Una mamma: telefonini in classe e cyberbullismo, genitori e scuola se ne...

Una mamma: telefonini in classe e cyberbullismo, genitori e scuola se ne fregano

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Egregio direttore,

sono una mamma e abito a Parma, le scrivo in merito ad una situazione che ormai non è ulteriormente sostenibile. Mia figlia maggiore frequenta una scuola media della città. Purtroppo anche nella nostra classe si verifica quotidianamente un abuso da parte di questi ragazzi dei telefonini anche in ambito scolastico… Non dico che non siano strumenti utili, anzi, ma non esageriamo… a scuola i nostri ragazzi non sono in uno stato di necessità e il telefono non è che una distrazione maggiore.

Molti insegnanti non si accorgono nemmeno che i ragazzi (non tutti per fortuna) li utilizzano durante l’intervallo o peggio durante le lezioni e la cosa peggiore è che nel gruppo della classe (che ovviamente i ragazzi tra loro hanno creato) nascono invidie, disagi e manie di onnipotenza… come se il mezzo tecnologico facesse da filtro… e li autorizzasse ad utilizzare un linguaggio scurrile, maleducato e offensivo… facendo sentire i ragazzi liberi di esprimersi in ogni modo possibile…

Quando, però, dopo l’ennesima offesa e bestemmia ascoltata nel gruppo classe, io mi sono ribellata e ho chiesto agli altri genitori spiegazioni in merito, mi sono sentita rispondere in modo molto sereno che i soggetti “non facevano nulla di male”, “non era importante, tanto il ragazzino in questione non era il loro” e la più ovvia di tutte “sono ragazzi e queste ragazzate…”.

Io non ci sto! Non è a questo che serve la tecnologia, così facendo si creano mostri cibernetici che credono che sul web si possa fare e scrivere tutto ciò che si vuole, che un domani davanti ad un atto di bullismo cibernetico si nasconderanno dietro una tastiera. Non è così che noi genitori (e istituzioni) dobbiamo vigilare.

Alla mia richiesta di creare un cestino dei telefonini all’inizio delle lezioni per poi riconsegnare ai ragazzi i telefoni una volta finita la mattinata scolastica mi è stato risposto che ”i genitori non vogliono” e che è una “violazione alla privacy e della proprietà privata”. Io credo francamente che queste siano solo scuse anche da parte delle stesse persone che dovrebbero vigliare sui ragazzi (noi genitori compresi).

Non facciamo finta di niente, alle volte è più comodo lasciare correre e giustificare tutto. Faccio un appello perché vengano risvegliate le coscienze di noi genitori perché anche se non è facile siamo noi i primi responsabili di quello che i nostri figli fanno nel bene e nel male…

Mamma Katy

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