Omicidio all’Angelica Vip Club: condanna a vita per il 21enne Alessio Turco

Omicidio all’Angelica Vip Club: condanna a vita per il 21enne Alessio Turco

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Alessio Turco

Ergastolo. Carcere a vita. Per lui che ha solo 21 anni, una sentenza che pesa come un macigno. Alessio Turco aveva chiesto il rito abbreviato per evitare la condanna alla pena massima. Di fatto eviterà soltanto l’isolamento diurno. La sentenza è stata pronunciata nel pomeriggio dal Gup Mattia Fiorentini, che ha accolto in pieno la tesi dell’accusa, sostenuta dal pm Emanuela Podda, che ha coordinato le indagini sul duplice omicidio del Natale 2016 all’Angelica Vip Club di San Prospero. Le vittime – Luca Manici, 47 anni, la trans nota come Kelly, e Gabriela Altamirano, 45, argentina ma da molti anni residente a Salsomaggiore con le sue due figlie – furono massacrati, secondo i giudici, da Samuele Turco, 42 anni, morto suicida in carcere nel luglio scorso, che con la donna aveva avuto una lunga relazione approdata anche anche nei club di scambisti, e dal figlio Alessio.

Da sinistra: Luca Manici nei panni di “Kelly” e Gabriela Altamirano

Il Gup Fiorentini non ha creduto alle parole di Alessio Turco, che per 5 ore aveva respinto ogni accusa, sostenendo di aver accompagnato il padre ma di non aver ucciso nessuno. Tesi a suo tempo sostenuta anche da Samuele Turco, ma non creduta dagli uomini della Squadra mobile. A smentire padre e figlio – secondo l’accusa – ci sarebbero le intercettazioni, secondo le quali sarebbe stato proprio Alessio, fingendosi un cliente qualunque, ad attirare Gabriela in trappola, nel casolare a luci rosse di via Angelica, quando Luca Manici era già stato ucciso a coltellate sotto il porticato della struttura.

Samuele Turco e il figlio Alessio

Secondo l’accusa, Alessio Turco avrebbe partecipato all’omicidio di Manici insieme al padre, mentre non ci sarebbe alcuna evidenza di una sua partecipazione nell’uccisione di Gabriela Altamirano. Ma la Procura sostiene che il giovane non avrebbe comunque fatto nulla per fermare la mano del padre. Gabriela sarebbe stata stordita con un mix di farmaci, poi è stata colpita con particolare rabbia alle parti intime. Tesi quella dell’accusa, respinta con forza anche dall’avvocato difensore del giovane Turco, Elisa Furia, ma senza successo. Alla difesa non resta quindi che attendere le motivazioni della condanna all’ergastolo per presentare ricorso.

Il casolare del massacro avvenuto nella notte tra Natale e Santo Stefano del 2016

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