Da 30 anni a solo 16. La Corte d’assise d’appello di Bologna ha praticamente dimezzato la condanna inflitta a Parma in primo grado, confermata in appello e poi annullata dalla Cassazione a carico di Alberto Munoz, 26 anni, originario dell’Ecuador, accusato di aver ucciso la sua fidanzata peruviana, Michelle Campos.
Un fatto di sangue che ha fatto rabbrividire Parma. L’omicidio è avvenuto a martellate il 4 luglio 2013 in via Rondizzoni. Il giovane, all’epoca 21enne, per coprirsi la fuga aveva nascosto la ragazza ancora agonizzante sotto un letto con il corpo avvolto da un lenzuolo. Ad Alberto Munoz è stata contestata anche la premeditazione perché aveva raggiunto Parma dal milanese, dove risiedeva con la famiglia, proprio per compiere l’orrendo piano.
Cosa è accaduto quindi in sede di appello bis a Bologna? Bisognerà attendere le motivazioni per capire il perché di una pena così lieve per un delitto così terrificante. Al di là del concordato sulla pena fatto in sede d’appello – una specie di patteggiamento – probabilmente avrà inciso sul verdetto una diversa interpretazione della premeditazione del delitto o il riconoscimento di attenuanti.
