Festival Sostenibilità: Parma ha la febbre (+1,5 °C), il clima è cambiato

Festival Sostenibilità: Parma ha la febbre (+1,5 °C), il clima è cambiato

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Vittorio Marletto (Arpae), Alessio Malcevschi (Università Parma), Stefano Caserini (Politecnico Milano)

La temperatura, negli ultimi 25 anni a Parma è  aumentata di 1.2 °C rispetto alla media dal 1961-1990, da 12.8 °C a 14.0 °C, mentre le precipitazioni sono diminuite di 46mm. Qualcuno potrebbe dire che 1 grado in più non è molto ma questo grado invece è molto importante perché è come se fosse il grado di febbre di un bambino: il pianeta è come un bambino da curare perché ha iniziato ad avere la febbre”.

Così Vittorio Marletto, Arpae Simc, servizio meteo regionale,ha sintetizzato lo stato di salute di Parma, che riflette ovviamente quello di gran parte del pianeta. E visto che c’è poco da stare allegri se non si interverrà tempestivamente, lo stesso Marletto, presentando l’Atlante Climatico dell’Emilia-Romagna, con dati dal 1961 al 2015, ha aggiunto che “quest’estate si prospetterà una situazione drammatica perché le falde sono scariche dato che non è piovuto molto e quindi avremo bisogno di molta  acqua per irrigare i campi e questo si traduce in uno spreco di energia e maggiori emissioni di CO2 nell’aria”.

Al Festival della Sostenibilità però oggi è stato il giorno di Stefano Caserini, docente del Politecnico di Milano, che si è detto possibilista su una svolta positiva: “Possiamo ancora scegliere la strada migliore da intraprendere, sono un possibilista, credo che la scelta migliore sia alla nostra portata però richiede un impegno della politica a un livello completamente diverso da quello in atto ora”.

Caserini, autore del libro “Il clima è (già) cambiato” presentato al Festival dello Sviluppo Sostenibile di Parma, ha aggiunto che le possibilità da scegliere sono tre ma solo una è quella che ci assicurerebbe un mondo migliore: “Quella del business as usual  ovvero quella per cui non ci interessa ciò a cui stiamo andando incontro e quindi lasceremmo le cose come stanno, oppure possiamo intraprendere la strada serious mitigation decidendo di intervenire per non superare i 2° mentre per ultima, quella migliore, sarebbe l’aggressive mitigation cioè impegnarsi al meglio per avere un mondo migliore”.

L’obbiettivo numero 13 presente nell’agenda Onu 2030 è proprio quello che riguarda il cambiamento climatico e su cui secondo Caserini bisognerebbe prestare molta attenzione: “È un problema globale e ben più complesso degli altri problemi a cui siamo stati abituati, non è il classico problema di inquinamento, la grandezza di questo problema fa si che sia difficile da affrontare specialmente perché è un problema con una grande inerzia quindi gli effetti  non li vediamo direttamente noi oggi ma sono molto spostati nel futuro”.

Tuttavia anche se questi effetti non li vedremo noi direttamente, ma le generazioni future aggiunge: “Se abbiamo un senso etico dobbiamo interessarci, anche se nel 2200 non ci saremo più: è una questione molto importante per essere tralasciata”. Notando che le luci erano accese ad illuminare fiocamente il palco, in pieno giorno, il docente chiede se possono essere spente rimarcando scherzosamente che “è uno spreco di energia e un inutile inquinamento”.

Trattando anche di surriscaldamento globale vengono riportati molti dati e grafici che attestano che anche se ci si impegnasse per non far innalzare la temperatura sopra i 2° ci sarebbero comunque dei gravi sconvolgimenti che riguarderebbero “non solo le biodiversità ma anche rischi economici e lo scioglimento dei ghiacciai con la conseguente innalzamento del livello dei mari per citarne alcuni”.

Alla conferenza di Parigi tenutasi nel 2015 tuttavia si è stabilito di mantenere le temperature ad una crescita al di sotto dei 2 °C ovvero fermarsi al 1,5 °C: “C’è consapevolezza che ci sono dei seri problemi, ci sono anche numerosi articoli che per esempio mettono in relazione il cambiamento climatico con le migrazioni di intere popolazioni. In Italia, per esempio, il livello del mare aumenterebbe almeno di 1 metro”.

La mia idea – dice Caserini – è che  la paura non può essere sufficiente per indurre un cambiamento perché l’essere umano non cambia solo se prova paura ma anche se vede una possibilità e dei vantaggi nell’agire: io  faccio vedere come si può fare molto e come trarne dei benefici” grazie alla green economy.

Il festival della Sostenibilità proseguirà sabato 27 maggio alle 18 al palazzo del Governatore, “Ambiente, sviluppo e pace: trasformare tre problemi in una soluzione” con Grammenos Mastrojeni, coordinatore per l’Ambiente e la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri. Modera Sergio Manghi, Università di Parma.

Sempre sabato 27 maggio, alle 21, al Wopa, “Esito stazione creativa” nell’ambito di Parma 360 Festival della creatività contemporanea. Intervengono il gruppo Studio azzurro, gli organizzatori Chiara Canali, Camilla Mineo e gli artisti coinvolti nella creazione del “parco ideale”.

Domenica 28 maggio, alle 10:30, la visita guidata alla Picasso Food Forest, organizzata da Fruttorti di Parma, con presentazione del progetto, visita guidata dell’area, degustazione di frutti di bosco raccolti sul momento e aperitivo. Ritrovo all’incrocio Via Marconi-Via Picasso, Parma

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