Dall’Olio: Pizzarotti e la parabola (discendente) del buon amministratore

Dall’Olio: Pizzarotti e la parabola (discendente) del buon amministratore

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pizzarotti_irenUn giorno, per fare capire come era semplice procurarsi le bevende alcoliche nel quartiere Picelli, Nicola dall’Olio, convocati i giornalisti, entrò in un minimarket straniero (che aveva il divieto di vendere alcool), e pagato un euro ne uscì con una birra fresca e già stappata.

Questo gesto valse più di mille parole o proclami, per fare capire i problemi stanziali di questa zona dimenticata da Dio, leggi comune di Parma. Nicola Dall’Olio è quello che, sia in Consiglio che nel tempo libero, ha dedicato più tempo nel organizzare un’opposizione intelligente, senza mai alzare i toni dello scontro politico, ma determinato a cambiare per davvero e cose.

All’alba del Consiglio comunale dove il sindaco si ostina a tenere nascosto l’avviso di garanzia per abuso di ufficio, come i bambini piccoli le figurine, incontriamo il capogruppo del PD:

nicola dall olio

 

“Il sindaco in 4 anni che è alla guida della città non ha capito il ruolo del Consiglio, e snobbandolo da l’idea della sua caricatura di democrazia. Noi come minoranza abbiamo chiesto una mozione chiarificatrice ma lui si ostina ad ignorarci e così facendo ignora la città e tutti quelli che hanno votato. Forse il sondaco non ha capito che noi siamo in consiglio non per noi stessi ma come rappresentanti dei cittadini di Parma che ci hanno votato. Preferisce esternalizzare i suoi pareri sui social network invece che spiegarli ai rappresntanti della città, ovvero alla città stessa.

Questa è una mancanza di rispetto ed inoltre nella questione teatro Regio in pochi ricordano che questo ritardo fece perdere al teatro una serie di finanziamenti. Noi chiediamo l’azzeramento del cda del Regio anche perchè a tutt’oggi l’unico socio del teatro è il Comune. Bisogna allargare la base societaria coinvolgendo imprenditori, fondazioni bancarie, associazioni di categoria come i commercianti  e tutte quelle componenti della città che hanno a cuore il Regio. Anche perchè così un CdA è sprecato, basterebbe un amministratore unico.Noi all’epoca dei fatti eravamo intervenuti parecchie volte. Indire una gara pubblica con tanto di commissione e poi non prenderla in considerazione è stato un gesto sbagliato. Anche perchè le persone selezionate avevano portato un progetto triennale per fare ripartire il teatro e lui ne ha scelto una di testa sua che non ha portato il progetto.

Sui media nazionale Pizzarotti viene considerato un “bravo amministratore” e questa è la più grande mistificazione della realtà che si possa immaginare. Come può essere un bravo amministratore uno che tiene ferma da tre anni la scuola europea, un progetto da 10 milioni di euro? O uno che revoca il bando di integrazione scolastica per i disabili e chiude 200 posti per gli asili, facendo insorgere la città che ha stipato l’aula del consiglio comunale per contestarlo. Un sindaco che risponde dopo 7 mesi ad un referendum per gli asili, lui che insieme al suo partito lo aveva introdotto come strumento democratico. senza contare che aveva promesso che l’inceneritore sarebbe stato chiuso,mentre ora si parla di bruciare anche rifiuti da fuori città. E’ forse un bravo amministratore colui che da più di un anno non rinnova il contratto per l’illuminazione pubblica. La città poi è qui sotto gli occhi di tutti, le strade sono piene di buche, la raccolta differenziata non funziona, la delinquenza prospera e Parma una volta città modello sta rapidamente cambiando faccia. In peggio. Poi c’è la favola del debito ridotto che per metà arriva dalla vendita delle azioni Iren e l’altra metà alzando al massimo multe e tasse per i parmigiani.

La gente di Parma ha bisogno di una maggiore vicinanza tra loro ed i vertici ed ecco perchè insieme a Ghiretti stiamo organizzando delle visite ai quartieri disagiati cercando di ripristinare i consigli di quartieri che abbiano una sede operativa e vorremmo fare sì che la gente possa influire sui bilanci della città.

Solo decentrando i poteri del Comune si può arrivare ad una democrazia sul territorio. Questioni su cui l’attuale amministrazione non ha investito un solo euro. Insomma speriamo che il “buon amministratore” che tanto buono non ci sembra, si ravveda e inizi ad essere trasparente ed efficace per una città che non ne può più di essere presa in giro”.

Antonio Terraneo

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