Omicidio di via Gobetti: la verità di Luca Vescovi. Un testimone l’aveva...

Omicidio di via Gobetti: la verità di Luca Vescovi. Un testimone l’aveva già raccontata all’Eco di Parma

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Cocaina non marijuana. Era polvere bianca quella che Luca Vescovi, 36 anni, originario di Parma ma residente a Poviglio, era andato a comprare in via Gobetti in quella maledetta notte di Halloween. Quella in cui è morto, con la testa fracassata, Thankgod Omonkhegbele, 22enne pusher sconosciuto pure alle forze dell’ordine. A rivelarlo al giudice, in sede di dichiarazioni spontanee, è stato lo stesso Vescovi. Ed è la stessa versione che un testimone oculare aveva raccontato all’Eco di Parma (leggi), l’unico ad aver parlato di cocaina invece che di marijuana e ad aver fornito anche il motivo per il quale il 22enne si era attaccato all’auto – meglio, alla felpa del conducente – che ripartiva in tutta fretta: una differenza di 20 euro tra il prezzo pattuito per la coca e quello effettivamente pagato da Vescovi.

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Via Gobetti, il luogo in cui è stato ritrovato il cadavere verso le 3 del mattino del 1 novembre

Quest’ultimo, in carcere per omicidio volontario come disposto dal gip Maria Cristina Sarli che ha replicato il provvedimento della prima ora emesso dal tribunale di Reggio Emilia, ha però raccontato al giudice qualcosa di più: avrebbe pigiato il piede sull’acceleratore perché spaventato da un gruppo di pusher che lo stavano rincorrendo. E anche questa versione potrebbe trovare conferma nella rottura di uno stop posteriore della Fiat Punto guidata da Vescovi, sulla quale viaggiava pure un altro testimone le cui dichiarazioni sono risultate fondamentali per la risoluzione del caso. Qualcuno di coloro che lo stavano rincorrendo con un colpo avrebbe potuto rompere lo stop della vettura, i cui cocci erano stati poi repertati dalla polizia scientifica che ha determinato il tipo di auto, cercata e trovata poi nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza del San Leonardo che hanno consegnato agli agenti il numero di targa.

Adesso, per chiudere il cerchio, mancano soltanto i riscontri scientifici. Il pm Umberto Ausiello ha affidato l’incarico a Pasquale Linarello, ex ufficiale del Ris dei carabinieri, per effettuare tutte le perizie sulla Fiat Punto condotta da Vescovi e sul materiale trovato sotto le unghie del pusher 22enne. Nell’attesa, il 36enne rimane in carcere.

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