Truffa dell’acqua avvelenata, 82enne “raggira” finto tecnico dell’acqua e la polizia lo...

Truffa dell’acqua avvelenata, 82enne “raggira” finto tecnico dell’acqua e la polizia lo denuncia

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“Signora chiuda subito l’acqua perché è avvelenata!”. Un invito con tono allarmato che ha messo paura a una 82enne di San Ruffino intenta ad annaffiare i fiori in giardino. Ma la donna, ben più furba di una ragazzina, dopo un primo momento di smarrimento, non è caduta nella trappola e per il finto tecnico – già ben noto alle forze dell’ordine – sono arrivati nuovi guai con la giustizia. Ad incastrarlo gli agenti della Squadra mobile di Parma con la testimonianza della 82enne che ha riconosciuto senza ombra di dubbio B.C., 36 anni, tra le numerose foto segnaletiche che le sono state mostrate.

Tutto è iniziato lunedì 1 agosto verso le 10.40. L’82enne stava annaffiando il giardino di casa, a San Ruffino, quando le si è presentato un uomo chiedendole se in casa ci fosse il figlio. Quando la donna ha risposta che sarebbe tornato verso le 13 dal lavoro, l’uomo le si è presentato come un tecnico dell’acquedotto, invitandola a chiudere subito l’acqua perché era avvelenata. Cosa che l’anziana, un po’ impaurita, ha fatto. Quindi con la scusa di dover effettuare analisi sull’acqua erogata dal rubinetto della cucina, il finto tecnico è riuscito ad entrare in casa ed ha subito invitato la donna a mettere all’interno del frigorifero tutto l’oro e i soldi che aveva per evitare che si “disintegrassero” a causa dei vapori dell’acqua avvelenata.

Una vera e propria barzelletta alla quale non crede neppure un bambino, ma che purtroppo in molti casi ha funzionato e tanti anziani si sono ritrovati derubati di tutto. Cosa che l’82enne di San Ruffino ricordava per averla letta più volte, così che ha capito di trovarsi davanti a un truffatore. Ma trovandosi sola in casa con lo sconosciuto e temendo una sua reazione violenta, lo ha assecondato togliendosi la catenina d’oro che portava al collo, riponendola poi all’interno del frigorifero. Alle insistenze del malvivente di mettere in frigorifero anche i soldi ed i restanti gioielli, però, la donna rispondeva che non aveva null’altro in quanto era tutto custodito in banca. Il malvivente, con fare deciso continuava ad intimare all’anziana di mettere tutto ciò che aveva di valore nel frigorifero, forte del fatto di essere entrato in casa e che la vittima era sola. L’uomo però non aveva fatto i conti con la furbizia della donna che, con non comune prontezza di riflessi, esclamava: “Ecco mio figlio!”. Tanto è bastato perché il truffatore uscisse nel cortile per verificare se era o meno il caso di darsela a gambe, mentre l’82enne chiudeva la porta di casa alle spalle dell’uomo.

Che però non l’ha presa molto bene, tanto da tornare sui suoi passi per sferrare violenti pugni e calci alla porta, intimando all’anziana di aprire poiché doveva firmare un foglio attestante l’avvenuta verifica dell’acqua. La donna, ormai al sicuro, ha telefonato al figlio facendo scattare l’allarme. Mentre il malvivente si allontanava parlando ad una piccola radio ricetrasmittente, evidentemente per farsi venire a prelevare dal complice. Gli agenti della Squadra mobile hanno quindi raccolto la descrizione dell’uomo e il racconto dell’anziana.

Gli investigatori della Sezione Antirapine, intanto, nel consueto scambio info-investigativo con le altre Squadre Mobili, sapevano che da alcuni giorni, a Parma, era arrivato B. C. classe 1978, originario di Napoli, già con diversi precedenti specifici e noto per altre truffe agli anziani. Gli accertamenti hanno permesso di constatare che B.C. aveva effettivamente alloggiato per tre giorni in un albergo di Parma. A quel punto, recuperata la foto segnaletica dell’uomo, gli agenti si accorgevano subito che lo stesso aveva caratteristiche identiche a quelle descritte dall’anziana vittima.

Ma serviva la prova del nove e quindi gli agenti hanno allestito un fascicolo fotografico nel quale venivano inserite numerose fotografie tra cui quella del sospettato. Ma l’anziana di San Ruffino riconosceva con certezza proprio B.C., il finto tecnico dell’acqua che aveva tentato di truffarla. Il 36enne è stato quindi indagato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Parma per il reato di tentata truffa.

La polizia coglie l’occasione per invitare le persone anziane e i figli affinchè innalzino la soglia d’attenzione così da rendere meno facile l’attività criminale di questi predatori.

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