Parmacotto Spa, via libera al concordato: il tribunale salva l’azienda

Parmacotto Spa, via libera al concordato: il tribunale salva l’azienda

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Parmacotto Spa non andrà in fallimento. Il tribunale di Parma ha respinto le richieste della Procura della Repubblica ed ha omologato il piano di concordato proposto già nel 2014 dall’azienda. Decisione attesa, quella del tribunale presieduto da Pio Massa, con a latere i giudici Nicola Sinisi e Luca Vernizzi, non solo perché il concordato aveva già avuto l’ok dei creditori che vedranno così il pagamento di circa la metà delle loro spettante, ma anche perché nel frattempo il tribunale del Riesame di Modena aveva revocato il sequestro di 11 milioni di euro sui conti della Parmacotto.

Il sequestro era stato applicato dal tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica modenese, in seguito alla presunta truffa ai danni dello Stato messa in atto nel 2010. Sostanzialmente l’allora dirigenza della Parmacotto Spa aveva chiesto un finanziamento di 11 milioni di euro alla società Simest del Ministero dello Sviluppo economico, da utilizzare come aumento del capitale. Misura previsa però per aziende sane. Mentre Parmacotto aveva presentato un bilancio “alterato”, spostando debiti su altri esercizi per mascherare il passivo. Situazione debitoria che nel 2014 ha portato poi l’azienda a presentare una proposta di concordato preventivo perché altrimenti non sarebbe riuscita a far fronte ai suoi debiti. Il Riesame ha invece ritenuto ormai in prescrizione la responsabilità aziendale, disponendo così la restituzione delle somme sequestrate.

La competenza del tribunale di Modena sul caso Parmacotto è dovuta al fatto che la somma in questione è finita su un conto corrente che la società parmigiana aveva attivato presso la filiale Unicredit di quella città.

Percorso a parte, ovviamente, per il concordato, che è stato discusso nelle scorse sttimane in tribunale, dove i giudici si sono poi riservati dal decisione sull’omologa. In quella sede, la Procura aveva insistito sulla necessità di respingere il piano, andando quindi verso un’ipotesi di fallimento, in quanto il recupero dei fondi statali avrebbe fatto venire meno le condizioni economiche per consentire a Parmacotto Spa di far fronte ai suoi debiti.

Di diverso avviso il collegio presieduto dal giudice Pio Massa, che ha dato il via libera all’omologa del concordato che di fatto salva la Parmacotto Spa. Anche se comunque sarà un periodo di lacrime e sangue, fra tagli del personale e chiusure di sedi produttive.

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