Prosciutto scadente con marchio Dop, il Nas ne sequestra 40 tonnellate tra...

Prosciutto scadente con marchio Dop, il Nas ne sequestra 40 tonnellate tra Parma e Bologna. Coldiretti: “Serve inasprimento legge”. Confindustria: “Ci costituiremo parte civile”

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1448524669151.jpg-nasDi qualità avevano soltanto il marchio Dop e sarebbero presto finiti ad aziende che producono pasta ripiena. Sono i salumi sequestrati dal Nas di Bologna, nell’ambito di una vasta operazione di controllo che ha interessato anche le province di Modena e di Parma. I militari hanno sequestrato in tutto oltre 40 tonnellate di prosciutto crudo e di ritagli di posciutto, per un valore commerciale stimato in 500mila euro.

In particolare, l’amministratore delegato di una azienda operante nel settore della produzione, lavorazione e commercializzazione di prosciutti nella provincia di Parma, è stato denunciato alla Procura della Repubblica per frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine e detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione. Il produttore, secondo l’accusa mossa dai carabinieri del Nas, avrebbe commercializzato scarti di lavorazione e prodotti in cattivo stato di conservazione che, invece di essere avviati allo smaltimento, venivano presentati come “ritagli prosciutto stagionato”, ad aziende alimentari attive nella produzione di pasta ripiena e salumi, tratte così in inganno loro stesse prima ancora dei propri clienti.

Gli stessi reati sono stati contestati anche ad altre due aziende operanti nelle province di Bologna e Modena, che avrebbero commercializzato tranci di prosciutto crudo etichettati e spacciati impropriamente con denominazione Dop.

Nell’ambito delle operazioni di controllo, oltre al sequestro dell’ingente quantitativo di prosciutto, sono state elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di 14mila euro. Tre in tutto le persone denunciate all’autorità giudiziaria, ovvero i titolari delle tre aziende visitate dai carabinieri del Nas di Bologna.

Secondo Coldiretti “La scoperta di prosciutto crudo etichettato e spacciato impropriamente come Dop con l’utilizzo di scarti per farcire pasta ripiena è la punta dell’iceberg di un fenomeno in crescita che ha portato nel 2015 a sequestri nella filiera della carne per 78,7 milioni”. Un commento positivo quindi sull’efficiente operazione dei Nas dei Carabinieri a Bologna.

“Le frodi a tavola si moltiplicano nel tempo della crisi soprattutto con la diffusione dei cibi low cost e sono crimini particolarmente odiosi perché si fondano sull’inganno nei confronti di quanti, per la ridotta capacità di spesa, sono costretti a risparmiare sugli acquisti di alimenti. Oltre un certo limite non è possibile farlo se non si vuole mettere a rischio la salute. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano però la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata. In Italia sono allevati più di 8 milioni di maiali destinati per il 70 per cento alla produzione dei 36 salumi che hanno ottenuto dall’Unione Europea il riconoscimento di denominazione di origine (Dop/Igp) che vanno protetti dalle frodi e dalle sofisticazioni. Il settore della produzione di salumi e carne di maiale in Italia, dalla stalla alla distribuzione, vale 20 miliardi” conclude Coldiretti Emilia-Romagna.

“Confconsumatori si costituirà parte civile nel processo penale che dovesse aprirsi a seguito della vicenda, come già ha fatto in molte altre occasioni per rappresentare il “danno collettivo” subito dalla comunità civile e il danno d’immagine subito, in questo caso, dalla città di Parma che, solo lo scorso dicembre, ha ottenuto il riconoscimento di “Città creativa per la gastronomia”. Non è certo questo tipo di creatività truffaldina che vogliamo ci renda famosi nel mondo”. Così dichiara Mara Colla, presidente di Confconsumatori che prosegue “L’articolo 32 della Costituzione pone la salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività; per questo Confconsumatori chiede alla Magistratura che chi attenta alla salute pubblica venga duramente colpito dalla legge. Augurandoci che possa trattarsi di un caso isolato, ringraziamo le Autorità di controllo per quanto fanno per la tutela della salute dei cittadini”.

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