Truffa anziani a Parma col sistema del finto incidente del figlio. Denunciato...

Truffa anziani a Parma col sistema del finto incidente del figlio. Denunciato un napoletano

1586
0
CONDIVIDI

A distanza di qualche mese, un altro caso di truffa ai danni di anziani di Parma è stato risolto dagli uomini della Squadra mobile. A finire nei guai, ma non certo per la prima volta, C.F., 40 anni, napoletano, denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Parma, mentre si trova dietro le sbarre a Milano per altrettante truffe messe a segno in Lombardia.

Il sistema ormai consolidato è sempre lo stesso: il finto avvocato in casa, l’altrettanto maresciallo dei carabinieri tarocco al telefono. Protagonista inconsapevole della vicenda, il figlio finito nei guai in seguito a un incidente, vittime gli anziani genitori.

Tutto è accaduto qualche mese fa in una abitazione nei pressi della stazione ferroviaria. Verso le 13, un uomo qualificatosi come avvocato, si era presentato alla porta dell’abitazione della coppia di anziani, sostenendo che il loro figlio aveva investito una persona con l’auto, che si trovava presso la caserma dei carabinieri e che, per evitare l’arresto, avrebbero dovuto pagare una cauzione di 3.000 euro in contanti o con oggetti in oro di pari valore.

Mentre “l’avvocato” raccontava la sua storiella, al telefono fisso dell’abitazione dei due anziani arrivava puntuale la telefonata del “maresciallo dei carabinieri”, il quale neanche a dirlo confermava la dinamica, invitando l’anziano a pagare la cauzione altrimenti era costretto ad arrestare il figlio. I due anziani, spaventati e preoccupati, consegnavano al finto avvocato tutto il denaro custodito in casa, appena 150 euro, che ovviamente non bastavano affatto al finto avvocato, tanto che “gentilmente” l’uomo ha accompagnato la coppia al bancomat per prelevare altri 250 euro.

Il malvivente, non pago, riaccompagnava a casa i due anziani ed una volta all’interno dell’abitazione, con tono imperativo, diceva loro che i soldi non bastavano e che dovevano dare anche dei gioielli altrimenti il maresciallo avrebbe arrestato il loro figlio. La donna a quel punto, forse anche perché intimorita dai toni del sedicente avvocato, prendeva in mano il telefono di casa per chiamare il figlio ma, appena appoggiata la cornetta all’orecchio, udiva la voce del finto maresciallo dei carabinieri che, stizzito e con tono minaccioso, le diceva che non aveva tempo da perdere e che se non gli interessava niente della sorte del figlio poteva far quello che voleva in quanto lui lo avrebbe arrestato e portato in galera. L’uomo all’altro capo del filo, infatti, non aveva mai staccato la comunicazione, impedendo così agli anziani di rivolgersi a qualcuno.

A quel punto la donna consegnava al malvivente tutti i gioielli custoditi in casa, tra cui una catena in oro rosso per orologio da tasca, due fili in oro giallo con perle, un paio di orecchini in oro giallo, un paio di orecchini con perle ed un anello. Visto che altro non c’era, il finto avvocato mollava quindi la presa e si allontanava.

Solo al rientro in casa del figlio, i due anziani si son resi conto di essere stati truffati in quanto nulla era accaduto.

Gli investigatori della Sezione Antirapine della Mobile provvedevano subito ad acquisire le immagini della telecamera posizionata sul bancomat ove i due anziani avevano effettuato i prelievi di denaro poi consegnato al truffatore, ma il suo volto risultava sconosciuto. Indagini a un punto morto, quindi, per gli uomini di Borgo della Posta.

La svolta, però, la dava tempo dopo l’anziana vittima, che si presentava presso gli uffici della Squadra Mobile riferendo di aver appreso da un amico residente a Milano che era stato arrestato un uomo di origine napoletana per truffe agli anziani, a segno in due province della Lombardia, con il medesimo modus operandi. Di solito, infatti, la telefonata del finto maresciallo preannuncia l’arrivo dell’avvocato, mentre in questo caso, per essere più credibile, le due cose avvengono in contemporanea. La donna a quel punto ha chiesto agli agenti di mostrarle la fotografia.

Una mossa vincente, perché gli agenti, acquisita la foto segnaletica di Milano, si accorgevano della somiglianza con l’uomo dei fotogrammi della telecamera del bancomat. Ma per chiudere davvero il cerchio, gli agenti hanno quindi allestito un fascicolo fotografico nel quale venivano inserite numerose fotografie tra cui quella del sospettato per mostrarle ai due anziani. Nessun dubbio: la coppia ha riconosciuto in C.F. il finto avvocato nelle cui mani avevano messo soldi e gioielli. Per il 40enne napoletano è quindi scattata la denuncia a piede libero per truffa in concorso.

Nessun commetno

Lascia una risposta: