Parmalat Spa, abbassata la soglia: delisting al 90% delle azioni in mano...

Parmalat Spa, abbassata la soglia: delisting al 90% delle azioni in mano a Lactalis

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La Parmalat Spa dopo tanti anni a Piazza Affari è destinata a sparire dal listino. La Sofil Sas, ovvero la francese Lactalis che detiene la stragrande maggioranza del gruppo che fu di Collecchio (adesso la sede legale è a Milano), ha infatti annunciato l’abbassamento della quota per il delisting dalla Borsa italiana. Si scende dal 90,5% al 90%, uno 0,5% in meno che può apparire poca cosa ma che diventa importante sul mercato dove è l’asta lanciata l’Opa sulle azioni ordinarie circolanti.

La Sofil comunica infatti che “ai fini della revoca dalla quotazione delle azioni Parmalat e del sorgere dell’obbligo di acquisto ai sensi dell’art. 108, comma 2, del TUF (c.d. sell-out) – troverà applicazione la percentuale stabilita ex lege dal citato art. 108, comma 2, del TUF e quindi la soglia 90% del capitale sociale dell’Emittente, secondo i criteri generali di cui alla Comunicazione Consob n. DME/11065125 del 21 luglio 2011. Pertanto, è da considerarsi superata la Delibera Consob n. 17781 del 13 maggio 2011, con la quale – nel contesto dell’offerta pubblica di acquisto promossa da Sofil nel 2011 – fu elevata al 90,5% la percentuale prevista dall’art. 108, comma 2, del TUF ai fini dell’obbligo di acquisto sulle azioni Parmalat“.

L’offerta è comunque condizionata al raggiungimento della soglia del 90% utile alla definizione del delisting, in caso contrario non ci sarà l’acquisto delle azioni ordinarie dal mercato. Un obiettivo non troppo lontano, almeno numericamente, visto che Lactalis detiene già l’87,74% delle azioni ordinarie Parmalat. L’offerta è di 2,80 euro ad azione.

Proprio quest’ultima proposta non ha convinto molto i fondi presenti nel capitale Parmalat, che l’hanno ritenuta insufficiente rispetto al potenziale valore delle quote.

La Sofil comunica inoltre che la Consob ha annunciato il riavvio del procedimento amministrativo concernente l’offerta promossa dalla società, i cui termini istruttori avranno scadenza il 31 gennaio 2017.

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