Epidemia di legionella, 37 malati e il mistero s’infittisce: la causa forse...

Epidemia di legionella, 37 malati e il mistero s’infittisce: la causa forse non è l’acqua. Un caso in via Paradigna?

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s0793092Si complica il mistero dell’epidemia di legionella nel quartiere Montebello di Parma. Al tavolo interistituzionale che si è svolto oggi nella sede dell’Ausl è infatti emerso non solo che risulta molto meno probabile che la causa dell’infezione sia da ricercare nell’acquedotto e quindi nell’acqua corrente, ma anche che non ci sarebbero al momento altre risposte in merito.
Non solo, pare che sia stata ricoverata per polmonite acuta una 68enne residente in via Paradigna, ben lontano dal quartiere Montebello, che potrebbe essere affetta da legionellosi. Il caso, non ancora confermato, sarebbe il primo al di fuori del perimetro finora indicato, ovvero il Montebello, zona in cui la paziente non sarebbe stata da tempo.
Al tavolo interistituzionale, intanto, hanno preso parte il sindaco Federico Pizzarotti, la direttrice  dell’Ausl Elena Saccenti, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Massimo Fabi, il delegato della Regione Roberto Cagarelli – esperto di bonifica e sanificazione – e diversi dirigenti medici e tecnici impegnati sul fronte della lotta alla malattia del legionario.
Il bollettino congiunto di Ausl e Azienda ospedaliera universitaria di Parma annuncia questa sera che proprio oggi è stata confermata, dopo gli esiti delle verifiche di laboratorio, la positività al batterio della legionella per altre 2 persone. Sale quindi a 37 il numero totale dei casi risultati positivi, 19 uomini e 18 donne. Attualmente le persone ricoverate al Maggiore da polmonite per legionella sono 20, oltre a 1 alla Città di Parma.
Per quanto riguarda i ricoverati al Maggiore, migliorano i due pazienti giudicati da alcuni giorni in condizioni serie dai medici; in lieve miglioramento il quadro clinico della ragazza di 27 anni trasferita ieri in 1° Anestesia e Rianimazione; positive anche le condizioni del 73 enne, precedentemente ricoverato nell’unità di Terapia intensiva respiratoria (Utir) e attualmente in Pneumologia; per gli altri 17, 10 uomini e 8 donne, condizioni stabili con una normale evoluzione dell’iter clinico.
Per un paziente ricoverato al Maggiore per ictus cerebrale, e risultato positivo all’antigene per legionella in quanto affetto anche da broncopolmonite, è in corso l’indagine epidemiologica per verificare se si tratta di un caso rientrante all’interno dell’epidemia in atto oppure di un caso isolato.
Per chiedere informazioni sulle precauzioni da tenere contro la diffusione della malattia e per avere informazioni sull’accesso ai servizi sanitari, i cittadini possono chiamare il numero verde del Servizio Sanitario Regionale 800.033.033 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30 oppure scrivere all’indirizzo e-mail infolegionella@ausl.pr.it. Non verranno fornite indicazioni terapeutiche o di cura, per queste, il riferimento rimane il medico di famiglia.
LE INDAGINI SUL CAMPO
Disposto il potenziamento della clorazione del pozzo Biozzozero per mettere in sicurezza il più possibile l’utilizzo dell’acqua proveniente dalla rete idrica, mentre i tecnici hanno prelevato un elevato numero di campioni da esaminare, sia presso le abitazioni delle persone colpite, sia presso i possibili punti di fonti potenzialmente emissive del batterio della legionella, disponendo precauzionalmente anche la chiusura temporanea di alcuni impianti. Purtroppo le analisi comportano tempi non comprimibili di circa 10 giorni. I primi risultati pervenuti e l’evoluzione delle analisi in corso tendono ad escludere, o almeno rendono altamente improbabile, che l’acqua di rete possa essere stata il veicolo di diffusione della legionella, sia perché non è stata finora riscontrata la presenza di batteri nelle prime abitazioni private oggetto di prelievo, sia soprattutto perché ad una settimana di distanza, neppure i prelievi svolti direttamente sulla rete idrica hanno dato finora riscontri di presenza del batterio incriminato.
A questo punto, l’attenzione vine concentrata su altre fonti di emissione, quali in particolare le torri di evaporazione centralizzate presenti presenti in edifici di grandi dimensioni legati a diverse attività che ne comportano l’installazione ad una distanza compatibile con quella in cui presumibilmente si è manifestato il contagio. Controlli vengono effettuati anche su centri commerciali ed impianti sportivi.
“Tutti gli enti coinvolti stanno lavorando alacremente per scoprire l’origine dell’epidemia – dice a conclusione dell’incontro il sindaco Federico Pizzarotti – e sopratutto per mettere in atto tutte le azioni possibili per bloccarne la diffusione. Intanto i cittadini del quartiere Montebello e limitrofi sono invitati a non abbassare la guardia e ad osservare le semplici disposizioni emanate e divulgate ampiamente dalle aziende sanitarie. Per parte nostra spiegheremo ai cittadini come stanno le cose nell’assemblea di stasera. Quanto alle torri di evaporazione, sulle quali si concentra ora l’attenzione dei tecnici, stiamo valutando la possibilità di emettere un’ordinanza per il censimento e la bonifica delle stesse, anche indipendentemente dal riscontro della presenza della legionella. Nel frattempo diversi impianti di questo tipo sono stati chiusi con la fine della stagione estiva. Quello che voglio sottolineare è che i cittadini non hanno alcun motivo per sentirsi in nessun modo abbandonati dalle istituzioni e che con la collaborazione di tutti siamo fiduciosi di risolvere il problema, anche se non è affatto scontato che si riesca a trovarne l’origine, come conferma la vasta casistica in materia”.
LA TASK FORCE DELLA REGIONE

