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Deborah in tv dalla D’Urso: dopo la denuncia per le sevizie a Villa Matilde, non trovo più lavoro

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Cattura2Si è trasferita a Milano, ma non riesce più a trovare una struttura che le dia un posto di lavoro. Lei è Deborah, la tirocinante che con la sua denuncia ha fatto partire l’inchiesta che ha portato alla luce il lager del secondo piano di Villa Matilde, la casa protetta di Neviano degli Arduini. Sette gli arresti operati dai carabinieri al termine dell’operazione Cerbero.

Deborah nel pomeriggio di venerdì 1 aprile ha partecipato a Pomeriggio 5, la trasmissione televisiva condotta da Barbara D’Urso su Canale 5, per raccontare quanto ha visto a Villa Matilde, ma anche per chiedere un’opportunità di lavoro. Dopo la denuncia, infatti, non riesce più a trovare un impiego in una casa di riposo. Nonostante il suo attestato di operatrice sociosanitaria, oltre che di economa dietista.

“Mi avevano presentato quella struttura come un’eccellenza”, ha detto tra l’altro Deborah, desiderosa di imparare il mestiere anche per aiutare il suo papà malato. Ma dopo un paio di giorni dall’inizio del tirocinio, è stata mandata al secondo piano, quello dei malati di Alzheimer, dove ha visto quello che non avrebbe mai voluto e dovuto vedere. Dall’episodio dell’anziano costretto a mangiare con la faccia per terra la pasta caduta sul pavimento a tanti altri episodi di cui sarebbe stata spettatrice.

“Le telecamere le hanno messe solo in cucina – ha detto fra l’altro Deborah – ma quando mettevano a letto gli anziani c’erano persone che gli saltavano sulla pancia”.

Deborah - tirocinante Villa Matilde

Deborah ha ribadito di essere stata minacciata se avesse parlato e di continuare a ricevere minacce telefoniche da quando sono scattati gli arresti a Nerviano degli Arduini.

“Il mio senso di coscienza mi ha fatta andare dai carabinieri per denunciare quello che era accaduto”, ha detto Deborah, aggiunge poi che per lei “non c’è una linea di confine tra chi guarda e chi commette queste cose”.

“Sono stanca di persone che vedono e stanno zitte per non perdere il posto di lavoro”, ha sottolineato. E ha più volte chiesto “giustizia per queste persone malate” che “non possono neppure parlare”.

“Ai parenti dico state attenti, state attenti, osservate meglio”, l’appello dell’operatrice sociosanitaria.

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