Chiusura Ponte Verdi, Cna Parma contro le Province: personalismi a danno delle...

Chiusura Ponte Verdi, Cna Parma contro le Province: personalismi a danno delle imprese

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Gualtiero Ghirardi

La chiusura del Ponte Verdi sul Po non è piaciuta alla Cna di Parma, convinta che si potesse evitare questo enorme disagio per le imprese e i lavoratori. Gualtiero Ghirardi, presidente dell’organizzazione degli artigiani, ha preso carta e penna per scrivere ai presidenti della Provincia di Parma, Filippo Fritelli, e di quella di Cremona, Davide Viola, oltre che al delegato alla viabilità dell’ente di piazzale della Pace, Gianpaolo Serpagli. E non le ha di certo mandate a dire.

“Fino all’ultimo abbiamo sperato che vi fossero le condizioni per trovare una soluzione condivisa per evitare la chiusura totale del Ponte Verdi – scrive Gualtiero Ghirardi -. Così non è stato e, sommessamente, consentiteci di pensare che abbia prevalso, in nome della sicurezza, più la voglia di “tenere le posizioni” che di condividere una soluzione positiva che di certo avrebbe creato meno disagi alle imprese, ai lavoratori e ai residenti. In tutta questa vicenda – tuona il presidente della Cna Parma – i personalismi hanno prevalso su tutto e su tutti, sulle esigenze delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini, e non si è cercato nemmeno un momento di confronto con chi rappresenta il mondo economico, almeno per avere un’idea sull’entità del disagio che si andava a generare”.

Ormai però il danno è fatto, il ponte è chiuso al transito e i lavori sono iniziati. Si dovrebbero concludere entro la fine di giugno.

“Non sappiamo se vi sono ancora spazi per un ripensamento, noi crediamo di sì, ma se dovesse permanere l’irremovibilità della decisione, auspichiamo che i lavori procedano celermente, che i tempi vengano rispettati e se possibile che sia fatto ogni sforzo per anticipare la riapertura dell’infrastruttura – chiede con forza Gualtiero Ghirardi -. Le imprese che insistono su quei territori, già provate da una lunga crisi, non possono permettersi di sostenere a lungo costi aggiuntivi e crescenti disagi, cosi come molti dei loro dipendenti che devono ogni giorno allungare i loro spostamenti di almeno cento/centoventi chilometri”.

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