Sallusti con Parma per l’Italia: “no” al referendum

Sallusti con Parma per l’Italia: “no” al referendum

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view1Il comitato per il no Parma per l’Italia parte dalle Terme Baistrocchi di Salsomaggiore con la sua campagna informativa contro la riforma costituzionale voluta dal governo di Matteo Renzi. Ospite dell’incontro, il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, che ha dato diverse motivazioni sia per andare a votare, sia per esprimersi in favore del no.

All’incontro promosso dal comitato presieduto da Lupo Barral – composto inoltre dal vicepresidente Alice Brambilla e da Francesca Gambarini, Nicolas Brigati e Beatrice Peronaci – hanno preso parte anche i rappresentati dei comitati per il no ControCorrente per il no e No grazie Fidenza Salso.

Il direttore Sallusti ha sottolineato la necessità della vittoria di un no “ottimista”, perchè l’obiettivo è una riforma migliore. Andare a votare al referendum è importante, ha aggiunto il direttore, perché questo è un referendum confermativo che sarà valido a prescindere dalla percentuale dei votanti. In altre parole, è un referendum senza quorum. Valido anche se vota solo Renzi.

“Votare no al referendum non vuol dire non volere cambiare nulla – ha precisato Sallusti -. Vuol dire non accontentarsi di una riforma raffazzonata, scritta male e che complicherà ancora di più le cose, ma volere una riforma seria che renda davvero l’Italia moderna. Dietro ci sono tanti interessi che non coincidono con i nostri, perchè Renzi non fa niente se non conviene a lui e a lui soltanto. Non dimentichiamo poi che la Merkel e Obama si sono espressi a favore della riforma: questo è il più chiaro segnale che dietro ci sono interessi che non sono quelli degli italiani. La Costituzione, però, va cambiata perché l’Italia ora è ingovernabile ma non si può cambiare a colpi di maggioranza – ha continuato Sallusti -. Se la Costituzione rappresenta le regole del gioco, deve essere cambiata con una riforma condivisa da tutti. Non lo si può fare con un Parlamento dichiarato illegittimo ed un Governo che non rappresenta nessuno”.

Il direttore de Il Giornale, dialogando con Brambilla e Barral, ha poi smontato alcune argomentazioni a favore del sì che stanno circolando in questi giorni. “Non è vero che se vince il no, il Paese va a rotoli perché peggio di così non può andare. Non è vero nemmeno che il Senato costerà meno e non avrà potere. Il Senato non viene abolito e avrà gli stessi costi di ora. I senatori, che non saranno più eletti dai cittadini ma nominati dai partiti oppure scelti con un meccanismo complicato, riceveranno rimborsi e niente vieta al Parlamento di fare una legge ordinaria per stipendiarli. Non è neppure vero che non avrà potere perché se non contasse nulla sarebbe stato abolito”, ha spiegato Sallusti.

Il braccio di ferro sul referendum, quindi, continua senza tregua. Con il centrodestra compatto per il “no”, con motivazioni che in buona parte coincidono con quelle portate avanti dalla sinistra e dall’Anpi.

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