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Richiedente asilo di nuovo in manette per spaccio. Agenti e cane Jago nelle scuole di Parma

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Polizia cane antidroga Jago

Ha in tasca un permesso di soggiorno in Italia per motivi umanitari, ma di professione fa lo spacciatore di droga. E ieri è finito in manette per la seconda volta da ottobre scorso. Non prima però di aver tentato di sfuggire ai controlli e di aver sferrato calci e pugni agli agenti quando questi lo hanno bloccato.

A finire in manette un nigeriano di 19 anni, A.V., ufficialmente residente a Rieti, ma di fatto sempre a Parma. Sarebbe lui lo spacciatore del Parco Martini, nel quartiere San Lazzaro, zona frequentata da giovanissimi anche per la presenza di impianti sportivi. Durante la fuga il 19enne ha gettato via ancxhe diversi involucri che teneva nelle tasche, recuperati poi dalle forze dell’ordine che vi hanno trovato complessivamente 15,4 grammi di marijuana.

Il nigeriano deve rispondere di detenzione di stupefacenti ai fini dello spaccio, ma anche di resistenza a pubblico ufficiale. Sarà processato oggi con rito direttissimo dal Tribunale di Parma.

A notare la sua presenza al Parco Martini, durante la vasta operazione di controllo disposta dal questore Pier Riccardo Piovesana, è stata una pattuglia della Guardia di Finanza che ha segnalato il sospetto alle altre unità. Ad insospettire le fiamme gialle era stato il maldestro tentativo di fuga del ragazzo alla vista delle divise, non prima però di aver gettato un involucro. Il 19enne è stato quindi inseguito dagli agenti per le vie cittadine fino all’interno di uno stabile privato nei pressi di via Emilia Est dove aveva tentato di nascondersi. Durante la corsa, fra l’altro, aveva pure continuato a gettare a terra altri involucri che teneva nelle tasche.

Inseguito dal coordinatore del servizio, grazie all’ausilio di una volante accorsa immediatamente in ausilio, il giovane è stato fermato dopo una breve colluttazione avuta con gli agenti ai quali ha opposto resistenza sferrando loro calci e pugni nel tentativo di sottrarsi al controllo. Portato negli uffici della Questura il giovane è stato sottoposto a perquisizione personale e rilievi foto-dattiloscopici che hanno permesso di identificarlo. Addosso aveva anche 70 euro in contanti, probabile provento dello spaccio, e due telefonini cellulari.

L’arresto del pusher 19enne è avvenuto nell’ambito del programma dei “servizi straordinari antidroga nelle scuole” disposti dal questore di Parma. Per tutta la mattinata del 15 febbraio è stata effettuata un’accurata attività di prevenzione e contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti nei pressi di istituti scolastici del centro cittadino e nelle aeree verdi limitrofe frequentate dai giovani studenti.

I controlli sono scattati al Centro Italiano Opere Femminili Salesiane di Piazzale San Benedetto, all’Istituto “Giordani” di via Lazio, nei Licei “Ulivi” e “Romagnosi” di via Maria Luigia e all’Istituto “Rondani” di piazzale Rondani. Sono stati infine controllati l’Istituto “Iacopo San Vitale” di piazzale Santa Flora, l’Itis “Bertolucci” di via toscana e l’Ipsia “Levi” in piazzale Sicilia.

Il servizio antidroga, diretto dal dirigente l’UPGSP e coordinato all’esterno dal commissario Giampiero Iacoboni, ha visto l’impiego di un articolato contingente composto da un’unità cinofila antidroga della Questura di Bologna, quattro pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, una pattuglia della Guardia di Finanza e due equipaggi della Polizia Municipale di Parma, che ha proceduto ai controlli in prossimità delle scuole sin dalle 7.30 del mattino, estendondoli subito dopo alle aree verdi urbane, quali il parco “Falcone – Borsellino”, “Parco Pellegrini” e il “Parco Martini”.

Al Falcone – Borsellino, in particolare, durante l’ispezione delle aiuole con l’ausilio del cane Jago, sono stati rinvenuti e sequestrati 7,5 grammi di hashish che si trovava nascosta nei pressi di una panchina.

1 COMMENTO

  1. La notizia di ieri per la quale un sedicente profugo, in realtà spacciatore, è stato arrestato al Parco Martini, mostra come l’accoglienza indiscriminata non porti altro che degrado e situazioni di diffusa illegalità. Il giovane è residente a Rieti, ma il fatto che fosse giunto sin qua per vendere la propria merce dà da pensare sul ‘porto franco’ che è diventata Parma per questi soggetti. Non è la prima volta che un richiedente protezione internazionale viene colto sul fatto, a dimostrazione di come la criminalità organizzata peschi a piene mani fra centri d’accoglienza e richiedenti asilo.

    Il collegamento fra immigrazione incontrollata, business e affari delle mafie è ormai incontestabile, serve porre un freno a questa deriva. E’ per questo che bisogna opporsi fermamente all’apertura di nuovi centri d’accoglienza, siano essi pubblici o ospitati in strutture privare: un sindaco deciso a farlo ha tutti gli strumenti del caso, come dimostrano numerosi esempi in tutta Italia. E’ solo questione di volontà.

    Emanuele Bacchieri
    Candidato sindaco per CasaPound

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