Omicidio Dalla Pia, il caso in Parlamento: Jella si “diverte” sui social

Omicidio Dalla Pia, il caso in Parlamento: Jella si “diverte” sui social

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Lo cercavano fin dal primo istante di quel maledetto 6 dicembre 2015 in cui è morta a soli 39 anni Alessia Della Pia, ammazzata a bastonate dal suo giovane fidanzato tunisino. Braccato su tutto il territorio nazionale, Mohamed Jella, 28 anni, un passato tra droga e guai con la giustizia, è riuscito tranquillamente a tornare a casa. A Tunisi. Dove da un anno e mezzo vive tranquillamente e non si nasconde affatto continuando a mostrarsi sui social con tanto di occhialoni firmati, cane e ovviamente donne. Nella più assoluta impunità. Nonostante penda sulla sua testa un mandato di cattura europeo ed internazionale. Ma si sa che in molti casi il diritto internazionale è più virtuale dei social…

Alessia Della Pia, uccisa il 6 dicembre 2015

Un dolore per i familiari della povera Alessia Della Pia che si era illusa di poter cambiare quel giovane scapestrato, ma anche una figuraccia mondiale per l’Italia e il suo Governo che continua ad accogliere a piene mani e non è in grado minimamente di far rispettare la giustizia né di avere un peso politico internazionale.

Il caso, quindi, sollevato in tv dalla trasmissione Quarto Grado, non poteva non finire in Parlamento. Il deputato Walter Rizzetto, ex M5S ora Fratelli d’Italia, ha presentato un’interrogazione urgente al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, e al ministro degli Esteri, Angelino Alfano, e spedito una lettera all’Ambasciata tunisina. Perché è intollerabile in un mondo più civilizzato che civile che possano accadere situazioni imbarazzanti oltre che dolorose di questo tipo.

Rizzetto ha sottolineato nell’interrogazione che la polizia tunisina avrebbe respinto senza motivo la richiesta della Procura e dei Carabinieri di Parma, formulata tramite l’Interpol, di una collaborazione nelle indagini. Risultato? A breve inizierà il processo a carico dell’ennesimo “fantasma”, che si concluderà con l’ennesimo spreco di denari pubblici e senza risultato reale.

Rizzetto chiede quindi ad Alfano se è a conoscenza di tutto questo e come intende intervenire per assicurare giustizia alla vittima di un delitto efferato come ha dimostrato l’autopsia. Il deputato ha chiesto anche all’ambasciatore tunisino in Italia quale sia la sua posizione in merito. Anche perché fin dal 1967 fra Italia e Tunisia esiste un trattato che prevede anche l’estradizione.

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