemi Android e iOS. Attraverso l’applicazione, i richiedenti asilo possono registrare un profilo personale con il quale ricostruire i legami sociali interrotti  con parenti e amici. Inoltre Hi Here fornisce una piattaforma per comunicare ed informare, una bacheca a disposizione delle Organizzazioni non governative per postare annunci e informazioni, e una parte informativa in quattro lingue – italiano, inglese, francese e arabo – con gli elementi base della legislazione in materia di asilo del paese ospitante.

HI-HERE-supportare

HI-HERE-dare-voce

Attraverso Hi Here, ancora, i migranti possono esprimere commenti, segnalare criticità, richiamare l’attenzione su particolari problematiche, dando così vita a una sorta di monitoraggio dal basso dell’intera rete dei servizi dedicati agli stranieri. Con Hi Here, infine, si potrà dare vita a una comunità di migranti in grado di fornire aiuto reciproco e di condividere opportunità e informazioni. Una App, dunque, che abbatte le barriere e cancella l’isolamento.

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