Gigliotti, sigilli alle aziende e sequestri: sotto scacco il suo impero

Gigliotti, sigilli alle aziende e sequestri: sotto scacco il suo impero

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Scatta la fase due dell’operazione Stige, che ha portato all’arresto di 170 persone tra Italiae e Germania con svariate accuse, tra cui l’associazione mafiosa. Tra gli arrestati anche quattro persone di Parma, tra cui l’imprenditore Franco Gigliotti. Nella giornata di ieri, 10 gennaio, sono stati apposti i sigilli a società, beni immobili, conti correnti ed abitazioni per un valore complessivo di 50 milioni di euro. Sotto sequestro anche la società G-Plast, una realtà aziendale che Gigliotti aveva creato a Crucoli, suo paese natale nel crotonese, nell’autunno del 2015.

La G-Plas si occupa di riciclaggio della plastica e che, secondo la Dda di Catanzaro, era utilizzata per finanziare la cosca dell’Ndrangheta Farao-Marincola.

La G-Plast è stata affidata agli amministratori giudiziari ed è rimasta aperta: è controllata al 70% dalla G.F. Nuove Tecnologie e per il 20% da Maria Francesca Gigliotti, nipote di Franco e amministratrice della ditta. Secondo l’accusa perà i soci occulti sarebbero stati Giuseppe Spagnolo, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa, Vittorio Bombardiere, Francesco e Gaetano Aloe. Sotto sequestro anche la AG Film che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata finanziata da Gigliotti. Agli altri arrestati di Parma sono stati sequestrati immobili e auto: a Vittorio Farao un appartamento a Cirò Marina, quattro auto e uno scooter mentre a Aldo Marincola 2 mila euro ed un’auto.

1 COMMENTO

  1. In un’interrogazione discussa in Consiglio comunale l’11 settembre 2017, avevo proposto il rilancio (anche con diversa denominazione e organizzazione) del “Centro studi per la legalità”, che il Comune di Parma aveva istituito nel 2013 assieme ad altri enti e associazioni, ma la cui esperienza si era conclusa nel 2015. In quella occasione la Giunta aveva dato rassicurazioni circa la ripresa di tale iniziativa ma ad oggi non risultano novità in merito.

    Considerato quello che è emerso negli ultimi anni e in particolare in questi giorni, con una nuova indagine sulla ‘ndrangheta che coinvolge pesantemente anche il nostro territorio, auspico che venga in tempi brevi creato tra tutte le istituzioni cittadine, per iniziativa del Comune, un nuovo organismo che contribuisca alla conoscenza e al contrasto culturale dei fenomeni mafiosi e criminali.

    Uno strumento che sia più operativo, inclusivo ed efficace del precedente Centro studi, in sinergia con la Legge regionale 18/2016 “Per la promozione della legalità e la valorizzazione della cittadinanza ed economia responsabile” e che agisca in coordinamento con l’Osservatorio della Regione e gli altri Osservatori sorti in questi anni nel territorio emiliano-romagnolo.

    Sandro Campanini
    Consigliere comunale
    Partito democratico Parma

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