Legionella, i pazienti restano 37 e molti migliorano. Ausl: tutti sono stati...

Legionella, i pazienti restano 37 e molti migliorano. Ausl: tutti sono stati al Montebello

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Rimane invariato a 37 il numero totale dei casi risultati positivi alla legionella. Nella giornata di oggi si sono registrati due nuovi casi positivi ma altri due sono stati esclusi dal focolaio in corso a Parma: uno di questi non è correlato con la zona cittadina interessata (Montebello) e l’altro è poi risultato negativo. Nel bollettino ufficiale, inoltre, Ausl e Azienda ospedaliera sottolineano – dopo le notizie circolate in merito a una decina di pazienti infettati dal batterio nonostante non risiedano nella zona rossa – che le persone colpite dall’epidemia hanno dichiarato ai sanitari di aver frequentato di recente la zona del Montebello, dove si concentra la maggior parte dei casi di legionellosi.

Sono attualmente 19 le persone ricoverate per polmonite da legionella all’ospedale Maggiore di Parma, dopo le dimissioni nel tardo pomeriggio di ieri di un paziente, mentre una persona è ricoverata all’ospedale Santa Maria di Borgotaro: quest’ultimo caso è in condizioni stabili ed è riferibile alla zona del Montebello a Parma. E’ in deciso miglioramento il quadro clinico della ragazza di 27 anni ricoverata al Maggiore, che nelle prossime ore sarà trasferita dalla 1° Anestesia e Rianimazione alla Pneumologia. Per 12 pazienti il decorso risulta stabile, per 6 è in progressivo miglioramento, con uno di questi prossimo alle dimissioni.

Gli esperti ricordano che i sintomi più frequenti della legionellosi o Malattia dei Legionari sono: polmonite, febbre, raffreddore, tosse, mal di testa, dolori muscolari, astenia (stanchezza), perdita d’appetito, occasionalmente diarrea e disturbi renali. In questi casi è bene rivolgersi con fiducia al medico di famiglia. Per chiedere informazioni sulle precauzioni da tenere contro la diffusione della malattia e per avere informazioni sull’accesso ai servizi sanitari, invece, i cittadini possono chiamare il numero verde del Servizio Sanitario Regionale 800.033.033 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30 oppure scrivere all’indirizzo e-mail infolegionella@ausl.pr.it.

La legionellosi – ricordano Ausl e Azienda ospedaliera – è un’infezione causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l’apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può “colonizzare” gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell’acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Il batterio della legionella si trasmette solo per inalazione (aerosol) di acqua contaminata, non si trasmette bevendo acqua infetta, non si trasmette da persona a persona. La legionella si moltiplica in ambienti acquatici tra i 25 e i 42 gradi. Al di sotto dei 20 gradi la legionella non cresce e pertanto non è pericolosa. Di norma, l’acqua fredda dei rubinetti esce ad una temperatura inferiore ai 20 gradi.

Per prevenire il contagio, quindi, è bene far scorrere l’acqua (sia calda che fredda) per qualche minuto prima dell’uso, mantenendosi distanti; rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi-getto (filtrino del rubinetto) e cipolle delle docce. In caso di doccia “a telefono”, non riporla, ma lasciarla pendente, in modo da evitare ristagni d’acqua; non utilizzare le vasche idromassaggio se non viene applicato un corretto sistema di manutenzione. L’acqua del rubinetto può essere utilizzata per lavarsi, per preparare e lavare i cibi, per lavare gli indumenti, le stoviglie e le superfici della casa, purché si seguano le indicazioni sopraindicate. Non ci sono pericoli nell’utilizzo di elettrodomestici che scaldano l’acqua. Per gli apparecchi di aerosolterapia, umidificatori e nebulizzatori si devono utilizzare esclusivamente soluzioni fisiologiche sterili. Si ribadisce che l’acqua del rubinetto può essere bevuta tranquillamente.

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