La sicurezza non entra nel Bilancio 2018, l’opposizione attacca Pizzarotti

La sicurezza non entra nel Bilancio 2018, l’opposizione attacca Pizzarotti

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Dieci mozioni di modifica del Documento Unico di Programmazione del Comune di Parma (2018-2020), presentate dalle opposizioni – Parma Protagonista, Partito Democratico e Parma Unita – impegnano il Consiglio comunale per più di otto ore, ma tutte cadono nel vuoto. Pier Paolo Eramo, capogruppo di Parma Protagonista, non ci sta e passa al contrattacco, accusando l’amministrazione del sindaco Federico Pizzarotti.
Abbiamo chiesto tra l’altro di inserire esplicitamente nel Programma triennale l’impegno specifico a utilizzare la Polizia Municipale nelle attività di investigazione e di contrasto dello spaccio, dei furti e in generale della microcriminalità nelle zone oggi più sensibili al fenomeno. Appello caduto nel vuoto e nel silenzio: nessuna risposta da parte della Giunta, come da mesi a questa parte sull’argomento“, sottolinea Pier Paolo Eramo, che aggiunge: “Nella stessa mozione abbiamo ricordato l’impegno assunto dall’amministrazione in conferenza dei capigruppo a realizzare un Piano di Azione integrato triennale (che abbiamo suggerito di chiamare “Parma capitale sicura 2020″), che definisca gli interventi di promozione economica, fiscale, culturale, sociale, educativa, urbanistica, di decoro urbano, ecc. in accordo con i soggetti attivi dei quartieri interessati. Anche in questo caso, stessa risposta da parte della Giunta. Silenzio”.
Infine abbiamo sottolineato un dato amaro: a fronte delle promesse fatte da Effetto Parma fin dai tempi della campagna elettorale, sapete quanti agenti della Polizia Municipale ci saranno in più alla fine del triennio, al netto dei pensionamenti? 1 (uno!) sottolinea ancora Eramo -. Leggere per credere la tabella di pag. 92 del DUP 2018-20 con l’andamento del personale del Comune di Parma. Nel dibattito di ieri abbiamo misurato in tutta la sua dimensione la differenza tra la narrazione e la realtà, che è da sempre uno dei problemi della politica pizzarottiana. In tutto questo il sindaco ci ha tenuto a ostentare il suo disinteresse per la discussione, soprattutto nella sessione serale dedicata al bilancio vero e proprio, discutendo con gli assessori durante gli interventi, uscendo continuamente dall’aula, parlando a voce alta con questo o quel consigliere e con il direttore generale (gli assessori invece sono quasi sempre stati presenti, e pure attenti). Non un caso, ma una precisa strategica comunicativa: come a dire che tutte queste sono chiacchiere e che il dibattito in Consiglio comunale è poco più di una inutile perdita di tempo, come il primo cittadino ha avuto modo di dire ai capigruppo giusto una settimana fa. In questo almeno ha dimostrato grande coerenza“.
Ma il bilancio 2018 del Comune di Parma è ormai in dirittura d’arrivo e domani sareà votato dal Consiglio. E il problema, secondo le opposizioni Pd, Parma Protagonista e Parma Unita non è soltanto la sicurezza.
La tassazione comunale resta ai massimi livelli consentiti dalla legge (a parte interventi di esenzione principalmente sull’Imu) – sottolineano in una nota i capigruppo Lorenzo Lavagetto, Pier Paolo Eramo e Fabrizio Pezzuto -. Le scuole materne e nidi manterranno le rette che sono tra le più elevate nonostante che il Governo abbia destinato al contenimento di questi costi la somma di 1.1 milioni di euro (per i prossimi tre anni). La tassa sui rifiuti (TARI) ci costerà 37 milioni ed è in leggero aumento, segno che la “tariffa puntuale” non fa“costare” meno la raccolta dei rifiuti. E, come tradizione, il Comune punta ancora sulle multe. Sono previsti 20,3 milioni di euro per sanzioni da violazione del codice della strada, un dato in aumento di 2,8 milioni di euro rispetto al definitivo dato 2017, in media 120 euro per cittadino. Eppure solo due mesi fa il Comune aveva registrato una “variazione negativa del trend di incasso” ossia le multe erano diminuite in modo significativo (meno due milioni). E quindi, come fanno oggi ad aumentare? È scritto nei documenti, sono previsti nuovi varchi elettronici. Ricordiamo che la funzione dei varchi è quella di ridurre l’inquinamento e controllare il traffico. Da noi però servono esplicitamente per far quadrare i conti. Inoltre, la metà di quanto riscosso nelle sanzioni va in opere di manutenzione viarie. Ma Parma infrastrutture, addetta alle manutenzioni, dichiara che “nel corso del prossimo triennio non si riusciranno a raggiungere miglioramenti significativi della manutenzione stradale””.
In questo quadro di pressione generale – continuano le opposizioni di centrosinistra e civiche presenti in Consiglio comunale – non ci sono interventi per le fasce più deboli. Il rapporto della Caritas sulle povertà indica che a Parma un numero impressionante di persone vive al di sotto della soglia di sostentamento e le tracce della crisi economica si sentono anche nel ceto medio. Ci saremmo aspettati quindi interventi di altro segno. Invece come già evidenziato, il reddito di solidarietà è al momento una promessa elettorale. Sono esenti dal pagamento della addizionale IRPEF (che è ai massimi di legge) solo i redditi inferiori a 10.000 euro. Da ultimo è arrivato l’annuncio della “rivoluzione” dei servizi alla persona. Non è ancora stato chiarito che tipo di intervento si immagina, ma abbiamo capito chiaramente che “le risorse sono in calo” e quindi sarà necessario ripensare i servizi. In altri termini sembrerebbe che il Comune voglia mettere ancora le mani tasca ai cittadini, come del resto sta accadendo per i servizi per le persone con disabilità, chiamate a contribuire di tasca ai servizi erogati dalla fiscalità generale e quindi già pagati. In tutto questo stridono clamorosamente i 234.000 euro spesi per il concerto di Capodanno, i 200.000 euro spesi per l’assunzione di quattro delegati di cui ad oggi abbiamo pochi riscontri operativi, le ingenti somme impiegate da società partecipate (che non brillano per adeguamento agli obblighi delle leggi sulla trasparenza) in consulenze ed incarichi, i bassi riscontri del recupero da evasione“.

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