Sono sfilati uno dietro l’altro per l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini peliminari Paola Artusi i sette operatori di Villa Matilde finiti ai domiciliari per le violenze e i maltrattamenti subiti dagli anziani malati di Alzheimer ricoverati al secondo piano della casa di riposo di Neviano degli Arduini (leggi). Solo la marocchina Malika El Wahab, 57 anni, si è avvalsa della facoltà di non rispondere, ma pare sia intenzionata a chiedere il patteggiamento per una pena inferiore ai 2 anni che il pm Lucia Russo si è riservata di valutare anche alla luce del fatto che si è già dimessa dal lavoro. La connazionale Hafida El Fathaoui, 36 anni, invece ha risposto a tutte le domande, cercando di chiarire la sua posizione in merito alle contestazioni basate sulle immagini catturate dalle telecamere nascoste dei carabinieri.
Silvia Guazzetti, 46 anni, e Annamaria Selva, 48, si sono invece limitate a formulare delle dichiarazioni spontanee. Agnese Palladini, 33 anni, invece, avrebbe chiarito la sua posizione, ritenuta un po’ meno grave rispetto alle altre, tanto che la difesa chiederà la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari. Angelo La Macchia, 28 anni, ha risposto al giudice, spiegando quanto le intercettazioni audio-video mostrano. Pietro Di Nuzzo, 30 anni, l’ultimo a incontrare il gip Artusi, ha invece reso dichiarazioni spontanee anche sulle criticità della struttura.
Il giudice Artusi si è quindi riservato di decidere sulle misure cautelari in atto. Nei prossimi giorni saranno ascoltate anche le altre 5 persone indagate (chi sono).
Indagini, invece, sarebbero ancora in corso per le continue minacce ricevute dalla coraggiosa tirocinante che con la sua denuncia ha consentito di liberare gli anziani da un vero e proprio incubo (leggi).
