Il capo dell’Agricola Giansanti di Parma, presidente nazionale di Confagricoltura

Il capo dell’Agricola Giansanti di Parma, presidente nazionale di Confagricoltura

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Massimiliano Giansanti, 43 anni, parmigiano-romano, è il nuovo presidente di Confagricoltura. Giansanti è presidente dell’Agricola Giansanti con tenute a Roma, Viterbo e soprattutto a Parma, dove alle porte della città produce il latte che serve poi alla creazione del più famoso dei formaggi, il Parmigiano Reggiano.

Adesso è a capo dell’organizzazione agricola. Una Confagricoltura tra e per i soci, punto di riferimento dell’impresa agricola italiana, quella disegnata dal nuovo presidente eletto dall’Assemblea per il prossimo triennio. Una confederazione in grado di rispondere sempre più alle mutate esigenze delle imprese associate. Autorevole, con una forte identità, a tutela dell’impresa, che sa innovarsi e rinnovarsi anche sotto il punto di vista generazionale e quindi capace di conquistare e rafforzare la fiducia degli associati.

Negli ultimi anni gli imprenditori italiani si sono confrontati sempre più con un mercato governato dalla globalizzazione e dalle dure leggi dell’economia – ha detto il nuovo presidente – . E, pur in mezzo a tante difficoltà, hanno mostrato grandi capacità. Il nostro stile, le nostre tradizioni, le nostre storie caratterizzano i nostri straordinari prodotti: il ‘made in Italy’, un’eccellenza che tutto il mondo ci invidia, che deve diventare un vero valore aggiunto per le nostre imprese”.

Un brand, quello del ‘made in Italy’ che, secondo Massimiliano Giansanti, nasconde però le inefficienze del sistema Italia, che impediscono all’agricoltura italiana di essere competitiva sui mercati europei ed extraeuropei. Per questo al centro del suo programma c’è l’impresa, con gli strumenti necessari per farla crescere: semplificazione amministrativa, riforma del mercato del lavoro, costi della previdenza in linea con l’Europa, politiche energetiche e per l’ambiente, creazione di filiere, accesso al credito e a nuovi strumenti finanziari e assicurativi, sviluppo dell’innovazione.

Dobbiamo avere l’ambizione di diventare il punto di riferimento della filiera agroalimentare – ha spiegato – una sfida che ci dovrà portare a conquistare spazi nuovi: la costruzione di un network con partner strategici al fine di sviluppare l’attività dell’agribusiness”.

Questa crescita dell’Organizzazione dovrà passare attraverso un progetto condiviso, che consenta a tutta la struttura, centrale e territoriale, di essere parte della decisione, passando da un modello organizzativo top down (decisioni assunte dall’alto verso il basso), a uno bottom up, con l’obiettivo di accorciare la filiera della governance e favorire la circolarità delle idee. E l’efficientamento è il terreno sul quale dovrà misurarsi la capacità di innovazione e crescita organizzativa, attraverso la razionalizzazione del sistema, la costituzione di reti fra i servizi, l’avvio di nuove forme di collaborazione e integrazione.

Tra i primi interventi del neo presidente nazionale di Confagricoltura, quello relativo alla revisione della Pac.

Bisogna ripensare da subito la politica agricola comune, ma non servono strumenti definiti a tavolino, si ascoltino le imprese per correggere gli errori commessi quattro anni fa. Non può essere vanificata l’occasione dell’approvazione del regolamento europeo ‘omnibus’ per introdurre modifiche sostanziali alla riforma della Pac”, ha detto Massimiliano Giansanti.

Accogliamo con favore che, al centro delle discussioni, ci sia il tema della semplificazione  e che i ministri dell’Agricoltura si rendano conto che questa Pac è troppo burocratizzata – ha proseguito Giansanti -.  Va rivisto, in quest’ottica, anche il greening che rappresenta un aggravio per gli agricoltori con vincoli ed ingiustificate complessità procedurali che caratterizzano l’attuazione delle misure di sviluppo rurale”.

Ma è l’attuale politica dell’inverdimento che non ci convince – ha osservato –. Occorre agire con logiche di sostenibilità ambientale a largo raggio, comprendendo tutte le best practice attuabili dalle imprese”.

Servono poi – ha detto Massimiliano Giansanti – misure efficaci per stabilizzare i redditi agricoli e strumenti anticrisi, su base mutualistica ed assicurativa, effettivamente praticabili, che tengano conto che la volatilità dei prezzi ed i cambiamenti climatici espongono gli agricoltori a sempre nuovi scenari di rischio”.

E’ essenziale infine che il dibattito e le proposte siano sostenuti da dati e valutazioni oggettive basati sull’attuazione della riforma del 2013 in questi primi anni – ha concluso il presidente Giansanti -. A tale proposito si deve purtroppo rilevare, con disappunto, che mancano dati pubblici ufficiali e dettagliati che consentano una valutazione con elementi concreti alla mano”.

Le aziende di Giansanti hanno indirizzo agroindustriale e sono specializzate nella produzione di cereali, latte e prodotti della zootecnia, ed agroenergetico con la produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Tra l’altro a Parma produce Parmigiano Reggiano ed a Roma fornisce latte bovino di alta qualità per la Centrale del Latte.

È membro della giunta esecutiva di Confagricoltura dal 2011 e vicepresidente uscente. È stato presidente di Confagricoltura Roma e vicepresidente di Confagricoltura Lazio. Tra gli incarichi in essere quelli di consigliere della Consulta delle Imprese di Roma e del Consiglio di Territorio Centro di Unicredit.

È stato componente del Consiglio di Amministrazione di Azienda Romana Mercati, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Roma, in qualità di consigliere delegato ai mercati agricoli e progetti per la zootecnia. In tale veste ha realizzato, in particolare, uno studio per la creazione di una borsa telematica delle commodities agricole presso la Borsa Merci di Roma ed è stato responsabile del progetto per la valorizzazione e la promozione delle produzioni tipiche della provincia di Roma.

Tra i vari incarichi ricoperti quelli di: consigliere del Comitato Tecnico Scientifico del ministero delle Politiche agricole e forestali; componente del Consiglio di Amministrazione dell’Ente nazionale per la Meccanizzazione; vicepresidente di ANBI Lazio, l’associazione regionale che raggruppa i consorzi di bonifica. È stato pure nei consigli di Amministrazione di Banca Popolare di Roma e Banca della Nuova Terra.

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