Eutanasia e cultura dello scarto

Eutanasia e cultura dello scarto

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Signor Direttore,
la notizia dell’esecuzione di una eutanasia in Belgio su un minorenne è la naturale e prevedibile prosecuzione della nefasta cultura relativista radicale che sta invadendo ed ammorbando l’Europa intera. Si invoca la libertà di scelta e si finisce a poco a poco, in piena contraddizione logica, per applicarla anche sui minori, da sempre tutelati da leggi speciali che possano garantire la loro intrinseca fragilità dovuta all’età dalla prepotenza e dagli interessi degli adulti. Un minorenne è capace di intendere e di volere? Dove è il principio di precauzione? Addirittura nei Paesi Bassi, e siamo in Europa, viene autorizzata l’eutanasia sui neonati e i maggiori di 12 anni!
I fautori del “pro choice” si stanno perciò arrampicando sempre più sugli specchi. Dove è la libertà di scelta? Si abbia a questo punto il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. L’eugenetica in realtà sta avanzando in tutta Europa e con essa la cultura dello scarto, denunciata con insistenza anche dallo stesso Papa Francesco. Le sofferenze possono essere lenite dalle terapie e dall’accudimento, come testimoniano da parecchio tempo gli innumerevoli Hospice, centri specializzati allo scopo. Una persona in stato di malattia grave spesso scivola in uno stato di depressione e ciò può essere interpretato, in mala fede o con perfetta ignoranza, come “richiesta libera” di voler morire. I registri dei testamenti biologici disseminati in Italia, Parma compresa, non contemplano mai questo rischio. Non sono registri perciò garantisti nei confronti degli ammalati. In realtà la cultura radicale di massa indotta da centrali culturali ed economiche molto potenti sta inducendo l’assunto che la vita sofferente sia una vita inutile. Niente di più falso. È necessario perciò un grande risveglio spirituale delle coscienze per contrastare tale barbarie. La vita umana è sacra. Non esistono vite umane prive di dignità.

Glauco Santi

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