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Legambiente: per legge Mall di Baganzola e Aeroporto non possono essere così vicini

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I lavori per la costruzione del Mall di Baganzola sono ormai in corso, per quelli relativi all’ampliamento della pista dell’aeroporto – annunciati in pompa magna – bisogna ancora aspettare. Ma c’è chi dice no. Anzi, lo ribadisce per l’ennesima volta. E’ Legambiente, che senza giri di parole ritiene che le due opere “non siano opere sostenibili per la città ed il territorio circostante. Un mancanza di sostenibilità sotto i tre punti chiave dell’Agenda Onu 2030: ambientale, sociale ed economica“.

Legambiente – si legge in un documento dell’associazione ambientalista – è sempre stata contraria al Mall, il centro commerciale dell’impresa Pizzarotti nell’area ex Salvarani in zona Fiere, per il suo devastante impatto ambientale (smog da volumi  di traffico)  e socio-economico (vedi posizioni di Ascom e Confesercenti locali, condivise appieno dall’associazione ambientalista). La posizione sull’aeroporto è più articolata: con le attuali dimensioni  può essere  di servizio funzionale  per Parma, mentre un eventuale ampliamento  e trasformazione in scalo cargo ha più  aspetti negativi che positivi, a cominciare dalla cementificazione di 39 ettari prevista dal progetto e dai verosimili aumenti di emissioni e rumore forieri di disagi per la popolazione. Per non parlare delle incognite economiche testimoniate dalle difficoltà nella ricapitalizzazione della Società”.

Legambiente, oltre alle obiezioni di carattere ambientale, solleva anche dubbi tecnici in mrito al rispetto delle norme che regolano il funzionamento degli scali aeroportuali.

Sono molteplici i punti che Legambiente trova incongruenti confrontando norme di settore e atti specifici, come il Pua (piano urbanistico attuativo) del Mall approvato dal consiglio comunale nel 2010, con il piano Rischi dell’Aeroporto approvato dal commissario Ciclosi nel 2012, e la mancanza di un adeguamento della pianificazione successiva, pur essendo trascorsi vari anni ed essendo andate avanti entrambe le progettazioni di queste opere”, ricordano gli ecologisti, entrando nel merito dell’iter amministrativo.

Due le domande poste sia alla classe politica locale, sia ai corpi sociali ed imprenditoriali, oltre che a tutti i cittadini per suscitare una riflessione in merito.

Legambiente chiede in sostanze se alcune aree del Mall ricadano nella fascia B di sicurezza dell’aeroporto e se ciò è compatibile con la normativa Enac.

Testata Nord Aeroporto con zone di tutela A (in viola); B (in blu); C (in verde). La zona di tutela B si sovrappone in parte con il sub-ambito di trasformazione 26 S2 (in giallo), ovvero l’area ex Salvarani dove è prevista la realizzazione del Mall

Nell’immagine – che Legambiente ha tratto dal piano rischi aeroportuale vigente – si evince che una parte dell’area interessata dal Mall (in giallo nell’immagine) ricade sotto la zona di tutela B (cono blu). La normativa Enac – ricorda l’associazione – prevede nelle zone B una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi ed attività non residenziali con indici di edificabilità medi, tali da comportare la permanenza di un numero limitato di persone. Risulta che per le zone A,B,C vadano comunque evitati insediamenti ad elevato affollamento e, in generale, obiettivi sensibili. Insomma, secondo gli ambientalisti non ci si potrebbe costruire certo quello che viene definito il più grande Mall d’Europa.

Legambiente chiede quindi – quasi come un cane che si morde la coda – se l’ampliamento dell’aeroporto sarebbe compatibile con la presenza del Mall. I dubbi emergerebbero dalla nuova normativa Enac, in vigore dal 2014 ma già prevista dall’atto del commissario Ciclosi nel 2012, che “prevede l’introduzione di una nuova zona di tutela D, che individua una fascia di inedificabilità assoluta per 600 metri a lato della pista di decollo e atterraggio aerei. Tale fascia di rispetto sembra incompatibile con la presenza del Mall“.

Non ci sarebbero documenti, secondo Legambiente, che dicano se il Pua del Mall ex Salvarani sia stato o meno adeguato al Piano di Rischio Aeroportuale. Da ciò dipende infatti la conformità dei permessi per costruire. E non si sa neppure se sia stato aggiornato il Piano di Rischio Aeroportuale rispetto alle modifiche del Codice di Navigazione che introducono la Fascia D, con limitazioni d’uso proprio sull’area ex Salvarani. Insomma più dubbi che risposte sul tappeto, mentre a decollare finora sono soltanto i lavori del Mall. E Legambiente si chiede: sarà già stato acquisito  il  parere Enac sulla zona D? L’associazione cita altri esempi di stop ai lavori per gli aeroporti, come a Napoli e a Venezia, proprio per questo motivo.

Legambiente annuncia quindi un dossier su Mall e Aeroporto con tutti i dubbi ed auspica che il Comune di Parma e la Regione Emilia-Romagna forniscano le risposte tecniche necessarie.

Denunciando “un’evidente bulimia da cemento“, Legambiente ritiene infine “che dopo il disastro TI-BRE la città dovrebbe frenare queste corse e riconsiderare le proprie priorità se vuole imboccare la strada della sostenibilità“.

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