“Sicurezza, bellezza, immigrazione, terrorismo”, più problemi che soluzioni per Parma

“Sicurezza, bellezza, immigrazione, terrorismo”, più problemi che soluzioni per Parma

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2016-09-26-18-26-33Al Workout Pasubio il pubblico è quello delle grandi occasioni. “Sicurezza, bellezza, immigrazione, terrorismo” sono argomenti che sfiorano anche Parma e in ‘tanti vorrebbero sentire la ricetta per la città di “Parma non ha paura” e di “Parma chi”. Con Luigi Alfieri, candidato sindaco in pectore nei panni del bravo moderatore, due ospiti di primissimo livello come il giudice antiterrorismo Stefano Dambruoso, parmigiano d’adozione, oggi deputato alla Camera per Scelta Civica, e l’esperto Andrea Di Nicola, docente alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento e fondatore di eCrime, qualche aspettativa in effetti c’era. Ma come capita spesso in questi casi, si finisce con il volare alti. Troppo in alto: da Palazzo Chigi a Bruxelles. Fino a perdere di vista un po’ l’obiettivo centrale. In questo caso Parma e i suoi problemi. Tra il pubblico anche gli onorevoli Patrizia Maestri e Giuseppe Romanini, oltre a Gabriele Ferrari e a numerosi altri rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo.

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Il professor De Nicola ha evidenziato l’esistenza di diversi studi che dimostrano come la sicurezza dipenda dalla bellezza. “Molti storcono il naso – ha riconosciuto il criminologo – ma questo è davvero possibile”. Più l’ambiente circostante è bello, più i cittadini sono attenti e questo dovrebbe scoraggiare certe presenze negative. Ma De Nicola ha anche invitato tutti a non lasciarsi ingannare dalle singole situazioni. Citando l’esempio della sua Trento, infatti, il criminologo ha dimostrato come a dispetto di un numero di reati bassissimo, la popolazione abbia una percezione di insicurezza molto alta. Nella sostanza, quindi, un sindaco dovrebbe avere nel suo staff buoni architetti e ottimi criminologi per affrontare le emergenze della città. A questo va aggiunta una maggiore attenzione ai bambini, che imparano moltissimo soprattutto fra 0 e 4 anni. De Nicola invita ad investire sui servizi per i piccoli e per i genitori, perché a una maggiore serenità della famiglia corrisponderà, quando i piccoli saranno cresciuti, una minore propensione a lasciarsi coinvolgere in situazioni di criminalità.

Investimenti sulla lunga distanza che spesso però non coincidono con i tempi a disposizione di una amministrazione. Consigli anche per le forze dell’ordine, invitate a pattugliare soltanto le zone statisticamente più a rischio. Come quelle già colpite da alcuni tipi di reato, visto che pare essere provato il vecchio adagio “l’assassino torna sempre sul luogo del delitto”. Sembra infatti che nell’arco di qualche settimana il responsabile di un reato torna ancora nella zona in cui ha colpito. Insomma, bisognerebbe creare la cosiddetta Polizia predittiva che opera incrociando opportunamente i dati a disposizione, come lo storico delle denunce e persino i dati sul meteo.

Strano però che proprio nel parmense i ladri ormai entrano in casa anche quando i padroni dormono beatamente e non si accorgono di nulla. Così come stranamente, in particolare a Fidenza, diversi colpi in aziende siano stati commessi proprio sotto temporali di notevole portata. Ma la scienza è scienza e quindi non si discute.

L’immigrazione, invece, ormai è una questione di business secondo il criminologo, in quanto per le organizzazioni criminali, incredibile a dirsi, frutta ormai come la droga. La soluzione, secondo De Nicola, è quindi la creazione di campi ai margini delle zone di conflitto o di fuga dei profughi. Un vero argine contro il mercato di carne umana, ma anche una prima cernita di chi ha diritto e chi no alla protezione internazionale. Inoltre, per avere buona immigrazione sul territorio sono necessari basso livello di criminalità, buone condizioni di lavoro e facilità di permessi di soggiorno. Insomma, un vero e proprio piano ad hoc di politica sociale.

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Stefano Dambruoso

 

Cosa che a Parma, ad esempio, come ha sottolineato Luigi Alfieri, nessuna amministrazione ha fatto, nonostante l’aumento esponenziale del numero di immigrati, ai quali si aggiungono i clandestini che nessuno sa quanti siano esattamente. Materia per il giudice Dambruoso, che ha spiegato come quello dell’immigrazione sia in realtà un problema internazionale. Difficile soprattutto il rimpatrio dei clandestini, in quanto spesso non si riesce a stabilire la loro nazionalità e i paesi d’origine o non li vogliono o pretendono pesanti ricompense per accettarli.

A tutto questo si aggiunge, non solo per gli stranieri, il problema della certezza della pena. Non solo le maglie larghe del diritto spesso rappresentano un problema in tal senso, ma anche – come ben ha spiegato il giudice Dambruoso – la carenza delle carcere. “O ci sono più carceri o non si può fare nulla”, ha detto il deputato, perché l’Italia è già nel mirino dell’Europa che apre procedure d’infrazione a causa del sovraffollamento delle celle e quindi rischia pesanti sanzioni economiche. L’unica soluzione sarebbe costruire nuove carceri (a Parma si sta realizzando un nuovo padiglione da 200 posti, ndr), ma di soldi in cassa non ce n’è.

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