Tanti parmigiani tra le vittime del “Sexting”, costretti a pagare ingenti somme

Tanti parmigiani tra le vittime del “Sexting”, costretti a pagare ingenti somme

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Attenti alle belle signorine straniere (ma anche italiane) tutte nude in chat. Dietro l’incontro a luci rosse – sia pure virtuale – si nasconde una grossa trappola che rischia di costare molto cara al malcapitato. A lanciare l’allarme è l’Ufficio prevenzione crimine della Questura di Parma, che sta raccogliendo numerose denunce in tal senso.

Il sistema è piuttosto semplice e va sotto il nome di “Sexting”. In pratica, quando le ragazze dell’organizzazione trovane un uomo in chat video, si mostrano in abiti succinti o anche nude e cominciano a fare delle vere e proprie avance al malcapitato, convincendolo a spogliarsi a sua volta. Ma quando l’uomo è ormai in atteggiamenti compromettenti, ecco che scatta la trappola: la ragazza avvia la registrazione del video della vittima.

Subito dopo scatta l’estorsione, ovvero la richiesta di una somma ingente di denaro per non diffondere in rete il video che ritrae l’uomo nudo. La richiesta di denaro viene trasmessa durante la chat stessa, e si formalizza con l’invito a pagare la somma richiesta tramite sistemi informatici o utilizzando le postazioni “money transfer”.

Il reato di estorsione, che comprende anche il “Sexting”, però, ricordano dalla Questura, è punito dalla legge ai sensi dell’articolo 629 del codice penale e prevede per il responsabile, la reclusione da 5 a 10 anni ed una multa da 1.000 a 4.000 euro. La Polizia di Stato consiglia, quindi, ai cittadini che dovessero trovarsi in situazioni analoghe, di non aderire a tali proposte e di segnalarle alle competenti Forze di Polizia.

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