A Parma aumentano i prezzi (+0,5%), ma gran parte d’Italia è in...

A Parma aumentano i prezzi (+0,5%), ma gran parte d’Italia è in deflazione

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A Parma aumentano i prezzi, mentre in Italia lievita il numero delle città in deflazione. Cioè dove l’inflazione è negativa a causa del taglio dei prezzi. Lo rivela l’Istat rendendo noti i numeri relativi al mese di marzo, quando in Italia si è avuto un calo dello 0,2% dell’inflazione dopo il -0,3% di febbraio. Ma su base annua il dato rimane ancora in territorio positivo con un modesto +0,2%.

Tendenza opposta si registra invece a Parma, dove i prezzi salgono dello 0,5%, e a Livorno (+0,1%). Non c’entra molto, ma curiosità vuole che siano due capoluoghi di provincia a guida 5 Stelle. Con il risultato che, secondo l’Unione nazionale consumatori, una famiglia parmigiana di 4 persone spenderà in un anno 240 euro in più. Risultati analoghi, tra i capoluoghi di regione, ad Aosta (+0,5%) e a Venezia (+0,1%). Nella vicina Reggio Emilia, invece, a marzo la variazione dei prezzi è nulla.

Salgono invece a 22 le città in deflazione, 14 delle quali sono capoluoghi di regione. A Bari e Potenza la deflazione è pari -1,0%, seguono Perugia, Cagliari e Catanzaro (-0,6%), Roma (-0,5%) e Firenze (-0,4%), Palermo (-0,3%), Torino, Ancona e L’Aquila (-0,2%). A Bologna, infine, i prezzi sono stabili su base annua. Nei comuni non capoluogo di regione con più di 150mila abitanti, i prezzi su base annua calano in otto città su undici: Verona (-0,9%) con un risparmio per famiglia di 403 euro, Reggio Calabria (-0,7%) e Catania (-0,5%); cali anche a Brescia e Padova (-0,4%), Modena e Ravenna (-0,2%) e Messina (-0,2%).

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