Amministrative, Serpagli (Pd): poteva andare meglio. Dall’Olio: subito primarie per Parma

Amministrative, Serpagli (Pd): poteva andare meglio. Dall’Olio: subito primarie per Parma

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Serpagli Gianpaolo
Gianpaolo Serpagli

“Abbiamo ottenuto un buon risultato, anche confrontandolo con il trend regionale e nazionale: su nove Comuni al voto sei sono stati vinti dal candidato sostenuto dal Pd”. Il segretario provinciale del Partito democratico di Parma Gianpaolo Serpagli usa queste parole per commentare l’esito delle elezioni amministrative di domenica scorsa. “Da questa tornata elettorale – spiega – appare chiaro che il centrosinistra unito tiene: se non ci dividiamo riusciamo a portare a casa degli ottimi successi”.

Il riferimento a Traversetolo dove non sono mancati i mal di pancia e soprattutto a Busseto, è più che esplicito. Serpagli, poi, ci tiene a sottolineare un aspetto. “Sono convinto – dice – che nella maggior parte dei casi siamo stati in grado di parlare ai cittadini dei temi importanti come il welfare e la sicurezza e a proporre risposte concrete alle difficoltà che ogni giorno devono affrontare. Sono sicuro che gli eletti saranno in grado di continuare in questo percorso”.

Secondo il segretario Pd, comunque, ci sono alcuni territori in cui si sperava in un risultato diverso. “Come partito – sottolinea – faremo un’attenta analisi del voto in particolare dove si è perso. Certamente salta all’occhio che dove il centrosinistra si è diviso, come a Traversetolo e Busseto, non è arrivato un risultato positivo, mentre quando siamo riusciti a trovare una sintesi siamo stati premiati dagli elettori. Dovremo continuare a lavorare per non ripetere gli stessi errori”.

Per concludere Serpagli fa poi un augurio a tutti i neo eletti. “Governare realtà piccole – spiega – non è per nulla semplice, ancora di più in questo momento di difficoltà economica. Per questo ci tengo a augurare a tutti gli eletti un buon lavoro. Voglio poi ringraziare tutto il popolo del Partito democratico di Parma, dai candidati ai singoli volontari, che, ancora una volta, hanno dimostrato che se la politica viene fatta con passione può portare a importanti risultati”.
Nicola Dall'Olio
Nicola Dall’Olio

Ma sulla vicenda, con un più marcato riferimento al Comune di Parma, interviene con alcune considerazioni anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Nicola Dall’Olio.

“La prima, di rilievo anche nazionale, è che l’effetto Pizzarotti non c’è stato – sottolinea subito Dall’Olio -. Il conflitto interno tra Grillo e Pizzarotti con la sospensione e la più che probabile espulsione di quest’ultimo dal MoVimento non pare abbia avuto conseguenze sul piano elettorale per i 5 stelle. Al contrario il Movimento 5 stelle, rispetto alle precedenti amministrative, aumenta pressoché ovunque ed è il primo partito con valori vicino o sopra il 30% sia a Torino che a Roma. Nonostante l’insistente battage sui media nazionali, il fatto che Pizzarotti possa essere espulso non sposta voti e non intacca l’attuale forza elettorale del Movimento 5 stelle.E’ dal 2013, da quando Pizzarotti diede il via libera al nuovo statuto di Iren senza fiatare e pretendere in cambio la chiusura del termovalorizzatore, mettendosi così contro Casaleggio e Grillo – aggiunge Dall’Olio – che nel PD, a vari livelli, c’è chi ha pensato che contrapporre Pizzarotti a Grillo e magari investire sulla sua fuoriuscita dai 5 stelle potesse servire a spaccare ed indebolire il MoVimento”.

Una denuncia forte quella del capogruppo Pd in Comune, secondo cui comunque “i numeri dimostrano che questa idea era profondamente sbagliata. Da allora i 5 stelle, sul piano elettorale e delle intenzioni di voto, non hanno fatto che rafforzarsi e non sarà certo l’espulsione di Pizzarotti a invertire la tendenza. Le ragioni di questa avanzata elettorale sono evidentemente più profonde e più radicate nel paese e non si arginano certo con contrapposizioni gonfiate mediaticamente tra chi rappresenta l’anima del MoVimento e chi rimane un sindaco di provincia venuto dal nulla”.

Ma Nicola Dall’Olio appare piuttosto critico proprio con il suo partito, sostenendo che “a livello locale la vera opposizione a Pizzarotti non passa dagli esposti in procura e dagli avvisi di garanzia, come qualche commentatore di parte vorrebbe fare credere. Certo, quando ce ne sono gli estremi, l’opposizione è tenuta a fare le sue segnalazioni agli organi giudiziari e di garanzia, come ad esempio abbiamo fatto nel caso dell’alluvione o del referendum per gli asili. Ma non è su quel piano che si vincono le elezioni, come insegna il 2012. O la vittoria di ieri di Zedda a Cagliari, uno dei pochi ad avere vinto al primo turno, pur essendo stato indagato per un fatto analogo a quello di Pizzarotti, abuso di ufficio nella nomina del direttore del Teatro. Indagini poi archiviate senza procedere”.

“Ciò che conta per vincere le elezioni è evidentemente altro – riconosce Dall’Olio -. Se il centrosinistra vuole riconquistare Parma deve mettere in campo una leadership credibile e condivisa, al passo con i tempi e con il “sentiment” dell’elettorato e con una proposta vera per la città che sappia rispondere alle domande e ai bisogni dei cittadini meglio di quanto (non) ha fatto Pizzarotti. E soprattutto non deve arrivare diviso al momento elettorale”.

Da qui alle vicende Traversetolo e Busseto il passo è davvero breve. E Dall’Olio, ancora una volta, non risparmia critiche ai suoi per non aver fatto ricorso alle primarie previste dallo statuto del Pd. “Quando si riesce ad individuare un candidato unitario da tutti riconosciuto, non c’è bisogno di farle – sottolinea -. Quando queste condizioni non ci sono, le primarie diventano anche l’unico modo per ricondurre a una le diverse candidature. In quei casi, ostinarsi a non farle, oltre che andare contro allo statuto del Pd significa anche andare a sbattere. Se infatti le “primarie” invece di farle per tempo si fanno direttamente nelle urne, come accaduto a Busseto e Traversetolo, si perde. Matematico”.

Ma Nicola Dall’Olio è preoccupato per Parma 2017 che per la perdita di Busseto e Traversetolo a favore del centrodestra. E insiste sul bisogno di “avviare fin da subito un percorso aperto di primarie che guardi anche oltre il Pd. Se nel frattempo emergerà un candidato così autorevole e riconosciuto da mettere d’accordo tutti, ben venga, ne potremo fare a meno, o meglio le potremo fare lo stesso per dargli maggiore forza e legittimazione politica. Certo è che le candidature unitarie forzate non funzionano più. Rischieremmo semplicemente di rimandare le primarie alle urne. E abbiamo visto come va a finire”.

Messaggio chiaro, forse anche fin troppo, per il senatore Giorgio Pagliari e gli altri esponenti del Partito democratico parmigiano. Ma il fatto è che la posizione di Dall’Olio è chiara e non fa una piega, per questo a qualcuno potrebbe non piacere troppo.

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