Risarcimento danni alluvione 2014, Alinovi scrive a Renzi: cambiare i criteri

Risarcimento danni alluvione 2014, Alinovi scrive a Renzi: cambiare i criteri

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2016-11-22-alinovi-rimborsi-alluvione

Criteri per la concessione dei rimborsi ai privati per l’alluvione del Baganza dell’ottobre 2014 non adeguati. L’assessore Michele Alinovi prende carta e penna e scrive direttamente al presidente del consiglio Matteo Renzi, che ha la delega alla Protezione civile. Accanto all’assessore all’urbanistica in questa battaglia anche Tiziano Di Bernardo, dirigente del Settore Pianificazione e Sviluppo del Territorio – Servizio Edilizia Privata – Suap – Sportello unico attività produttive – del Comune.

“La procedura di rimborso che ha permesso al Comune di inviare le richieste per tempo alla Regione – ha spiegato l’assessore Alinovi – è stata resa possibile grazie al coinvolgimento dei tecnici comunali, dei rappresentanti degli ordini professionali che hanno collaborato con il Comitato Alluvionati per compilare le perizie legate alla rendicontazione dei danni”.

L’assessore si è poi concentrato sul significato della lettera che ha inviato al premier Renzi (Scarica la lettera).

“Abbiamo riscontrato delle falle nell’applicazione dei criteri per la determinazione e concessione dei contributi – sostiene Alinovi -. Si tratta di una lettera garbata con cui abbiamo fatto presente alcune criticità. Il Comune ha inviato come rendicontazione dei danni alla Regione un importo lordo pari a 2 milioni di euro, che sono, al netto, 1 milione e mezzo”. Le criticità maggiori – ha spiegato l’assessore – sono legate ai bassi servizi colpiti dall’alluvione. Sono i piani terra, i semi interrati, le cantine, le taverne ed i garage per cui, se esterni al corpo dell’immbile, per esempio, non è contemplato nessun rimborso. Ed è questo un primo punto sollevato dal Comune a cui si aggiunge il fatto che in certi casi le fatture sono state pagate da figli o nipoti dei proprietari degli appartamenti alluvionati, ma la norma prevede che siano rimborsabili solo i diretti intestatari.

Anche in questo caso si è chiesto di allargare le maglie. Altro tema è quello del rimborso forfettario di 300 euro per i beni mobili presenti in cucine, camere, salotti. Anche in questo caso non vengono risarcite autorimesse, cantine e taverne per cui il Comune ha chiesto di riaprire i termini riconoscendole tra quelle per cui si possibile ricevere un contributo. “Il nostro auspicio – ha concluso Alinovi – è che il presidente del consiglio e gli altri destinatari della lettera prendano in considerazione le nostre richieste”.

Il dirigente, Tiziano Di Bernardo, si è soffermato sul percorso delle date legate alla richiesta di rimborso ed ha parlato dell’organizzazione degli uffici per dare seguito alle istanze dei cittadini, grazie alla collaborazione con gli ordini professionali, il comitato alluvionati e gli amministratori di condominio.

Con Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile n.374/2016, in attuazione della delibera del Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016, sono stati emanati i “Criteri direttivi per la determinazione dei contributi ai soggetti privati per i danni occorsi al patrimonio edilizio abitativo ed ai beni mobili”. Tale ordinanza per la nostra città si riferisce alla dichiarazione di stato d’emergenza in conseguenza delle eccezionali avversità atmosferiche che hanno colpito il territorio delle Province di Parma e Piacenza nei giorni 13 e 14 ottobre 2014 e cioè durante l’esondazione del torrente Baganza che ha investito i piani seminterrati e piani terra degli stabili, principalmente cantine, garage, spazi comuni condominiali.

Potevano richiedere i contributi coloro che avevano presentato scheda B per la ricognizione dei danni. Sono pervenute entro i termini (29 settembre 2016) all’Amministrazione Comunale 233 domande di contributo. Dall’istruttoria di tutte le domande presentate risultano non rientrare nei Criteri e pertanto non ammissibili 46 richieste, mentre ne risultano ammissibili 187, di cui 42 sono state soggette a controllo a campione, tutte con esito favorevole.

In ottemperanza alle disposizioni dell’Ordinanza il Comune di Parma ha provveduto a trasmettere all’Agenzia per la Sicurezza del Territorio e Protezione Civile la rendicontazione per l’ammissione ai contributi per il risarcimento dei danni.  Complessivamente la somma determinata è di 1.505.525,05 euro per i beni immobili, già al netto della percentuale prevista nell’Ordinanza, e 14.700 euro per i beni mobili, per un totale di 1.520.225,05 euro. Le cifre più importanti sono state assegnate ai condomini per la riparazione di ascensori, caldaie, impianti elettrici comuni.

L’importo indicato potrà essere oggetto di una rideterminazione al termine dell’attività istruttoria condotta in tutti i Comuni della Regione Emilia Romagna colpiti da eventi calamitosi citati nella Delibera del Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016, sulla base delle risorse effettivamente disponibili.A seguito dell’esito della verifica da parte della Regione Emilia Romagna, entro fine anno il Dipartimento della Protezione Civile deve predisporre la delibera da sottoporre al Consiglio dei Ministri. Il contributo effettivamente riconosciuto, sotto forma di finanziamento, verrà utilizzato dal beneficiario per i pagamenti alle imprese fornitrice ed esecutrice degli interventi ancora da realizzare e/o a titolo di rimborso per le spese eventualmente già sostenute. Si attendono precisazioni in merito.

Restano esclusi per legge dai risarcimenti una serie di casistiche quali: ripristini ad autorimesse crollate/danneggiate, se ubicate in unità strutturali distinte dall’abitazione; ripristini fatturati a persone diverse dall’intestatario della scheda “B”; ripristini in economia non documentabili con fatture/scontrini fiscali; ripristini eseguiti da eredi non coabitanti con il defunto al momento dell’evento calamitoso; ripristini ad autorimesse che non costituiscono pertinenza ad una abitazione, Inoltre non sono stati riconoscibili i danni ai beni mobili contenuti nelle pertinenze danneggiate (cantine e garage) e comunque risulta inadeguato l’importo di 300 euro a vano utile principale (cucina, soggiorno, camera).

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