Antonio Farnese, il duca che portò il Carnevale a Parma e Piacenza

Antonio Farnese, il duca che portò il Carnevale a Parma e Piacenza

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Era il carnevale del 1727 quando l’inaspettata notizia della morte di Francesco Farnese, a soli quarantotto anni, attraversava con la velocità di uno degli splendidi cavalli delle scuderie ducali il tratto di via Emilia che congiunge Piacenza a Reggio per giungere alle orecchie di Antonio Farnese; il terzo tra i figli maschi di Ranuccio II.

Quello che sarà l’ultimo duca Farnese di Parma riceve la notizia mentre si trova nelle terre reggiane per festeggiare il carnevale. Fuori dai confini dello Stato che apparteneva alla sua casata da un secolo e mezzo e lontano dal rigore e dall’austerità imposta dal fratello Francesco e ancor prima dal padre Ranuccio II che avevano vietato da quasi quarant’anni i festeggiamenti carnascialeschi.

320px-Antonio_Farnese,_Duke_of_Parma_on_horseback_by_Ilario_Spolverini_(1657-1734)
Antonio Farnese a cavallo in un ritratto di Ilario Spolverini

A partire dall’età di diciott’anni Antonio compare qua e là a zonzo per l’Italia e l’Europa. Da Milano a Torino poi l’Inghilterra, il Belgio, l’Olanda e la Germania infine a Vienna alla corte dell’Imperatore Leopoldo. Le pubbliche relazioni erano il pretesto per una vita godereccia dove il cibo e le donne erano un elemento molto importante.

E’ a Venezia attirato dai festeggiamenti del carnevale dell’anno 1700 dimostrando, ancora una volta, una passione sfrenata verso le feste mascherate e il clima ludico e irriverente.

I rapporti tesi con il fratello incoraggiano Antonio a stare sempre lontano dalla sua patria fino al fatidico carnevale del 1727 quando la notizia della morte del fratello Francesco Farnese lo catapulta alla guida del piccolo stato Emiliano.

Nei tre anni successivi, il breve periodo del suo regno, il Carnevale rinasce a Parma e Piacenza e diviene uno degli appuntamenti mondani più importanti del ducato.

Così lo descrive Anton Domenico Rossi nel suo volume Ristretto di Storia Patria: “il Duca nostro pensava ai divertimenti del carnevale… a noi non tocca di narrare il gran numero di mascherate, cavalcate, e ritrovamenti bizzarri di abiti, comparse, macchine e trasformazioni … un corso lunghissimo di carrozze a tre ordini quivi faceasi: aggiungeremo ancora, che sparsane per tutt l’Italia la fama, v’accorsero in gran numero distintissime persone così dalle vicine come dalle città lontane”.

A fine gennaio 1731, già in tempo di carnevale, muore Antonio, l’ultimo dei Farnese, pare per l’ennesima indigestione.

Maria Elena Mozzoni

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