Operazione Cerbero: maltrattamenti su anziani a Villa Matilda di Neviano, ecco chi...

Operazione Cerbero: maltrattamenti su anziani a Villa Matilda di Neviano, ecco chi sono i 7 operatori arrestati. L’Ausl: convenzione sospesa. Le reazioni

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Villa Matilde NevianoI Carabinieri della Compagnia di Parma hanno arrestato, su ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa – su richiesta del sostituto Lucia Russo della Procura della Repubblica di Parma, che ha coordinato le indagini – dal Gip presso il locale Tribunale, 7 persone, cinque uomini e due donne, per concorso in “maltrattamenti aggravati” in danno di anziani. Tutti sono ora ai domiciliari. Si tratta di Hafida El Fathaoui, 36 anni, marocchina residente a Neviano; Silvia Guazzetti, 46, di Ramiseto; Annamaria Selva, 48, campana residente a Canossa; Angelo Lamacchia, 28, siciliano residente a Quattro Castella; Agnese Palladini, 33, residente a Lesignano; Malika El Wahab, 57, marocchina residente a Traversetolo; Pietro Di Nuzzo di 30 anni, origini campane ma residente a Canossa. Altre 5 persone, inoltre, sono state raggiunte da avvisi di garanzia.

L’operazione Cerbero – così è stata denominata l’inchiesta – è scattata all’alba di oggi ed è il risultato di una complessa indagine, fatta anche di intercettazioni e verifiche, svolta dai militari dell’Arma. Secondo le risultanze investigative, gli anziani ospiti di una casa di riposo, Villa Matilde a Bazzano di Neviano degli Arduini, quello che per molti era solo il paese dei presepi, sarebbero stati sottoposti a continue e pesanti vessazioni. Tanto da spingere il giudice a firmare le ordinanze di custodia per evitare il reiterarsi del reato a danno dei soggetti deboli, oltre che il pericolo di inquinamento delle prove. A gestire la casa di riposo è la Kcs Caregiver di Bergamo, da tempo operante nel parmense, convenzionata con l’Ausl.

Mai nome di un’operazione delle Forze dell’Ordine fu così azzeccato. In via delle Fonderie, il capitano Giovanni Orlando della Compagnia di Parma, e il maresciallo Danilo Melegari che comanda la stazione di Neviano, oltre a illustrare i particolari dell’operazione, hanno mostrato un video dove si potevano toccare con mano le continue vessazioni che gli anziani, soprattutto quelli del secondo piano malati di Alzaimher, dovevano sopportare. Violenze, minacce, atti intimidatori, condotte omissive (se un paziente aveva sete non gli davano da bere o se cadeva non lo aiutavano ad alzarsi), condotte denigratorie, offese alla dignità personale anche per i basilari diritti umani. Insomma un vero e proprio inferno documentato che ha portato i militari a chiudere l’indagine il più presto possibile (inizia nell’ottobre 2015 finisce nel febbraio 2016) per “liberare” gli anziani dalle grinfie di Cerbero.

A Neviano c’erano delle voci ma nessuna denuncia poteva dare il via alle indagini fino al giorno in cui, un’eroica tirocinante non ha rotto il muro di omertà. La ragazza, dopo qualche settimana di tirocinio come operatrice sanitaria, ha denunciato tutto ai carabinieri. Sono così iniziate le intercettazioni ambientali e le riprese che hanno testimoniato un centinaio di violenze. Se a un degente cadeva per terra della pasta gli operatori lo costringevano a mangiare per terra, se cadeva e tendeva la mano per essere rialzato gli passavano accanto senza degnarlo di uno sguardo, ed ogni tanto partivano pugni e schiaffi.

Le condotte degli indagati sfociavano in ripetute ingiurie, pronunciate con toni sprezzanti: “Vai a cagare cretino,” “scimmia”, “sgorbio”, “fai schifo”, “ti seppellisco viva”, “ti butto dalla finestra”. Oppure li mortificavano facendogli il verso, emulandone i gemiti o costringendoli a spogliarsi alla presenza di altre persone.

Parma non aveva ancora digerito del tutto i fatti di Villa Alba, la casa famiglia di via Emilia, che avevano portato ai domiciliari tre donne, adesso in libertà in attesa del processo, che già esplode un nuovo caso. Dopo quello di Pellegrino Parmense, dove per fortuna non ci sono stati maltrattamenti, ma soltanto un provvedimento di chiusura della struttura non idonea a ospitare gli anziani. E inevitabilmente si aprono grossi interrogativi sulla qualità dei servizi agli anziani e sui controlli che dovrebbero esserci. Probabilmente – a questo punto – anche sotto copertura.

