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Morte sospetta a Villa Alba, pm chiede rinvio a giudizio per l’ex titolare, la sorella e la madre

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Una donna di 87 anni, parmigiana, sarebbe morta in seguito ai maltrattamenti e alle cure non adeguate ricevute a Villa Alba, la casa famiglia di via Emilia chiusa un anno fa dopo l’arresto della titolare, Maria Teresa Neri, della sorella Caterina che seguiva un corso al Maggiore dove avrebbe rubato materiale sanitario, e della madre Concetta Elia che collaboravano nella gestione della struttura. La notizia – resa nota oggi da Gazzetta di Parma – è contenuta nella richiesta di rinvio a giudizio formulata a fine indagini dal pm Fabrizio Pensa, che alle tre donne indagate contesta adesso anche l’aggravante della morte di una assistita.

La morte dell’anziana, avvenuta 25 giorni prima degli arresti del febbraio scorso, secondo la perizia medica del consulente dell’accusa, sarebbe stata determinata anche da un grave stato di disidratazione. Non risulterebbero però effettuate le flebo prescritte. Se il giudice riterrà sussistere l’aggravante della morte, il processo si terrà in Corte d’Assise. Ma quella che si profila in sede di udienza preliminare è una lunga battaglie a colpi di perizie e controperizie.

Le tre donne all’epoca hanno respinto le accuse di maltrattamenti in casa famiglia, nonostante le cimici della Polizia abbiano catturato per alcuni mesi insulti e rumore di percosse, oltre ai lamenti degli anziani ospiti. A far scattare l’inchiesta, le rivelazioni alla Polizia di una 97enne.

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