Dialcenter di Fornovo, medico e infermiera respingono le accuse. Il titolare non...

Dialcenter di Fornovo, medico e infermiera respingono le accuse. Il titolare non risponde al giudice

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Dialcenter FornovoNegano ogni responsabilità l’infermiera e il medico del Dialcenter di Fornovo, finiti nei guai nell’ambito dell’inchiesta sulle dialisi fittizie che sarebbero state registrate e mai eseguite al solo scopo di raggirare il sistema sanitario (Operazione DialBolik). Il titolare del centro privato che era convenzionato con l’Ausl di Parma, Gianpiero Longinotti, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere al gip Alessandro Conti, che insieme al sostituto procuratore Giuseppe Amara – che ha coordinato le indagini dei carabinieri del Nas di Parma – ha condotto oggi gli interrogatori di garanzia.

A comparire davanti al gip Conti, oltre a Longinotti, è stata l’infermiera Manuela Lavezzini che aveva il compito di coordinare le attività del centro dialisi di Fornovo. Entrambi sono finiti agli arresti domiciliari. La Lavezzini, a quanto pare, non solo avrebbe risposto alle domande del giudice, negando ogni responsabilità, ma avrebbe anche fornito spiegazioni in merito alle contestazioni che le venivano mosse nell’ambito dell’inchiesta.

Stessa scelta difensiva del medico, una donna residente nel Reggiano – accusata di aver autorizzato le dialisi che di fatto poi non sarebbero mai state effettuate, e per questo sospesa dall’attività lavorativa per 12 mesi – la quale davanti al giudice ha negato ogni addebito.

Intanto al Dialcenter di Fornovo è stata subito sospesa la convenzione con il servizio sanitario, pertanto tanti problemi in più per gli utenti che ogni due giorni devono sottoporsi inevitabilmente a dialisi. L’Ausl li ha infatti reindirizzati presso le strutture di Borgotaro e Parma, ma per loro si crea il disagio dello spostamento che in qualche caso non sarebbe compatibile con le condizioni di salute di pazienti anziani.

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