La stessa Coop sociale che ha sede ad Agrate Brianza e che dal 2007 gestisce Villa Matilde – casa protetta fondata a Bazzano 10 anni prima dalla famiglia Cantini – fa sapere di non essere a conoscenza di quanto accadeva in quelle stanze, né dell’inchiesta dei carabinieri. Ma si dice pronta a offrire tutta la collaborazione alle forze dell’ordine per fare luce su fatti così incresciosi. Dalla struttura fanno poi sapere che tutte le persone coinvolte sono state sospese dall’attività lavorativa e che due degli arrestati, due donne, già da qualche tempo non lavoravano più presso la struttura di Neviano degli Arduini.

LA POSIZIONE DI AUSL PARMA

“Dai risultati dell’indagine delle forze dell’ordine emerge una situazione estremamente grave di maltrattamenti e umiliazioni ad alcuni ospiti della struttura: questo è totalmente inaccettabile e indegno per i nostri livelli di welfare e di civiltà”. Lo sottolinea il direttore generale dell’Azienda Usl di Parma, Elena Saccenti, a
seguito dei risultati dell’indagine dei Carabinieri di Parma alla casa di riposo Villa Matilde di Bazzano, nel comune di Neviano degli Arduini. La struttura, con 74 posti autorizzati, è accreditata e convenzionata con i Comuni del Distretto Sud-Est per accogliere anziani non autosufficienti (21 posti, in parte per ricovero temporaneo) e con il servizio sanitario per accogliere pazienti anziani già ospiti di ospedali psichiatrici e di strutture residenziali, seguiti dal Dipartimento salute mentale dell’Azienda Usl (25 posti).

Nel corso degli ultimi anni professionisti dei servizi aziendali e dei servizi sociali comunali – sostiene in una nota l’Ausl di Parma – hanno effettuato numerosi accessi e interventi nella struttura, in media circa due al mese, per diverse finalità legate all’assistenza e alla cura. Durante tutti questi accessi e visite, e anche nel corso degli incontri frequenti con la struttura e con i famigliari degli ospiti, non sono mai emersi elementi o eventi particolari che potessero lasciare supporre la situazione degradante e umiliante accertata dalle forze dell’ordine. Alla luce della situazione complessiva e degli episodi emersi dall’indagine, l’Azienda Usl ritiene di dover sospendere in via cautelativa la convenzione in essere con il soggetto gestore della struttura per i pazienti in carico al Dipartimento salute mentale, per i quali si sta provvedendo a trovare un’adeguata e concordata collocazione alternativa. L’Azienda Usl si riserva di agire nelle sedi opportune a tutela dei propri assistiti e della propria funzione istituzionale.

FERRI, SOTTOSEGRETARIO ALLA GIUSTIZIA: IN ITALIA NUMERI INQUIETANTI, DENUNCIATE

L’operazione Cerbero, così denominata dai militari dell’Arma, è solo uno dei tanti riuscitissimi interventi con i quali i militari tutelano i più deboli – dichiara il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri -. Se da un lato siamo orgogliosi del lavoro di tutela dei diritti umani svolto dalle Forze dell’Ordine, non possiamo dirci soddisfatti per i dati sugli abusi, che testimoniano quanto sia di fondamentale importanza non sottovalutare questo tema. Nel 2016 sono balzati sulle prime pagine dei giornali almeno altri due casi molto gravi di abusi a danni di anziani e di portatori di handicap o disturbi neuropsichiatrici: ricordo con impressione quello di Licata, in provincia di Agrigento di gennaio e quello di febbraio di Roma”.

Ma come si possono prevenire efficacemente casi come questi e quali sono i limiti per farlo? “L’abuso dell’anziano purtroppo spesso non è rilevato: l’anziano stesso è incapace di segnalare quanto gli succede per paura o per imbarazzo o per deterioramento mentale – spiega ancora Ferri -. Pensiamo a un dato che fa molto riflettere: la maggior parte degli abusi avviene all’interno del domicilio. Uno dei maggiori casi di abuso segnalati è quello della eccessiva somministrazione di medicamenti per rendere più facile la gestione della persona, soprattutto nei casi di demenza. Un altro caso frequente di abuso riguarda la gestione finanziaria dei beni dell’anziano. Nel caso della persona anziana con scarse capacità cognitive, la tutela si impone per garantire una sicurezza di vita e la prevenzione di questi abusi finanziari. Queste sono tutte azioni – sottolinea il sottosegretario – che negano all’anziano la possibilità di esercitare i suoi sacrosanti diritti di cittadino libero ed è per questo che ci impegneremo ancor più per sensibilizzare sia l’opinione pubblica che le istituzioni, al fine di poter disporre sempre più di mezzi efficaci a tutela del cittadino, in primis tutelando quelle categorie di soggetti che ne hanno maggior bisogno. Voglio ribadire che la segnalazione di un episodio di maltrattamento vissuto in prima persona o del quale si è a conoscenza, è un’azione importante e dovuta, per permettere un intervento di sostegno e di aiuto concreto“.

