Zebre: Valerio Bernabò dice addio al rugby giocato

Zebre: Valerio Bernabò dice addio al rugby giocato

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Dopo otto stagioni nel Guinness Pro14, quattro con la maglia biancoverde del Benetton di Treviso e altrettanti nelle Zebre Rugby di Parma, il seconda linea Valerio Bernabò a 34 anni dice basta. Nato nel 1984, Bernabò, per tutti “Cammellone”, vanta una lunga esperienza nel mondo ovale al quale si è affacciato con la Lazio Rugby, poi è andato a Calvisano, quindi la Rugby Roma, il Brive nel Top14 e le oltre 100 presenze nel torneo celtico, fra Treviso e Parma. Ma Bernabò ha indossato anche l’Azzurro delle Nazionali juniores, dell’U21 di cui è stato capitano nel 6 Nazioni e nel Mondiale di categoria del 2005, dell’Italia “A” – più volte da capitano – e della Nazionale maggiore, con cui ha esordito giovanissimo nel 2004 a Biella contro gli Stati Uniti, lanciato dall’allora ct John Kirwan. In totale, per Bernabò, 33 caps, con due convocazioni nel gruppo azzurro per le Rugby World Cup del 2007 in Francia e del 2015 in Inghilterra.

Non potevo chiedere di più, la mia carriera è stata un’avventura straordinaria – racconta oggi Valerio Bernabò -. Il rugby mi ha dato moltissimo, in campo e fuori. Ho visto il mondo, affrontato grandi atleti, conosciuto uomini, donne e bambini eccezionali. Soprattutto, ho avuto modo di vivere esperienze indimenticabili, come quelle dei Mondiali e del 6 Nazioni del 2007, il mio primo. E’ veramente il più grande Torneo del nostro sport, ed ha un grande valore per tutto il nostro movimento”.

La vittoria sulla Scozia nel 2007 e il percorso che mi ha portato a far parte del gruppo per la RWC 2015 restano tra i ricordi più intensi della mia esperienza in azzurro – aggiunge Bernabò -. Ringrazio tutti i CT che mi hanno dato un’opportunità per vestire la maglia della Nazionale, la Benetton Rugby e le Zebre Rugby Club per avermi dato la chance per giocare sino alla fine della mia carriera in una manifestazione di alto livello come il PRO14, tutti i Club di cui ho avuto l’onore di vestire la maglia ed i compagni di squadra con cui ho condiviso ricordi indelebili. A trentaquattro anni, è tempo di guardare avanti: a breve completerò gli studi universitari e non vedo l’ora di iniziare una nuova carriera, portando nel mondo del lavoro gli insegnamenti che il nostro sport, credo come pochi altri, sa offrire”.

Un altro grande campione della palla ovale di cui l’Italia sentirà la mancanza. Ma il tempo passa ed arriva il momento delle scelte dolorose.

A nome di tutto il Benetton Rugby, tengo a rivolgere un ringraziamento speciale a Valerio per tutto ciò che ha dato alla nostra società nelle prime quattro stagioni celtiche durante le quali ha indossato i nostri colori – ha detto il direttore sportivo della Benetton Rugby, Antonio Pavanello, suo compagno di reparto sia in Nazionale, sia nella franchigia del Nord Est -. E’ stato una persona fondamentale dentro e fuori dal terreno di gioco ed ha senz’altro lasciato il suo segno all’interno del club. Inoltre ho il piacere di rivolgergli il mio ringraziamento a livello personale perché Valerio è stato un compagno di squadra sul quale poter sempre contare sia dal punto di vista sportivo che umano, un esempio per tutti”.

Voglio ringraziare il giocatore, l’atleta e l’amico per tutto quello che ha fatto per il rugby italiano; in particolare per il suo contributo dato alle Zebre Rugby sia in campo che fuori – ha detto il team manager bianconero Andrea De Rossi -. Bernabò non è mai andato sopra le righe, risultando da esempio di serietà e professionalità nonché punto di riferimento per giovani e veterani. In questi quattro anni Valerio è stato davvero importante per lo spogliatoio della nostra squadra, specialmente nei momenti di difficoltà. Gli facciamo tutti in grande in bocca al lupo per la sua carriera professionale e lo ringrazio ancora per la sua serietà dimostrata quotidianamente”.

A Bernabò anche il saluto del ct dell’Italia, Conor O’Shea: “Ho lavorato direttamente con Valerio solamente in occasione del tour estivo del 2016 in America, ed era evidente il rispetto che ognuno aveva per lui dentro e fuori dal campo. E’ un giocatore che sa mettere sempre in campo tutto quello che ha e lo fa sempre con il sorriso sulle labbra e un approccio positivo. E’ una persona che dobbiamo continuare a utilizzare all’interno del nostro sistema mirato allo sviluppo de futuro del rugby italiano. Gli auguro il meglio in vista della sua ultima partita e spero di aver l’opportunità di collaborare insieme a lui per molti anni a venire”.

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