L’Unità di crisi attivata dalla Regione potrà contare ora su un coordinatore tecnico-scientifico e un coordinatore operativo. Sono, rispettivamente, Maria Luisa Moro, direttore dell’Agenzia sociale e sanitaria regionale, e Roberto Cagarelli, del Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica. La Regione Emilia-Romagna li ha nominati in seguito all’incontro dell’Unità di crisi avvenuto mercoledì a Parma, in cui gli esperti presenti hanno individuato ulteriori misure da attuare in base all’evoluzione del focolaio epidemico di Legionella.

“Come Regione interveniamo in modo che venga fatto tutto il necessario per arrivare a una rapida e definitiva risoluzione della legionellosi: un coordinamento delle attività va proprio in questa direzione”, sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi.

Roberto Cagarelli sarà impegnato a tempo pieno a Parma fino alla completa risoluzione dell’infezione. Oggi sarà presente sia all’incontro del pomeriggio tra il Comune e le Aziende sanitarie di Parma, sia all’assemblea pubblica organizzata per le 21 all’Auditorium della scuola “Don Milani”.

“Fin dai primi casi riscontrati a Parma, la Regione si è attivata immediatamente per monitorare la situazione e assicurare alle istituzioni e alle Aziende sanitarie il supporto necessario per individuare e risolvere le cause dell’infezione – ricorda l’assessore -. Venerdì scorso si è svolta una video conferenza tra esperti regionali e aziendali per una prima valutazione della situazione e degli interventi messi in campo dalle Aziende sanitarie”. Ieri, la riunione a Parma degli esperti “che compongono l’Unità di crisi attivata dalla Regione la scorsa settimana. Dopodiché- conclude Venturi- abbiamo deciso subito di affidare il coordinamento dell’Unità a due nostri professionisti, che vantano una grande esperienza nel settore dell’epidemiologia e della sanità pubbliche. In particolare, Roberto Cagarelli coordinerà l’adozione delle misure integrate e degli interventi che si renderanno eventualmente necessari”.

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