Il sottosegretario Ferri in proposito ringrazia l’Associazione Tam (Telefono Anziani Maltrattati) che mette a disposizione un numero di telefono per chi subisce abusi o ne è a conoscenza: 0432 205735. La segreteria è attiva 24 ore su 24 e basta solo lasciare un messaggio.

6 COMMENTI

  1. Punizioni severe

    Chiediamo a gran voce che i responsabili delle violenze agli anziani ospiti di Villa Matilde di Parma siano puniti con la massima severità.
    Non stiamo parlando più di casi isolati, visto che nella sola città emiliana non è la prima volta che succedono episodi di tale gravità. Per questo pensiamo che servano più controlli e che occorra anche pensare di educare e formare di più e meglio chi lavora in queste strutture al rispetto della dignità degli anziani.

    Ivan Pedretti
    Segretario generale nazionale Spi-Cgil

  2. E’ una crudeltà, una vergogna

    Ancora una volta leggiamo di anziani indifesi che vengono umiliati e maltrattati da persone che dovrebbero invece difenderli e assisterli.
    È una vergogna quello che è successo nella struttura “Villa Matilde” a Bazzano di Neviano, è inaccettabile la crudeltà verso i più fragili, è uno schiaffo a tutta Parma, è un insulto ad una provincia che ha avuto una lunga e innovativa storia di cura della parte più debole della società.
    Un plauso va ai carabinieri della compagnia di Parma e alla Procura della repubblica di Parma, e al tirocinante che ha avuto il coraggio di denunciare i sistematici maltrattamenti e di dar così l’avvio alle indagini e portare agli arresti degli operatori che maltrattavano pazienti indifesi e fragili.
    Ma il contrasto a queste odiose violenze non deve essere demandato solamente a magistratura e forze dell’ordine. Serve un impegno straordinario contro quella che è una vera e propria emergenza sociale.
    Servono controlli periodici e a sorpresa. Chiediamo una maggiore attenzione al personale. Chi è che controlla il loro operato?
    Abbiamo persone che nonostante la formazione e i corsi frequentati si comportano così. Come fanno a superare questi corsi? Come fanno a lavorare in questo modo, a maltrattare chi dovrebbero curare?
    Servono regole, ma non solo. Il problema è anche culturale: gli anziani non hanno più voce, non fanno notizia. A volte la politica vuol fare credere che gli anziani siano parte privilegiata della società, quando non è così. Si sta perdendo la cultura del rispetto verso chi in una certa fase della vita è più vulnerabile. Tutta la comunità si occupi di anziani, perché il nostro futuro dipende da come trattiamo il nostro passato.
    La Regione Emilia-Romagna ora ha annunciato la sospensione della convenzione con “Villa Matilde” e lo spostamento di tutti gli ospiti in altre strutture. Bisogna lavorare perché siano trasferiti in sicurezza in altre strutture, senza che sia aggiunto loro altro disagio.

    Paolo Bertoletti
    Segretario generale Sindacato Pensionati Italiani CGIL Parma

