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Giornata contro l’Aids, a Parma il maggior numero di nuovi casi di virus Hiv

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Sono 288 i casi di infezione da Hiv registrati in Emilia Romagna nel corso del 2015. E il numero maggiore fra le province è quello di Parma, dove i nuovi casi di infezione sono stati 38. Vale a dire un’incidenza di 8,5 ogni centomila abitanti, ben oltre la media regionale che si ferma a 6,5. Il dato più basso è quello di Reggio Emilia con un’incidenza di solo 4,5 e un totale di casi registrati pari a 24 nuovi casi di Hiv positivi.

L’Aids sembra fare meno paura rispetto al passato perché meno se ne parla e perché i progressi straordinari della medicina hanno ridotto di netto il numero dei decessi, tanto che in molti casi ormai si tratta di un’infezione trattata quasi alla stregua di una malattia cronica. Ma due elementi vanno ancora tenuti ben presenti: primo l’Hiv, cioè il virus che porta all’Aids, esiste e non è stato debellato; secondo, il successo delle terapie antiretrovirali, oltre che il contrasto alla diffusione della malattia, dipende ancora dalla precocità della diagnosi.

Quindi il numero alto registrato a Parma, senza fare tyroppi allarmismi, può dipendere anche da una maggiore disponibilità delle persone più a rischio di sottoporsi al test rispetto ad altre realtà.

Il numero più alto in senso assoluto di nuovi casi si ha ovviamente a Bologna con 74 (7,3 ogni centomila abitanti), segue Modena con 36 (5 ogni centomila, il più basso indice dopo Reggio Emilia), Ravenna con 31 (incidenza 7,9), Forlì-Cesena con 28 casi (7,1 ogni centomila abitanti), Piacenza con 21 casi (7,3 ogni centomila abitanti). Chiudono Ferrara e Rimini con 18 casi a testa, ma con un’incidenza diversa: la prima 5,1 ogni centomila residenti, la seconda 5,9.

Una buona notizia però c’è: i 288 casi registrati nel 2015 sono in calo rispetto ai 338 del 2014 (7,6 ogni centomila abitanti), i 300  nel 2013, 373 nel 2012, 361 nel 2011, 388 nel 2010, 418 nel 2009.

Le persone che entrano nella fase conclamata della malattia nel 2015 sono state 77 (73 nel 2014, 78 nel 2013), pari a 1,7 casi ogni 100.000 residenti, un dato che pone l’Emilia-Romagna allo stesso  livello della Lombardia nel confronto nazionale e dopo Toscana, Lazio, Liguria. Erano 1,5 ogni centomila residenti nel 2014, 1,8 nel 2013, 2,2 nel 2012. Le persone con Aids in Emilia-Romagna sono prevalentemente maschi (rapporto maschio/femmina 2,9 a 1).

Nell’intero periodo di sorveglianza (2006 – 2015) tra le persone sieropositive, il 73,7% è maschio, il 32,7% ha 30-39 anni, il 70,9% è italiano. Le classi di età più colpite sono tra i 20 e i 49 anni (79,7%), i casi di sieropositività sono invece modesti tra i più giovani e negli ultracinquantenni. Il rapporto maschi/femmine è di 2,8 maschi sieropositivi per ogni donna. L’età media della persona al momento della diagnosi di Hiv è pari a 39,9 anni.

La modalità di trasmissione principale si conferma quella sessuale, con il 92% delle diagnosi anche nel 2015 (come nel 2014, era l’88% nel 2013, l’89% nel 2012, l’87% nel 2011): 49% attraverso rapporti omo-bisessuali, 43% eterosessuali. Molto bassa la percezione del rischio tra le persone eterosessuali: solo il 14,6% delle persone sieropositive l’ha dichiarata come motivazione del test di diagnosi.

Ad allarmare è il costante aumento delle persone che si scoprono sieropositive già in fase avanzata, o addirittura di Aids conclamato: nel 2015, in Emilia-Romagna, rappresentano il 51% delle nuove diagnosi. L’annuale rapporto regionale realizzato per la Giornata mondiale dell’1 dicembre contro l’Hiv/Aids descrive una realtà che, mentre l’anno scorso sembrava mostrare un’inversione di tendenza, è tornata invece a crescere.

L’Hiv e l’Aids non vanno sottovalutati – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio VenturiLe cure oggi sono importanti, ma si continua a morire. E quando non si muore si deve convivere con una malattia cronica per tutta la vita. Il mio invito è di essere consapevoli: è importante che i rapporti sessuali siano protetti, ed è importante fare il test Hiv perché il ritardo della diagnosi aumenta la probabilità di diffusione dell’infezione e ritarda l’avvio delle terapie antiretrovirali, meno efficaci di fronte a un sistema immunitario fortemente indebolito”.

Il Servizio sanitario regionale promuove interventi educativi (molti nelle scuole) per favorire una sessualità consapevole e garantisce il test Hiv gratuito e anonimo.

Per la Giornata mondiale dell’1 dicembre tante le iniziative promosse in tutta la regione da Aziende sanitarie, associazioni di volontariato, enti locali, a partire dai test day per la diagnosi dell’Hiv in molte piazze dell’Emilia-Romagna, fino ai primi di dicembre.

A Parma, in particolare, dopo i test day dei giorni scorsi anche in piazzale Picelli, le iniziative di prevenzione proseguono fino al 2 dicembre all’ambulatorio delle malattie infettive dell’ospedale dove sarà possibile effettuare il test HIV senza prenotazione né richiesta del medico, in modo gratuito ed  anonimo, con counselling pre e post test dalle 10 alle 12. In provincia, invece, i test saranno alla Casa della Salute di Busseto il primo dicembre dalle 10.30 alle 12.30. Sarà possibile ritirare le risposte dei test a Vaio, il 12 dicembre dalla 8.30 alle 13.30.

“Proteggersi sempre, discriminare mai” è il messaggio della campagna regionale di informazione e sensibilizzazione rivolta ai cittadini. “E’ importante essere informati e comprendere che ogni diffidenza nei confronti di chi ha l’Hiv non è motivata” è un altro messaggio: all’attenzione per la prevenzione si affianca l’impegno a contrastare lo stigma, il pregiudizio nei confronti delle persone sieropositive o malate di Aids.

Tra gli strumenti messi in campo (oltre a manifesti e video) anche una campagna web che parte in questi giorni su Google e Youtube e proseguirà nelle prime settimane del nuovo anno.

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