Omicidio Tommy, la difesa della Conserva: processo da rifare, ecco perché

Omicidio Tommy, la difesa della Conserva: processo da rifare, ecco perché

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Mamma Paola Pellinghelli dal 2006 si chiede ancora “perché?”. Non ha capito perché qualcuno le ha strappato per sempre quel bimbo, Tommy, rapito e brutalmente ucciso in pochi minuti. Una sofferenza infinita alla quale rischia di aggiungersi adesso altro dolore. Prima la probabile scarcerazione per semilibertà di coloro che la giustizia ha ritenuto colpevoli di quell’orrendo delitto, adesso addirittura la possibile revisione del processo. Un’altra verità. Nuove rivelazioni che affondano senza pietà nel privato, che riacutizzano un male profondo mai guarito.

Il consulente della difesa di Antonella Conserva, condannata a 24 anni di carcere per aver parte al sequestro del piccolo, Carmelo Lavorino – come riporta oggi Gazzetta di Parma – ha lanciato la bomba: il processo è da rifare. Perché? Non fu un sequestro di persona mirato a chiedere il riscatto, ma un omicidio premeditato. Un rapimento che doveva finire proprio come è finito. Perché? Per vendetta verso gli Onofri. Con altri mandanti – “un gruppo criminale” – ed altre motivazioni. Quindi Antonella Conserva non c’entra nulla. Questa la posizione di Lavorino che insieme agli avvocati della difesa sta mettendo tutto nero su bianco – con “prove e testimonianze” – per chiedere alla Corte d’Appello di Bologna la revisione di quel processo.

Mario Alessi - Antonella Conserva

Per Mario Alessi, autore materiale del sequestro e del delitto, cambia poco: è già all’ergastolo. Salvatore Raimondi, complice nel rapimento e per questo condannato a 20 anni, la cui impronta ha consentito di svelare il mistero, non potrà essere processato due volte per lo stesso delitto, quindi tra qualche anno sarà un uomo libero. Antonella Conserva, invece – tirata in ballo anche dall’ex compagno Alessi – potrebbe trarne benefici e persino chiedere i danni per l’ingiusta detenzione. Il tutto ovviamente se i giudici dell’appello riterranno che le “prove” trovate dalla sua difesa siano tali da cambiare radicalmente la storia che ha fatto inorridire l’Italia.

Una storia che rischia di essere senza fine e probabilmente anche senza verità, se non quella giudiziaria che mette il cuore in pace alla società. Ma non a mamma Paola e alla sua famiglia, devastata per sempre. Nella quale non c’è più neppure papà Paolo Onofri, stroncato dopo anni di sofferenza dalle conseguenze di un infarto. Sarebbe capitato lo stesso? Possibile, ma certo le ultime vicende non hanno aiutato il suo cuore.

Una telenovela senza fine, nella quale per la verità tanti dubbi sono rimasti. Davvero la vista di quei lampeggianti a distanza avrebbe spaventato così tanto i balordi, da indurli ad uccidere senza pietà un bimbo di soli 18 mesi che mai avrebbe potuto riconoscerli, né testimoniare contro di loro? Alla follia come alla stupidità non c’è limite, quindi tutto è possibile. Ma questi dubbi saranno davvero sciolti da queste nuove “verità”, oppure si aggiungerà soltanto dolore al dolore?

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