Recapito postale, portalettere in presidio davanti alla Provincia

Recapito postale, portalettere in presidio davanti alla Provincia

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IMG_2053I portalettere di Parma e provincia si sono ritrovati sotto le bandiere sindacali in piazzale della Pace. Non moltissimi, ma una nutrita rappresentanza della categoria alle prese con una riorganizzazione del recapito decisa da Poste italiane che finora ha generato soltanto tonnellate di corrispondenza non consegnata e disagi agli sportelli per le raccomandate.

“La riorganizzazione serve solo a fare economie, sono state tagliate grandi zone di recapito, è stata introdotta la consegna a giorni alterni, ma così non si può offrire un servizio adeguato ai cittadini”, spiegano alcuni portalettere in presidio davanti al palazzo della Provincia dove si sono riuniti il presidente Filippo Fritelli con i sindaci e i parlamentari parmigiani per affrontare la delicata questione insieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

In vista dello sciopero dello straordinario già annunciato a livello regionale, i sindacati di categoria Slc Cgil, Slp Cisl e Uilposte Uil hanno voluto questo presidio in coincidenza con l’incontro promosso dalla Provincia di Parma sulla vicenda Poste, anche per sensibilizzare i cittadini su quanto sta accadendo.

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Un problema che in città si trascina ormai dal 22 febbraio scorso e che in provincia potrebbe presentarsi da fine maggio quando la riorganizzazione del recapito entrerà a regime su tutto il territorio. A Parma sono state tagliate ben 20 zone di recapito e si parla di un esubero di 50 portalettere che dovrebbero lasciare la strada per essere impiegati in altri servizi. Alcuni di loro hanno deciso volontariamente di consegnare la posta al di fuori dell’orario di servizio per evitare disagi ai cittadini, ma anche la loro buona volontà non basta. Sono oltre 8 le tonnellate di corrispondenza che si sono accumulate negli uffici di via Montebello e ci vorrà del tempo per smaltirle, mentre altri sacchi di lettere continuano ad arrivare.

“Stiamo rischiando il posto di lavoro”, dicono i postini in presidio che guardano con preoccupazione a quello che sembra essere diventato uno smarcamento di Poste italiane da quello che dovrebbe essere il suo core business: la posta.

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