  3. Adesso basta, la Regione si muova

    Un altro gravissimo episodio di violenza sugli anziani nel nostro territorio, adesso basta. Carcere duro e certezza della pena per chi, nei video registrati dai carabinieri, compie violenze atroci su persone inermi e impossibilitate a difendersi.
    La legge regionale è troppo vecchia, la normativa di riferimento, prevista dalla Delibera di Giunta regionale 564/2000 e dalla Legge regionale 2/2003, non è più adeguata ai servizi per gli anziani.
    E i controlli? Devono essere di più, e più sofisticati, con attente verifiche sia degli ambienti che delle condizioni psicofisiche degli operatori. Comuni ed enti sanitari territoriali si coordinino per innalzare il livello dei controlli, compresi quelli autorizzativi.
    Purtroppo però al di là di certe manifestazioni di giubilo di alcuni consiglieri regionali locali del PD sull’efficienza dell’amministrazione Bonaccini, la stessa Giunta regionale, tirata in causa in Consiglio meno di un mese fa sulla vicenda della chiusura di “Villa Alba” a Parma, si è mostrata ancora indecisa sul procedere a questi doverosi cambiamenti, rispondendo che sta ancora valutando se sia opportuno aggiornare la normativa.
    Qui c’è poco da valutare, c’è grande urgenza di procedere; garantire il diritto al benessere degli anziani purtroppo in pericolo in Emilia-Romagna, è una priorità da assolvere subito e senza esitazioni, e la Lega Nord chiederà con insistenza che le norme vengano riviste immediatamente. Nel frattempo per chi ha aggredito i nostri anziani chiediamo non solo il carcere duro, ma anche che siano rinchiusi in celle delle quali si gettino via le chiavi così che a nessun altro venga in mente di seguirne l’esempio.

    Fabio Rainieri
    Consigliere regionale Lega Nord

  4. Telecamere come deterrente

    A distanza di poche settimane dai fatti di Parma, ci troviamo di nuovo di fronte all’arresto di diverse persone accusate di maltrattamenti su anziani. I fatti contestati riguardano una casa di riposo di Neviano degli Arduini, comune della montagna parmense. Il continuo verificarsi di episodi di questo genere è inconcepibile. Vanno fatti più controlli a sorpresa in queste strutture e in maniera più rigorosa. Probabilmente non basta nemmeno questo. Penso sia necessario installare sistemi di videosorveglianza all’interno di case di riposo e case famiglia (ma anche negli asili e nelle scuole): questo potrebbe essere l’unico modo per prevenire maltrattamenti su anziani e bambini”.

    Francesca Gambarini
    Forza Italia – Fidenza

  5. Migliorare la formazione degli addetti

    Ancora una volta violenze e soprusi nei confronti di soggetti deboli e fragili, ancora una volta gesti ignobili contro chi non si può difendere, ancora una volta il lavoro delle forze dell’ordine che permette di scoprire un lager in cui anziani e malati venivano sottoposti ad angherie di ogni tipo. Purtroppo, ancora una volta, ci troviamo a condannare questi gesti ignobili e incomprensibili. Si tratta della la seconda volta in poche settimane. L’indignazione di questo momento non deve essere fine a se stessa ma deve spingerci a fare in modo che eventi di questo tipo non accadano più.
    Questi fatti, documentati dai carabinieri a cui va il nostro plauso per il lavoro svolto, sono inaccettabili e fanno rabbia e tristezza. Le regole stabilite dalla Regione per questo tipo di strutture sono molto chiare ma, probabilmente, non è stato fatto abbastanza per farle rispettare. Bene ha fatto la regione ad intervenire immediatamente, per evitare il ripetersi di casi simili credo si debba agire su più strade: da una parte aumentare e migliorare i controlli degli enti competenti, dall’altra attuare una maggiore attenzione nel percorso formativo e nelle selezioni del personale che si troverà a lavorare con soggetti deboli.

    Patrizia Maestri
    Deputata Partito democratico

  6. Fatti ignobili, più controlli

    Quelli scoperti dai carabinieri in una casa di cura del parmense sono fatti ignobili è inaccettabili, dobbiamo evitare che accada di nuovo e possiamo farlo solo attraverso un aumento dei controlli ma anche attraverso una migliore collaborazione tra i diversi soggetti deputati a farli. Trattare in questo modo soggetti deboli come anziani malati fa molta rabbia e dolore, per questo è necessario da parte di tutti più attenzione.
    Aumentare le ispezioni dell’Asl può certamente aiutare ma non è sufficiente, per scoprire e bloccare sul nascere queste situazioni si deve puntare sulla maggiore collaborazione e un coordinamento tra i vari enti interessati. Penso in particolare ai Comuni, alle Asl e alle forze dell’ordine senza dimenticare, naturalmente, il ruolo della Regione, enti che devono essere in grado di parlarsi e condividere tra loro le informazioni.
    Bene ha fatto l’assessore regionale Venturi ad intervenire tempestivamente insieme all’Asl di Parma, ora tutti insieme dobbiamo ragionare per fare in modo che non si ripetano situazioni di questo tipo, anche perché il sistema di assistenza in Emilia-Romagna funziona anche grazie all’impegno delle singole amministrazioni comunali.

    Alessandro Cardinali
    Consigliere regionale Partito democratico e vicepresidente della Commissione Salute

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