“Potere al Popolo” lancia la sfida: ecco candidati e obiettivi

“Potere al Popolo” lancia la sfida: ecco candidati e obiettivi

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All’Auditorium Toscanini “Potere al Popolo” fa il tutto esaurito in occasione dell’assemblea in cui il movimento ha lanciato il suo appello a chi non ha più intenzione di “turarsi il naso”. I sei candidati in corsa per le politiche del 4 marzo nei collegi locali, hanno rinnovato l’invito a partecipare attivamente alla campagna elettorale.

«Abbiamo bisogno di tutti – dice a margine dell’assemblea una delle candidate, Nicoletta Ariosiperché la nostra forza non sta certo nelle possibilità mediatiche: sono le persone che credono come noi nel nostro programma. E non possiamo che essere fiduciosi, basta guardare la grande risposta che la città ci ha dato, prima con la raccolta firme e ora con la straordinaria partecipazione, la bellissima festa di stasera».

«Non è vero che la coperta è corta per tutti come continuano a ripeterci – afferma Andrea Bui –, basta pensare al concentramento del potere economico nelle mani di pochi: progressività fiscale, rifiuto del pagamento degli interessi sul debito, nazionalizzazione delle imprese strategiche e di quelle che delocalizzano. Sono tutte proposte politiche che si possono attuare ed è solo una parte di quello che vogliamo. Queste elezioni sono tamburi che annunciano il nostro arrivo: non ci fermeremo certo al 4 marzo».

Stefano Carosino affronta il problema dei trasporti: «Per anni hanno cercato di farci credere che la privatizzazione di servizi pubblici fosse il modo per abbassare i prezzi e migliorare i servizi stessi. Se guardiamo i numeri, invece, è l’esatto opposto: i prezzi continuano a salire e le cifre degli incidenti sembrano un bollettino di guerra. L’unico modo di fare gli interessi dei cittadini è rimettere ciò che è d’interesse pubblico sotto un controllo altrettanto pubblico».

La scuola è l’argomento su cui si concentra Margherita Becchetti, insegnante e ricercatrice del Centro studi movimenti: «Potere al Popolo ha un’altra idea di istruzione, radicalmente diversa da quella che tutti i governi negli ultimi vent’anni hanno portato avanti. Ogni mattina, in aula, prima ancora della materia di cui mi occupo, cerco di insegnare ai miei studenti quali sono i loro doveri ma anche quali sono i loro diritti. Le scuole sono luoghi in cui, sopra ogni altra cosa, va stimolato e coltivato il senso critico. Non è accettabile che i nostri figli vengano formati per soddisfare gli obiettivi di profitto delle imprese».

Emilio Rossi, invece, affronta il tema migranti: «Bisogna cambiare la nostra prospettiva in materia. Possiamo determinare un nuovo corso solo con un reale impegno al disarmo e alla promozione della pace in paesi dove, invece, l’Italia stessa esporta armi e dove si concentrano interessi economici degli stati più ricchi. Per quanto riguarda lo Ius Soli, d’altro canto, approvarlo è solo una questione di buon senso».

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