7 Maggio – “La Terra Desolata” di Festina Lente Teatro nella chiesa...

7 Maggio – “La Terra Desolata” di Festina Lente Teatro nella chiesa di San Quirino

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I muri sono pesanti, sigillano, segregano, separano e nel proliferare di muri, barriere, reclusioni, in società tecnologicamente avanzatissime e psicologicamente fragilissime, diventa urgente riflettere sulle paure, sull’ignoranza e le ragioni che spingono a rinchiuderci/rinchiudere, separarci/separare, fermarci/fermare.

A partire da queste riflessioni, così come da numerosi stimoli culturali offerti dal pensiero di Zygmunt Baumann, nasce “La Terra Desolata” il nuovo progetto teatrale di Festina Lente Teatro, regia Andreina Garella, ambientazione Mario Fontanini, in scena domenica 7 maggio (dalle 16 alle 18, ingresso gratuito) a Parma nella Chiesa sconsacrata di San Quirino (strada Ospizi Civili), realizzato con il contributo di Comune di Parma e Coop Alleanza 3.0, in collaborazione con Forum Solidarietà, Consorzio Solidarietà Sociale, con il Tavolo dell’accoglienza femminile (nato nell’ambito del Protocollo per la presa in carico delle vittime e potenziali vittime di tratta) e la rete di associazioni che si occupano di migrazione, inclusione e accoglienza.

Il progetto nasce da un laboratorio teatrale, iniziato nel mese di febbraio e strutturato in una ventina di incontri, rivolto ad un gruppo di ventisette donne migranti, profughe, richiedenti asilo e native ora in scena: Leyla Akgul, Maria Anusca, Nissrin Baradii, Fridous Benson, Hasna Belouad, Olga Budistean, Pia Bizzi, Nuria Cabanas, Claudia D’Auria, Ilaria Donelli, Sokhna Mariama Diakhate, Roberta Garulli, Alida Guatri, Polina Grusca, Christiana Gnoukouri, Angela Marchetti, Enrica Mattavelli, Flora N’gbo, Glory Okojie, Teresa Portesani, Elena Ricci, Simona Spaggiari, Patrizia Sivieri, Silvia Tarasconi, Marta Toschi, Elena Vezzani; al piano Ailem Carvajal Gomez.

Donne che coraggiosamente si mettono in viaggio, a volte fuggono, arrivano in luoghi nuovi e diversi, desiderose di fare. Raccontano, aggiungono cultura a cultura, scambiano memoria con memoria: il teatro diventa scambio e incontro, il luogo dove poesia, parole ed emozioni si intrecciano e si sovrappongono in un viaggio attraverso le differenze di cultura e la comunanza dei sentimenti, creando un tessuto di emozioni e di sapienza. Uno strumento per superare le differenze culturali, senza cancellarle e favorire relazioni nuove e inedite.  Attraverso il teatro si permette di confrontarsi con la propria condizione di sradicamento: si dà voce ai racconti delle donne, per capire, aprirsi, accogliere e, forse, anche il teatro potrà fare da guida nell’individuare una strada possibile.

La rappresentazione è strutturata come una sorta di visita-spettacolo, un percorso attraverso lo spazio dove, in alcuni punti, si svolgeranno, in contemporanea, diverse azioni teatrali, che si ripetono ininterrottamente. Gli spettatori, così come i visitatori di una mostra, possono scegliere liberamente il proprio tragitto e le ‘stazioni’ in cui soffermarsi.
Parte integrante è la video installazione realizzata da Migrabilia, un laboratorio, composto da ragazzi, richiedenti asilo e rifugiati di CIAC Onlus – Parma, condotto da Giovanna Poldi Allai.

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